Nel tema caldo della posizione di dominanza monopolistica delle multinazionali Big Tech, che in questi ultimi tempi impegna le agende politiche di mezzo mondo, tra questioni di controllo dell’informazione, tassazione, cause antitrust relative alle applicazioni su iPhone e Android e altro ancora, comincia ad avere una certa visibilità il progetto del nuovo standard Internet Computer Protocol (ICP) della fondazione Dfinity. Un riconoscimento che è stato di certo favorito dall’intervento di Will Douglas Heaven, A plan to redesign the internet could make apps that no one controls, apparso nel luglio 2020 su “MIT Technology Review”, nel quale l’ICP è presentato come una concreta occasione di superare la distorsione nell’uso e nel modo di comunicare dettati unilateralmente da colossi come Google, Facebook, Amazon.
Dfinity, cos’è, breve storia
Dal momento della sua costituzione a Zurigo, nel 2016, il suo creatore Dominic Williams – oggi supportato da un team di oltre 200 tecnici sviluppatori e ricercatori che operano tra la Svizzera, Palo Alto e San Francisco oltre che da remoto da varie regioni del globo – ha perseguito tenacemente l’idea di un’alternativa all’Internet così come lo conosciamo oggi e che l’ICP ambisce di soppiantare a partire dal prossimo decennio ed entro vent’anni. Le parole d’ordine sono rete “decentralizzata”, “non proprietaria” e “libera da platform risk”, mentre la promessa è riuscire a far girare sul nuovo spazio web un numero infinitamente scalabile di app, pagine e servizi internet con grande efficienza e velocità. I vertici di Dfinity descrivono la propria creatura come rivoluzionaria, la terza grande innovazione nella tecnologia blockchain dopo il peer-to-peer di Bitcoin e gli smart contract di Ethereum.
Concretamente la rete blockchain di Dfinity è passata attraverso diversi step di sviluppo lanciati a partire dal 2019:
- Copper, con il rilascio del kit di sviluppo software (il canister SDK) e un nuovo linguaggio di programmazione che porta il nome di Motoko, ottimizzato per la creazione semplificata di software e servizi internet eseguibili in WebAssembly, e tuttora in continuo aggiornamento;
- Bronze, una dimostrazione al World Economic Forum di Davos della funzionalità del network attraverso l’applicazione LinkedUp (una versione decentralizzata di LinkedIn), con la dichiarata speranza di Williams che sia di ispirazione per creare ulteriori versioni aperte di altri software popolari, una sfida ai colossi tecnologici;
- Tungsten, fase in cui si è aperto per la prima volta l’Internet Computer a sviluppatori terzi e si è voluto dimostrare per mezzo di CanCan, una versione open source di TikTok sviluppata con solo un migliaio di righe di codice, la snellezza e la velocità dell’implementazione di app in Motoko su ICP i primi progetti realizzati su computer Internet da sviluppatori terzi);
- Sodium, che ha svelato il Network Nervous System (NNS), il sistema di governance algoritmica che gestisce la blockchain di Internet Computer in modo adattivo, controlla la partecipazione al network, certifica gli standard e la sicurezza dei data center indipendenti coinvolti e supervisiona le ricompense a utenti, sviluppatori e data center che partecipano al progetto; in questa fase, infatti, è anche stata svelata l’architettura della tokenomics del network, costruita su token denominati ICP (che possono essere utilizzati anche per partecipare alla governance, consentendo agli utilizzatori di votare le proposte che plasmeranno il futuro dell’Internet Computer)
- infine Mercury, lanciato il 7 maggio 2021 nella versione ultima Genesis, che è stata ufficialmente definita, dopo un’ampia revisione dell’intera infrastruttura, come un gateway aperto su questo nuovo cyberspazio pubblico.
Video: Dominic Williams spiega la Internet Computer Vision
Dfinity, come funziona
Oltre al caricamento immediato su rete di programmi, app e servizi IT, cioè senza dover passare per strutture centralizzate come Alphabet Inc. o Amazon Web Services, Internet Computer ha introdotto un’ulteriore svolta rispetto ai sistemi concorrenti, l’Internet Identity, che viene generata al primo accesso – insieme a un personale indirizzo wallet – e permette agli utilizzatori di accedere direttamente ai servizi del network con una protezione dati garantita dalla crittografia end-to-end attraverso la Chain Key Technology. Lo spiega in toni entusiasti in uno dei demo di Dfinity lo stesso Dominic Williams: “Vorrei che immaginaste un mondo in cui potete autenticarvi online in tutta sicurezza senza digitare username e password o ricorrere a chiavi crittografiche, semplicemente usando i vostri device. Vorrei che immaginaste un mondo in cui è possibile accedere ai servizi internet senza essere tracciati attraverso questi servizi. E vorrei che immaginaste un mondo in cui tutto ciò accade con una comodità di gran lunga maggiore rispetto a qualsiasi tipo di autenticazione in uso oggi”.
E ciò varrà sia da desktop sia da smartphone, visto che l’operatività di Internet Computer è in previsione di essere estesa anche alla rete cellulare grazie al nuovo sistema operativo denominato Endorphin, in fase di studio. Da un lato gli sviluppatori saranno liberi dalle restrizioni di Swift su iOS e di Java su Android e, dall’altro, non si dovrà più passare per l’app store (iOS) o il Playstore (Android), peraltro come già succede per un certo numero di app già consolidate. Gli utilizzatori vi accederanno tramite URL.
Tuttavia, né tale annuncio di ulteriore sviluppo, né il fatto che Dfinity abbia attirato l’interesse e il sostegno economico di nomi di peso, come Polychain Capital, Multicoin Capital, SV Angel o Aspect Ventures, hanno messo al riparo il valore di ICP dalla volatilità. Dal momento del suo debutto, concomitante al lancio di Mercury, l’asset ha subìto nei primi giorni dei vertiginosi saliscendi, fino a un ribasso che sfiora il 90% nel primo mese, a oggi stabilizzato. “Qualcosa è andato storto”, ha dichiarato Miguel Morel dell’azienda di analisi crypto Arkham Intelligence, notando che un andamento di questo genere per un simile progetto è davvero inusuale.
Video: Introduzione all’Internet Computer – Dfinity
Conclusioni
Evidentemente la concretizzazione del network presenta alcune importanti criticità, che paiono annidarsi da una parte nelle perplessità sull’effettivo controllo dell’Internet Computer che di fatto, per ora, è nelle mani di Dfinity, dall’altro nell’organizzazione poco chiara della sua tokenomics, come messo ben in evidenza dal “Report on the Internet Computer Token” di Arkham del 28 giugno 2021, pubblicato in collaborazione con DealBook.
Dovremo aspettare di vedere come si evolverà il progetto, ma soprattutto dovrà esserci più chiarezza da parte dei vari stati in relazione alla tokenomics che in questi mesi sta subendo attacchi creando il famoso termine FUD – “Fear, Uncertainty and Doubt.