La Giornata Internazionale della Donna è un’occasione importante per chiedersi quale possa essere l’impatto del Web3 nel favorire una maggiore uguaglianza di genere e in che modo la Blockchain possa essere vista come opportunità di empowerment femminile.
Donne e Blockchain in numeri
Che la presenza delle donne nelle professioni STEM e tecnologiche sia nettamente inferiore rispetto a quella maschile è un dato di fatto; è interessante, tuttavia, approfondire come questo divario si declini nell’ambito della Blockchain. Con questo fine è stata condotta, e pubblicata il 20 dicembre 2021, la prima analisi sulle professioniste del settore Blockchain: si tratta del Report “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa ”, portato avanti dall’Osservatorio Blockchain (IBNO) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dalla community internazionale Blockchain Ladies. L’indagine ha analizzato, attraverso un questionario e un censimento su LinkedIn, come si è declinata l’occupazione femminile in Italia nell’ambito di questa tecnologia, fornendo anche una panoramica sulle applicazioni di essa in materia di imprenditoria femminile, mondo dell’arte, ambito legale e persino lotta alle molestie sessuali sul lavoro. Nel Report sono presi in esame diversi aspetti rilevanti sul rapporto tra Blockchain ed empowerment femminile: quante donne, nel settore del giornalismo, scrivono di questa tecnologia? Quante professioniste si occupano del rapporto tra legge e blockchain e come questo approccio sta influenzando la loro carriera legale? Quali sono le politiche che favoriscono l’accesso delle giovani studentesse alle carriere ICT e STEM?
Se da una ricerca del World Economic Forum, si stima che la presenza femminile nella blockchain si attesti tra l’1% e il 5% (anche se si parla di numeri in crescita), dal Report dell’IBNO emerge che in Europa la maggioranza delle partecipanti che lavorano con la Blockchain ha un’età compresa tra i 26 e i 32 anni (36%); in Italia, c’è un numero rilevante di professioniste del settore anche over 50, con una forte predominanza di donne esperte di blockchain soprattutto nel Centro e nel Nord Italia. Infine, dall’analisi emerge che vi sono più esperte di Blockchain nel mondo della finanza e del fintech; a seguire, vi sono nell’ordine, il settore industriale, delle telecomunicazioni, della sanità, del cibo, dell’energia e della Pubblica Amministrazione. Da questi numeri, anche se emerge una situazione piuttosto negativa, si può affermare che la tendenza stia cambiando: diverse scienziate, legali, giornaliste stanno avviando la loro carriera verso questo settore e sempre più imprenditrici hanno fondato aziende e investito sulle applicazioni di questa tecnologia.
Blockchain & NFT Women: due esempi di successo
Un esempio particolarmente interessante su come la Blockchain e gli NFT stiano contribuendo a potenziare l’inclusione femminile nel mondo della tecnologia è Women Rise. Si tratta di un progetto dell’artista pachistano-americana, Maliha Abidi che, con il suo lavoro, ha sempre portato avanti istanze sociali come la difesa dei diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’istruzione delle ragazze e la lotta per le comunità emarginate. Attraverso i suoi progetti artistici, Abidi ha condiviso storie di donne incredibili, illustrate da oltre 9 anni, collaborando con organizzazioni come UN, Global Goals, Malala Fund e Google. Il suo ultimo progetto, Women Rise, è una raccolta di 10.000 pezzi d’arte NFT unici, da lei creati. La collezione rappresenta le donne di tutto il mondo, i cui tratti vanno oltre la semplice diversità dei colori della pelle. Attraverso la sua arte digitale, Maliha Abidi ha scelto di raffigurare il lavoro di attiviste, artiste, programmatrici e scienziate, rendendo così lo spazio NFT più diversificato e inclusivo.
Un secondo esempio è World of Women che si descrive come “a thriving community celebrating representation, inclusivity and equal opportunities for all ”. World of Women (WoW), fondata dall’artista Yam Karkai, si propone di costruire, quindi, un web3 inclusivo che, attraverso il coinvolgimento della sua community, favorisca una maggiore partecipazione femminile nel mondo crypto e, più in particolare, nel mercato degli NFT, anche perché si stima che le artiste rappresentino il 5% di tutte le vendite di opere NFT.
Sulla base di questa visione e di questi numeri, l’illustratrice Yam Karkai ha quindi creato la sua collezione di NFT che include una serie di 10.000 diversi avatar femminili da lei illustrati. La collezione le ha fatto guadagnare 40 milioni di dollari in due settimane e ha convinto celebrità come Reese Witherspoon, Shonda Rhimes, Eva Longoria e Huda Kattan a unirsi alla sua Community. Inoltre, la sua piattaforma, OpenSea, conta 5.100 proprietari e un volume di Ethereum scambiato pari a quasi 125 milioni di dollari.
Conclusione
Se è vero, quindi, che un numero sempre crescente di artiste, imprenditrici e collezioniste sta abbracciando il mondo della blockchain, delle criptovalute e degli NFT, sulla base degli studi analizzati è pure evidente come esista ancora un divario di genere molto forte in questo settore. Occorre portare avanti politiche che incentivino non solo le giovani ragazze ad intraprendere percorsi formativi più affini al settore della tecnologia, ma è necessario anche favorire iniziative culturali che instillino in loro l’interesse per la blockchain, affinché possano a tutti gli effetti diventare le protagoniste del futuro. Perché per citare Henry Ford, “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.