La lotta alla disinformazione del NYT

Il team di ricerca e sviluppo sta esplorando un sistema basato su Blockchain per la registrazione e la condivisione di metadati sui media (immagini e video) pubblicati da organizzazioni giornalistiche per proteggersi dalla manipolazione e migliorare la fiducia degli utenti nel materiale informativo che incontrano. Inoltre, stanno conducendo ricerche sull’esperienza utente per identificare la tipologia dei segnali che possono aiutare gli utenti a riconoscere l’autenticità dei media

Pubblicato il 01 Ago 2019

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Riciclaggio di vecchie immagini, ritaglio e modifica selettivi, rallentamento e accelerazione dei video e creazione di media “sintetici” come i deepfake, sono alcune delle tecniche utilizzate per ingannare e confondere i consumatori di notizie, che alla fine diventano apatici e sfiduciosi alle notizie. La semplice esposizione alla disinformazione è problematica, ma essendo progettate per diventare virali, molte persone lo diffondono inconsapevolmente all’interno delle proprie reti.

I metadati relativi ai media pubblicati dalle organizzazioni giornalistiche e quindi informazioni relative a dove e quando sono stati acquisiti foto e video e da chi, nonché i passaggi dei processi di modifica e pubblicazione, potrebbero aiutare a combattere le fake news. Tuttavia, gli editori non hanno meccanismi affidabili per distribuirli su piattaforme di social media, app di messaggistica, browser e altri sistemi che fungono da ultima linea di difesa nella protezione degli utenti.

Come annunciato da CoinDesk in questo articolo, il progetto noto come News Provenance Project si propone di colmare questa lacuna e combattere il meccanismo di disinformazione e falsificazione dei media, realizzando una soluzione che funzioni per grandi e piccoli editori, piattaforme aperte e chiuse e soprattutto, persone.

Il team di ricerca e sviluppo del New York Times, composto da tecnologi e giornalisti che esplorano il potenziale delle tecnologie emergenti per il giornalismo, sta esplorando un sistema basato su Blockchain per la registrazione e la condivisione di metadati sui media (immagini e video in particolare) pubblicati da organizzazioni giornalistiche. Lo scopo è comprendere come alcuni degli attributi di questa tecnologia, per esempio immutabilità e decentramento, potrebbero essere usati per proteggersi dalla manipolazione e migliorare la fiducia degli utenti nel materiale informativo che incontrano. Inoltre, stanno conducendo ricerche sull’esperienza utente per identificare la tipologia dei segnali che possono aiutare gli utenti a riconoscere l’autenticità dei media.

Perché la Blockchain

La Blockchain offre meccanismi per la condivisione di informazioni tra entità in modi essenziali per stabilire e mantenere la provenienza dei file digitali. In particolare, i dati archiviati in una Blockchain sono immutabili e le copie del database possono essere conservate da più parti. Come i database in generale, ci sono una varietà di implementazioni blockchain, ognuna con diverse funzionalità per la gestione dell’accesso, la determinazione del consenso e così via.

Come PoC attualmente in corso fino alla fine del 2019, il NYT sta mettendo a punto un sistema per l’archiviazione e la condivisione di metadati contestuali sulle foto utilizzando Hyperledger Fabric, un framework blockchain autorizzato, privato e open source in collaborazione con IBM Garage, che ha realizzato progetti simili in altri settori.

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