Il Consiglio regionale della Lombardia impegna la Giunta a sperimentare la Blockchain

Su iniziativa del consigliere Regionale del M5S Marco Degli Angeli è stata approvata una risoluzione, che impegna la Giunta anche a stabilire delle risorse economiche per accompagnare le imprese sulla Blockchain

Pubblicato il 14 Feb 2020

Lombardia mappa

La Lombardia fa un passo avanti concreto verso la Blockchain: nei giorni scorsi il Consiglio regionale ha approvato una importante risoluzione che impegna la Giunta regionale ad assumere una serie di iniziative per favorire l’adozione di questa tecnologia. Più nel dettaglio, il testo prevede di “collaudare esperienze di blockchain applicate all’attività istituzionale di Regione Lombardia nel settore agricolo ed, in particolare, per la tracciabilità dei prodotti sfruttando, ove opportuno, delle forme di database decentralizzati basati su registri pubblici, decentralizzati, distribuiti e cronologicamente interconnessi, condivisi, inalterabili e immodificabili…”. Inoltre la risoluzione impone alla Regione di “attivare strumenti di incentivazione all’adozione di sistemi blockchain per le filiere agricole con particolare riguardo alle filiere con certificazione obbligatoria o con adesione a marchi riconosciuti”, nonché a promuovere, attraverso la tecnologia blockchain e l’integrazione con l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale, l’adozione di sistemi di tracciabilità nella produzione dei prodotti agroalimentari del territorio lombardo, con particolare riguardo alle iniziative che favoriscono l’accesso da parte dei consumatori alle informazioni in ordine all’origine.

Marco Degli Angeli, Consigliere regionale Lombardia

La risoluzione è stata approvata su iniziativa del consigliere regionale del M5S Marco Degli Angeli, che ne ha raccontato a Blockchain4innovation gli obiettivi e finalità: “Si tratta di un atto importante, che è partito da una forza politica di opposizione come la nostra, non nascondo dunque che siamo molto soddisfatti dell’approvazione. L’iniziativa è nata nel dicembre 2018, con la votazione di un primo ordine del giorno in sede di bilancio. Allora come M5S Lombardia avevamo portato la richiesta di una maggiore attenzione sul tema della Blockchain, soprattutto per quanto riguarda le sperimentazioni nell’ambito della filiera dell’agroalimentare. Successivamente è scaturita questa risoluzione che è stata poi discussa e votata in Commissione agricoltura, sino ad arrivare al voto finale di pochi giorni fa in Consiglio Regionale”.

Una Blockchain pubblica e decentralizzata

Ma qual è la situazione di partenza della Lombardia in materia? In realtà nella Regione non si è proprio all’anno zero: è stata promossa ad esempio un’attività di data federation sull’industria della carne e su quella del latte, che si appoggia alla blockchain di Bitcoin. L’obiettivo è quello di rendere possibile alle imprese una maggiore trasparenza e tracciabilità nei confronti del cittadino. Pensiamo ai controlli veterinari sugli animali o sui prodotti caseari: la Blockchain potrebbe mettere poi a disposizione del cittadino consumatore questi dati, magari grazie a un’etichetta “parlante”, dotata magari di QR code. La risoluzione approvata nei giorni scorsi prevede però un passaggio in più: “In buona sostanza si tratta di una risoluzione che impegna la Giunta ad accompagnare le imprese che vogliono realizzare progetti pilota sulla Blockchain, non solo nell’ambito alimentare ma anche per esempio nel manifatturiero, come confermato anche in sede di dichiarazioni di voto dall’assessore all’innovazione Fabrizio Sala. Nella risoluzione si insiste molto sulla necessita di una blockchain pubblica e decentralizzata, che metta al centro il significato vero di Blockchain e che non sia soltanto una qualsiasi DLT privata”.

Blockchain non solo per l’agroalimentare

Oltre alla filiera agroalimentare esistono infatti altri settori che hanno già manifestato interesse e apprezzamento per la tecnologia Blockchain: tra questi il settore della cosmesi, in particolare da quella presente nella zona di Cremona, che costituisce un’articolata una filiera made in Italy che appare già pronta per una sperimentazione di questo tipo, così come il distretto della calza nel mantovano. “L’aspetto importantissimo è che la Blockchain sicuramente rappresenta uno strumento utile per il cliente finale, ma che può anche permettere di evidenziare al meglio il lavoro fatto  dalle imprese. Valorizzando i dati in possesso, che oggi spesso non sono leggibili o comunque poco usati in questa accezione di marketing. Pensiamo ad esempio alla riduzione dell’impronta ecologica? Come si fa a dimostrarlo in modo inequivocabile? Occorre valorizzare i dati a disposizione e la Blockchain è perfetta in tal senso”, aggiunge Degli Angeli. In prospettiva futura la tecnologia della catena a blocchi potrebbe rivelarsi molto utile anche per la Pubblica amministrazione regionale, permettendo di semplificare aspetti burocratici oggi complessi (come ad esempio bandi e concorsi) nonché assicurare la tracciabilità (ad esempio delle cartelle sanitarie). In realtà la Pa è un settore su cui Regione Lombardia potrebbe già muoversi in maniera autonoma, perché già in possesso dei dati base, da cui può essere innescata la trasparenza della blockchain.

Il finanziamento dell’iniziativa

Ma quanto costerà alla Regione Lombardia la promozione della Blockchain?Nella risoluzione approvata non si parla di cifre, che però dovranno essere previste, nella prossima sessione di bilancio di luglio. In particolare, spiega Degli Angeli, tali risorse non dovranno soltanto esaurirsi nel progetto di Blockchain vero e proprio, ma anche in tutte le fasi a monte. Ovvero si dovranno sostenere tutte quelle iniziative (pensiamo all’intelligenza artificiale o all’IoT) che possono determinare un’acquisizione del dato. Che, successivamente, può essere certificato e reso disponibile al cliente/cittadino tramite la Blockchain. Per quanto riguarda i passaggi futuri per la promozione di questa tecnologa, Degli Angeli evidenzia tre snodi fondamentali: “Nella prossima sessione di bilancio lavoreremo per capire la disponibilità economica della regione e, soprattutto, definire dei cluster per dei progetti pilota in modo da definire dei modelli operativi, per spingere progettualità su vari campi e vari temi. Bisognerà naturalmente capire bene come declinare i bandi. Volevamo poi lavorare alla nascita di un osservatorio lombardo sulla blockchain, per portare a bordo associazioni di categoria, osservatori già esistenti, una rappresentanza del Mise e della regione. Sono convinto che in questa fase, avere un osservatorio che definisca le best practice e segnali le difficoltà, potrebbe essere di ulteriore supporto e aiuto. Come terza attività, siccome a breve si parlerà di piano regionale dei rifiuti, cercheremo di comprendere come inserire la blockhain in un settore molto sensibile sulla tracciabilità. Teniamo poi molto a fare cultura sulla blockchain, occorre fare una corretta informazione e formazione. Va fatto sicuramente un grande lavoro a monte, dal momento sulle nuove tecnologie si fa spesso confusione, tanto che la Blockchain è ancora oggi associata alle criptovalute e a modi non leciti di fare guadagni, sia dal lato consumatore che delle imprese”.

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