Cosa può fare la Blockchain per le imprese? E come devono muoversi le imprese e i CIO in particolare per gestire questa nuova prospettiva di sviluppo per tanti nuovi progetti? Il tema è tanto affascinante e intrigrante quanto vasto e complesso. Per rispondere a questi interrogativi che sono sul tavolo non solo dei CIO, ma dei vertici delle imprese di tanti settori serve una analisi a tutto tondo delle potenzialità della Blockchain, delle sue opportunità di sviluppo e dei requisiti, non solo tecnologici, necessari per poter esprimere realmente le sue potenzialità.
Per questo Blockchain4Innovation segnala un importante dossier di ZeroUno con una guida alla lettura dei contenuti più rilevanti e significativi
Architettura, applicazioni, scenari futuri per la Blockchain
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
Il servizio ripercorre il percorso della Blockchain a partire dal 2008, quando Satoshi Nakamoto, presenta il protocollo Bitcoin attraverso un white paper nel quale viene descritta un’architettura tecnologica atta a reggere la circolazione di bitcoin, intesa come criptovaluta che transita liberamente tra gli utenti senza costi sulle operazioni e senza il controllo di un organo centrale. Il servizio mette in evidenza che la grande novità della Blockchain sta nel passaggio dalla centralizzazione alla decentralizzazione e nell’assenza di intermediari. Prendendo come esempio una banca si passerebbe dal libro contabile, il cosiddetto bank ledger, ossia il libro mastro sul quale viene registrata tutta la contabilità di una banca, al ‘distributed ledger’ accessibile da qualsiasi utente che effettuando una transazione entra a far parte della ‘catena di distribuzione’.
Blockchain descrive oggi la piattaforma tecnologica che sta alla base di meccanismi di ‘trust’ che sono nella condizione di abilitare nuove forme di scambio in tanti settori, da quello dei pagamenti o delle banche, dove lo scambio attiene alla valuta, allo scambio di beni, nelle imprese o ancora allo scambio di informazioni o di contratti.
In tutti i casi la fiducia non è più riposta in una entità centrale ma viene distribuita tra tutti i partecipanti della Blockchain
In termini di mercato dal 2010 attorno a Bitcoin e alla Blockchain si è sviluppato un mercato di aziende specializzate – che nel primo trimestre 2016 valeva già oltre 1 miliardo di dollari – suddivise in
- payment processing
- infrastrutture, exchange
- financial services
- mining
- wallet
- generali
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Si può prevedere una Blockchain per tutti?
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
Gli sviluppi della Blockchain non sono confinati solo al mondo delle transazioni finanziarie, anzi la logica della decentralizzazione può aprire un nuovo modo di gestire le transazioni in tanti altri settori.
Il servizio cita due studi dell’Ibm Institute for Business Value che mostrano come il 15% delle banche e il 14% delle istituzioni finanziarie intervistate intendono attuare su larga scala soluzioni Blockchain entro il 2017. Il 65% delle banche si attende di avere soluzioni Blockchain in produzione nei prossimi tre anni.
Gli esempi non mancano e il servizio di ZeroUno cita: il consorzio R3, formato da 40 componenti tra i quali le italiane Intesa Sanpaolo e Unicredit – ndr]. La Commonwealth Bank of Australia utilizza la Blockchain privata che fa riferimento al protocollo Ripple, per trasferire i pagamenti tra le sue sussidiarie. Citigroup sperimenta progetti con Blockchain private per lo scambio di valuta interna. Abn Amro studia l’applicazione degli smart contract per ridurre i rischi nel trade finance. Chain, Eris Industries, Ethereum, Ibm e Intel focalizzano a loro volta l’attenzione sugli smart contract come ‘tassello tecnologico e procedurale’ per i commercial paper.
Vai all’articolo completo di ZeroUno Blockchain per tutti? Non ancora
Che ruolo può avere la Blockchain as a Service nei mobile digital payment?
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
Parlare di Blockchain per il mondo delle imprese significa parlare di Blockchain Private e in questa prospettiva un ruolo sempre più importante è svolto dai servizi BaaS: Blockchain as a Service.
Deve ancora decollare come base tecnologica di riferimento per alcuni ambiti applicativi, primo fra tutti il mondo finanziario, ma la possibilità di sviluppare soluzioni in modalità ‘as a service’ aumenta le opportunità di utilizzare la Blockchain per la gestione di progetti legati ai pagamenti digitali, soprattutto via mobile
I pagamenti digitali hanno rivoluzionato i sistemi di pagamento cash e con carte di credito ormai da diversi anni. I mobile wallet (app per la gestione dei propri conti finanziari) hanno facilitato i pagamenti via smartphone o tablet utilizzando servizi come Apple Pay o Google Wallet, sistemi che fanno della user-experience un importante tassello ‘agganciando’ ai pagamenti le raccolte punti o
l’invio di promozioni ‘contestuali’, risultando strumenti attrattivi soprattutto per i Millennial che hanno comportamenti di acquisto completamente diversi da quelli delle generazioni precedenti.
Anche se oggi l’85% delle transazioni globali avviene ancora in contanti, l’utilizzo regolare della moneta cash andrà via via diminuendo arrivando ad appena il 58% già nel 2020, secondo le stime prodotte da Accenture che sta monitorando, a livello globale, un bacino di oltre 4mila utenti che utilizzano smartphone per diverse attività. Dati confermati anche dalle ultime analisi di Deloitte Global secondo la quale il numero di utenti che utilizza servizi per pagamenti digitali via mobile è aumentato, solo nel 2016, del 150% raggiungendo i 50 milioni di utenti ‘regolari’ (quelli che effettuano pagamenti via mobile con regolarità).
Focus sulla sicurezza… ma non solo
L’unico freno ancora presente è rappresentato dalla sicurezza, ma è qui che la Blockchain, tra le altre cose, sembra promettere grandi risultati. Basandosi sul concetto di ‘distributed digital ledger’ questa tecnologia elimina di fatto il ‘single point of failure’ che minaccia i sistemi di pagamento tradizionali perché rende le transazioni trasparenti e controllabili senza possibilità di ‘manomissione’. Non essendoci poi un’autorità centrale, gli effetti sulla riduzione dei costi sono evidenti; la stessa Banca Mondiale si è esposta sull’argomento affermando che “l’eliminazione dei costi delle operazioni di pagamento tradizionali con la Blockchain potrebbe portare a risparmi nell’odine dei miliardi di dollari all’anno”.
La proposta dei vendor
Sono numerosi i grandi vendor It che stanno lavorando a questa tecnologia per proporre, in particolare, soluzioni verticalizzate. Due nomi su tutti: Ibm, che nei propri laboratori di ricerca sta approfondendo le modalità con cui le Blockchain saranno in grado di generare più valore da altre tecnologie, come le analisi Big Data, l’IoT e il Cognitive Computing (servizi finanziari, catene di approvvigionamento, gestione del rischio, gestione dei diritti d’autore digitali e sanità sono alcuni dei settori su cui Big Blue sta lavorando) e nel frattempo porta avanti lo sviluppo di infrastrutture hardware a supporto (già disponibili gli Ibm LinuxOne, nuovo brand che racchiude i mainframe zSystems con sistema operativo open Linux); Microsoft che all’interno della propria piattaforma Azure ha già reso disponibile la tecnologia Blockchain as a service (Baas).
Con oltre 40 banche di tutto il mondo che partecipano al Consorzio R3 [R3 è una società americana che conta un team di imprenditori, esperti di crittografia e valute digitali; l’azienda guida un consorzio formato dai big mondiali del mondo finanziario – tra le italiane ci sono Banca Intesa e Unicredit – nella ricerca, sviluppo e implementazione della Blockchain – ndr] e la possibilità di accedere alle tecnologie di riferimento della Blockchain in modalità cloud pubblico, potrebbero di fatto aprirsi presto nuove frontiere sul fronte delle transazioni digitali, non solo più sicure ma anche più ‘partecipative’, che è ciò che oggi chiedono gli utenti.
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Come sfruttare la Blockchain
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
Il servizio di Zerouno segnala un recente report di Brendan Miller, analista Forrester, che aiuta a rispondere a due temi centrali per lo sviluppo di progetti Blockchain: prima di tutto aiuta a capire perché la Blockchain è così dirompente per l’eBusiness? E secondariamente come e dove si deve agire per sfruttarla?
Per quale ragione la Blockchain è fondamentale per l’eBusiness?
Nel momento in cui il cliente al centro dell’attenzione delle imprese, con servizi digitali accessibili ovunque in real-time, un ritardo anche piccolo nel rimborso spese o nell’invio di materiale non è quasi più tollerato, e sempre meno lo sarà laddove sul mercato si rendono disponibili servizi innovativi che incontrano le aspettative degli utenti. Per ovviare a questi problemi ci sono ‘innovatori’ che hanno visto nella Blockchain una nuova opportunità di business.
Con la Blockchain si può riporre fiducia nel codice, non negli intermediari o nella burocrazia. La Blockchain sostituisce le autorità centrali o intermediarie, con la trasparenza e la matematica (crittografia) per creare un nuovo sistema di fiducia, come ad esempio la startup Slock che ha costruito un nuovo business per l’affitto degli appartamenti che elimina qualsiasi intermediazione.
Con la Blockchain si può semplificare lo scambio di asset per ridurre i costi. Un consorzio di imprese può condividere processi aziendali comuni per la contabilità e condividere i benefici operativi come lo scambio di asset, ma anche economici come i vantaggi che derivano da minori risorse e maggiore velocità per redigere il bilancio. La società Gyft ad esempio sta lavorando in quest’ottica cercando anche di ridurre gli oneri delle transazioni nei pagamenti digitali (quasi sempre a carico dei consumatori) inserendo l’integrazione Pos all’interno della Blockchain.
La Blockchain può velocizzare le transazioni: in un sistema di pagamenti sorretto da tecnologie Blockchain, acquirenti e venditori possono utilizzare lo stesso protocollo, le transazioni sono trasparenti ed è il network che vi partecipa, che controlla e certifica le transazioni. In teoria, non c’è più bisogno di avvocati, revisori, regolatori, ragionier. Circle sfrutta un sistema ibrido (Blockchain integrata in reti di pagamento più tradizionali) che consente agli utenti, mediante una semplice app mobile, di accedere ad una rete globale di gestione dei pagamenti e di ottenere rimborsi o gestire trasferimenti di fondi in pochi semplici passaggi.
La seconda domanda al centro dell’attenzione di Brendan Miller di Forrester riguarda come e dove potrebbe operare la Blockchain.
Miller sottolinea che si deve operare per rimuovere gli intermediari per trasferimenti di asset più agili ed efficienti. Le istituzioni finanziarie stanno esplorando come possono tagliare i costi e creare nuove efficienze utilizzando registri distribuiti per eliminare la necessità di una ‘clearinghouse’ (tecnicamente gli intermediari tra acquirenti e venditori di strumenti finanziari), operazione che porta con sé nuove sfide sul fronte della gestione del rischio ma che potrebbero essere in realtà risolte dall’utilizzo di un protocollo comune, condiviso e trasparente.
Secondo Miller occorre poi servire i clienti con maggior trasparenza: nell’era dove il consumatore è sempre più ‘potente’, le supply chain globali stanno lottando per tenere il passo con la domanda degli utenti anche per le risposte da fornire a coloro che vogliono sapere se i prodotti che stanno acquistando sono fatti eticamente e in modo sostenibile.
Infine per lo sviluppo della Blockchain è necessario programmare l’IoT economy nel senso dello scambio di valore attraverso macchine autonome come percorso strategico determinante per scalare nell’economia dell’IoT. In questo caso ad essere decisivi saranno gli smart contract che lungo la Blockchain potranno essere codificati, verificati e attuati direttamente dalle macchine senza alcun intervento dell’uomo.
Vai all’articolo di ZeroUno: Blockchain: perché e come sfruttarla
Potrà la Blockchain influenzare nuovi modelli organizzativi?
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
Alcuni tra i principali esperti mondiali in ambito Blockchain intravedono un futuro costituito da migliaia, se non milioni di Blockchain, un futuro che consentirà non solo lo scambio di valore (moneta, beni, dati, ecc.) senza ‘conflitti’, ma anche un nuovo flusso del valore stesso con conseguente ridefinizione dei ruoli, dei rapporti, dei poteri e della governance. William Mougayar, venture capitalist e Advisory Board Member di Ethereum Foundation è convinto che si stia entrando in una nuova fase dell’evoluzione di questa tecnologia “dominata da spinte di business ed imprenditoriali, più che dallo sviluppo tecnologico”.
In particolare il servizio di Zerouno sottolinea che Mougayar riporta nel suo blog alcuni esempi di chi sta provando a mettere in pratica la Blockchain da una prospettiva di business. Consensys è un vendor con un gran numero di progetti Blockchain all’attivo, implementati con tecnologie Ethereum in ambiti di business ben specifici come servizi di customer care, sviluppo di nuove soluzioni e miglioramento dei processi interni di business; come anche piattaforme di crowdfunding, sistemi di gestione della proprietà intellettuale, ecc.
A sua volta R3 è un’azienda che ha sviluppato la piattaforma Corda partendo da un white paper business-oriented, cioè analizzando prima il contesto di mercato e su quali servizi finanziari intervenire. Steemit è invece una piattaforma di social media che sfrutta la Blockchain per guadagnare e far guadagnare gli utenti incentivando la creazione di contenuti.
Verso la Software Defined Organization
Partendo dall’assunto che oggi il valore sta ‘ai bordi’ le organizzazioni si trasformano da strutture gerarchiche a ‘orgware’ dove ciò che serve connettere sono le menti. Un modello che proprio nella Blockchain può trovare l’infrastruttura portante e abilitante per nuove forme collaborative (regolamentate da smart contract) dove il profitto si genera su meccanismi di fiducia e controllo distribuiti e strumenti di premiazione meritocratici.
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Gartner: Blockchain, come componente della Programmable Economy
Nicoletta Boldrini
La Programmable Economy, che Gartner definisce come un nuovo sistema economico basato su decisioni automatizzate attivate da servizi robotici – inclusi quelli che ruotano attorno al mondo dell’IoT – mediante calcoli algoritmici, sta aprendo la strada ad una nuova era di innovazioni tecnologiche fino a pochi mesi fa persino inimmaginabili. Questa nuova economia sembra promettere grandi macro-rivoluzioni, “dall’eliminazione dei ‘falsi’ e della corruzione fino alla semplificazione della global supply chain passando per la riduzione al minimo dello spam (tutte attività che potranno essere governate da algoritmi matematici in un’architettura Blockchain incentrata su meccanismi di fiducia distribuita e condivisa attraverso i quali abilitare decisioni/azioni automatiche, ad esempio per individuare e mitigare i rischi di frode, certificare la provenienza dei beni semplificando la burocrazia lungo la supply chain oppure intercettare ed eliminare automaticamente la posta indesiderata)”, come riporta ZeroUno riprendendo l’analisi dell’analista Gartner David Furlonger, che spiega come a sostenere questa nuova economia vi sia la cosiddetta Metacoin Platform ed in particolar modo il concetto di Blockchain.
La monetizzazione dell’Intenet of Things grazie alla Blockchain
Si prevede che in pochi anni avverrà il passaggio ad un nuovo modello economico che faciliterà i percorsi di Digital Transformation delle aziende e l’IoT giocherà un ruolo determinante in questo scenario evolutivo. “I servizi robotici diventeranno sempre più autonomi – prospetta Furlonger -, non c’è alcuna ragione perché questi ‘robot’ non possano accedere ad un conto bancario, pagare le tasse, trasferire denaro. Si tratta semplicemente di un’altra connessione Internet-based su cui si basa l’economia programmabile via software”.
Un’idea su come IoT e Blockchain possano abilitare nuovi modelli di business la offrono Massimo Amato e Luca Fantacci nel libro ‘Per un pugno di bitcoin’: “la Blockchain costituisce potenzialmente un’infrastruttura informatica sicura per quella che viene chiamata ‘Internet delle cose’, offrendo un mezzo di comunicazione macchina-macchina per la gestione sicura di dispositivi collegati in rete”, scrivono i due autori.
Vai all’articolo di ZeroUno: Gartner: blockchain tassello della programmable economy
Blockchain, non è ancora arrivato il ‘prime time’
Sintesi dell’articolo di Nicoletta Boldrini
ZeroUno riporta l’opinione di Martha Bennet, analista di Forrester, sul fenomeno Blockchain.
Nella visione di Forrester, la Blockchain è per i laboratori di ricerca e non è ancora arrivato il suo ‘prime time’. Ecco perché:
1) Non si deve confondere Blockchain con bitcoin
bitcoin (scritto minuscolo) indica una criptovaluta che sfrutta l’architettura tecnologica Bitcoin (scritto con l’iniziale maiuscola) per poter circolare liberamente a livello globale senza il controllo di un’autorità garante centrale (le banche). Ciò che ha suscitato interesse tra i ricercatori e pone oggi le basi di studio per quella che Gartner identifica come una Programmable Economy è l’architettura di riferimento che, uscendo dai confini del bitcoin/Bitcoin, viene identificata come Blockchain.
2) Bitcoin difficilmente può ‘reggere’ ambiti applicativi diversi dalla criptovaluta
Sviluppata per uno scopo specifico – lo scambio peer-to-peer di moneta digitale criptata basato sul consenso distribuito in un ambiente ‘trustless’, cioè senza controllo centrale -, il protocollo Bitcoin non supporta tutti i tipi di calcolo e manca anche di altre capacità cruciali necessarie per un uso ‘alternativo’ a quello dello scambio di criptovaluta.
3) L’architettura è sicura, ma non troppo
Dal punto di vista tecnologico l’infrastruttura è molto sicura, dal punto di vista degli ‘attori’ che operano attraverso di essa il rischio di frode non è da sottovalutare.
4) La compliance rende impraticabile la via della Blockchain pubblica
In un sistema dove gli utenti sono anonimi ed identificati da codici e pseudonimi diventa complesso rispondere, per esempio, alle leggi anti-riciclaggio. La trasparenza della Blockchain la rende inadatta allo scambio di informazioni che devono essere tenute confidenziali. È probabile che una volta raggiunta la maturità tecnologica, la Blockchain troverà differenti ‘nature’ applicative, magari anche secondo modelli ibridi dove i dati confidenziali sono mantenuti in Blockchain private accessibili solo a ‘soggetti di fiducia’ che con le opportune credenziali possono ‘agganciarsi’ magari da una Blockchain pubblica.