Studiare le possibili applicazioni della Blockchain al mondo del lavoro. È questo l’obiettivo che si pone il neo-costituito Osservatorio Italiano sulle politiche in materia di Blockchain, nato dalla collaborazione del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e l’Università degli Studi Roma Tre.
Un osservatorio che parte dalla constatazione che i cambiamenti in atto nelle politiche attive e dei servizi al lavoro, introdotti con il D.Lgs. n.150/2015, ne hanno ridisegnato architettura e filosofia, con un focus ancor più marcato sui dati e sulla loro aggregazione.
Al centro dell’attenzione del CNEL il Fascicolo elettronico del lavoratore
In particolare, nel Fascicolo elettronico del lavoratore confluiscono dati che afferiscono a enti e soggetti diversi, quali l’ Anpal, il Ministero del lavoro, i centri per l’impiego, soggetti pubblici e privati, compresi i fondi interprofessionali, enti formativi, scuole, università, Miur, Inps, Inail.
In questo scenario, proprio in una logica di confluenza delle informazioni e della conseguente necessità di garantirne l’integrità, la Blockchain viene guardata come strumento per costruire ed alimentare costantemente il Fascicolo.
Nel suo intervento di presentazione del progetto, Silvia Ciucciovino, consigliere Cnel e prorettore di Roma Tre con delega ai rapporti con il mondo del lavoro, ha sottolineato come la blockchain potrebbe aiutare nel “superamento dei problemi connessi alla creazione di un data base unitario a favore di una logica di data base distribuito”. In altre parole, la Blockchain consentirebbe di agganciare e organizzare tutte le informazioni a partire dall’identità del singolo lavoratore, dando vita a un sistema “in grado di tracciare e registrare nel tempo in modo attendibile, veloce, sicuro, conveniente, immodificabile, trasparente la storia del singolo nel mercato del lavoro”.
La gestione dei blocchi della catena
“La Blockchain – ha proseguito Ciucciovino – consente di realizzare il coordinamento dei sistemi informativi di tutti gli attori della rete nazionale delle politiche del lavoro, senza dover creare nuove banche dati, trasferirle o duplicarle e preservando l’autonoma generazione e gestione delle rispettive fonti informative da parte dei diversi soggetti che concorrono alla rete. Queste caratteristiche realizzano un vero e proprio data management condiviso tra istituzioni, pubbliche e private, che accedono alla rete nazionale”.
In pratica, i diversi attori abilitati a partecipare, già citati in precedenza, manterrebbero la piena titolarità ed esclusiva gestione delle rispettive basi dati e concorrono alla costruzione dei singoli blocchi della catena, inserendo ciascuno per la parte di propria competenza i dati e le registrazioni riguardanti il singolo lavoratore nel singolo blocco.
Lo scenario internazionale
Se Ciucciovino si è soffermata sugli aspetti più fattuali e pratici del progetto, Tiziano Treu, presidente Cnel, lo ha invece collocato in un contesto sovranazionale, sottolineando come l’Osservatorio del CNEL potrebbe entrare a far parte dell’EU Blockchain Observatory and Forum, “che ha già dato la disponibilità ad accoglierlo nella rete degli Osservatori europei”.