La blockchain del progetto In2Dafne contro carenze e indisponibilità di medicinali

Il progetto INdustry INventory Dafne In2Dafne promosso dal Consorzio Dafne permette alle Istituzioni e alle aziende della filiera Pharma di aumentare la Supply Chain Visibility e di Intesa (Gruppo IBM) nel ruolo di provider tecnologico e partner dell’iniziativa

Pubblicato il 06 Ago 2020

IN2DAFNE

Il lockdown ha creato una serie di discontinuità in diverse supply chain e ha alzato il livello di attenzione in particolare sul mondo pharma. I temi e le criticità legati alla fornitura di medicinali e materiale farmaceutico hanno trovato una opinione pubblica particolarmente attenta e sensibile. Per l’industria farmaceutica, come per altre ragioni è accaduto anche per altre industrie, l’emergenza ha fatto emergere nuovi bisogni e nuove esigenze anche in termini di strumenti di analisi e di controllo a livello di filiera proprio per garantire quella continuità del business e dei servizi che le situazioni di emergenza straordinarie possono compromettere.

Il grande tema legato alla problematica delle “carenze e indisponibilità dei medicinali in tutta Italia” rappresenta una sfida per l’industria e un impegno anche sul piano sociale. Ed è proprio questo l’obiettivo che si è posta l’iniziativa In2Dafne – INdustry INventory Dafne un progetto, basato sull’utilizzo di tecnologie innovative per fornire un supporto concreto alle Istituzioni e alle aziende della filiera per aumentare la Supply Chain Visibility.

Il ruolo della blockchain per In2Dafne

Con In2Dafne si intende anche porre le basi per una gestione integrata e sincronizzata della distribuzione dei farmaci su tutto il territorio nazionale con una soluzione che fa leva su un’infrastruttura in grado di integrare le logiche Blockchain & Distributed Ledger su cui si inseriscono crittografie a chiavi asimmetriche per assicurare la garanzia di anonimato e di sicurezza.

Le scelte tecnologiche basate sulla blockchain permettono al Consorzio Dafne di svolgere un ruolo di governance sul progetto senza dover assumere la fisionomia di “terza parte fidata” che detiene le informazioni e ne garantisce l’accessibilità ai singoli attori secondo gli accordi definiti.

Il tema è di primaria importanza per tutto il settore tanto che anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha istituito da tempo una task force ad hoc per affrontare le due grandi criticità della “carenza” della “indisponibilità” di farmaci, anche dal punto di vista della tassonomia. Nello specifico si riconosce come “carente” un medicinale che risulta non reperibile sul territorio nazionale, in quanto risulta temporaneamente impossibile assicurarne una fornitura appropriata e continua; si riconosce invece come “indisponibile” un medicinale momentaneamente non reperibile in una determinata area, tipicamente a causa di distorsioni o problematiche legate alle dinamiche distributive.

Una visibilità completa dei farmaci su tutto il territorio nazionale

In questo scenario, risulta importante e determinante disporre di una completa visibilità a livello di disponibilità di farmaci sul territorio nazionale, rispettivamente in stock presso l’azienda farmaceutica e presso rete distributiva. Si tratta di dati che possono dare una visione più precisa del fenomeno grazie all’incrocio anche con i dati legati alle prescrizioni, in modo da disporre di un quadro più completo sullo stato della rete distributiva per singolo AIC (ossia, per singolo codice prodotto). Al contempo, grazie alla visibilità, aggregata e “anonimizzata”, sulla situazione della rete, la stessa filiera distributiva potrà essere messa nella condizione di intraprendere azioni di adeguamento mirate e circostanziate, potendo contare su una base informativa oggettiva, robusta e periodicamente aggiornata.

Il progetto vede all’opera un gruppo di lavoro dedicato che ha il compito di affrontare anche gli aspetti tecnici della soluzione e un ruolo fondamentale potrà essere svolto dai manager tanto dell’Industria quanto della Distribuzione che sono chiamati a dare il loro contributo al team del Consorzio e agli esperti di Intesa (Gruppo IBM), provider tecnologico e partner dell’iniziativa. Il progetto ha previsto sin dalla bozza iniziale un ruolo sia per ADF sia per FederFarma Servizi, in qualità di ulteriori garanti per gli attori della Distribuzione Intermedia sulla bontà dell’iniziativa, nonché sull’adeguata rappresentanza degli stessi sui tavoli istituzionali.

Dal canto suo, il Consorzio DAFNE, che rappresenta e raggruppa le aziende healthcare, le imprese della distribuzione intermedia, oltre a concessionari e depositari, ha voluto di mettere a disposizione le proprie competenze nell’ideazione e nella progettazione di soluzioni inter-organizzative, di ecosistema, per reagire prontamente a cambiamenti improvvisi e imprevedibili che impattano uno o più nodi della filiera.

Maurizio RiitanoPresidente del Consorzio Dafne sottolinea che il progetto “In2Dafne può essere un contributo fattivo e concreto a criticità che affliggono il sistema e che i nuovi scenari legati alle situazioni emergenziali hanno contribuito a rendere ancora più rilevanti. Aderire e promuovere iniziative come questa rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte delle aziende dell’ecosistema, perché può mettere tutti gli attori nelle condizioni di poter prendere decisioni più consapevoli e, quindi, di maggior efficacia, tanto nella prevenzione quanto nella mitigazione degli impatti derivanti dal verificarsi di carenze e indisponibilità”. Renato De Falco, Vicepresidente del Consorzio Dafne  ha osservato a sua volta che «La distribuzione, sia all’ingrosso sia al dettaglio, rappresenta un componente strategico per l’attuazione dell’approccio universalistico che sta alla base del nostro servizio sanitario nazionale. Ai grossisti, attivi appunto sulla base dei principi del “servizio pubblico” allo scopo di garantire la disponibilità e l’accesso a farmaci e prodotti su tutto il territorio nazionale, il progetto In2Dafne permette di trovare dati, informazioni e di fatto nuove conferme e supporto in questo ruolo. Anche Daniele Marazzi, Consigliere Delegato del Consorzio Dafne precisa che il progetto permette di affrontare in modo innovativo alcune criticità strutturali del sistema e alla soglia dei trent’anni dalla costituzione del Consorzio, rappresenta anche una conferma dell’impegno in favore dell’industria e della società.

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