Secondo uno studio rilasciato nei giorni scorsi da PwC, Blockchain, intelligenza artificiale, realtà aumentata, droni, Internet of Things, robot, realtà virtuale e stampa 3D sono le otto tecnologie emergenti con le quali le aziende di oggi hanno bisogno di familiarizzare. Nell’elenco, c’è una tecnologia che suscita parecchio interesse negli addetti ai lavori: la Blockchain. Ideata nel 2008 e progettata nel 2009, Blockchain è la tecnologia principale che sottende i Bitcoin. Si tratta di un registro distribuito, composto da dati immutabili, registrati in digitale e strutturati in pacchetti chiamati blocchi. Questi blocchi di dati salvati in digitale sono memorizzati in una catena lineare. Ogni blocco nella catena che contiene dati (ad esempio una transazione in Bitcoin) viene “spezzettato” attraverso un procedimento di cifratura, per proteggerlo. I blocchi di dati spezzettati attingono record dal blocco immediatamente precedente lungo la catena, garantendo così che tutti i dati nel complesso della Blockchain siano impossibili da manomettere e siano, pertanto, immutabili nel tempo. Alex e Don Tapscott, autori dello studio “How the Technology Behind Bitcoin Is Changing Money, Business, And The World” sostengono che le catene di blocchi sono pronte a rivoluzionare il mondo e citano il settore del fashion come uno di quelli nei quali il peso di questa tecnologia si farà sentire di più in futuro.
VeChain per Babyghost: la Blockchain anti-contraffazione
Esistono alcuni esempi concreti di come la Blockchain si sposa bene con il mondo della moda. Cominciamo la collaborazione tecnologica tra il brand di culto Babyghost (creato dai designer Joshua Hupper e Qiaoran Huange) e VeChain.
La partnership tra il marchio di moda e lo sviluppatore di progetti sulla nota tecnologia delle catene di blocchi dimostra il potenziale inesplorato che la Blockchain è in grado di offrire all’industria della moda. VeChain è un’app anti-contraffazione per smartphone creata dalla startup cinese BitSE. Fondata nel 2013, BitSE nel 2015 ha istituito un laboratorio di ricerca sugli smart contract, il consenso distribuito e le applicazioni decentralizzate (le cosiddette DAPP). La sua soluzione VeChain permette di verificare la provenienza dei prodotti e tutelare brevetti e proprietà intellettuale, a garanzia di una supply chain più trasparente per i produttori e marchi del fashion. Questa collaborazione non solo ha elevato l’interazione di Babyghost con la tecnologia, ma anche aperto gli occhi sul fatto che la portata della Blockchain va oltre i servizi finanziari. Si tratta di una tecnologia che sta aprendo nuove opportunità di valore per gli imprenditori e i marchi della moda. Questo vale in particolare per i beni di lusso, dove le catene di blocchi sono in grado di porre un freno al fenomeno dilagante della contraffazione.
Aziende come Blockchain Tech, utilizzano la tecnologia in questione per creare un registro sicuro che tiene traccia di chi possiede prodotti di design. Il database contiene tutto ciò di cui un utente ha bisogno per stabilire se il prodotto che sta per acquistare è davvero originale, specie se abbinata all’uso di etichette (tag) smart.
Blockchain Tech non è sola nell’affrontare questo problema. Chronicled è un’altra azienda che si occupa di introdurre la tecnologia Blockchain nel settore della moda. Utilizza gli smart tag per tracciare a ritroso la provenienza (e l’autenticità) delle scarpe da ginnastica di marca vendute in tutto il mondo.
Provenance: un passaporto digitale per ogni capo d’abbigliamento
Combattere la contraffazione non è l’unico vantaggio che la tecnologia Blockchain può offrire al mondo della moda. Questa tecnologia dà anche ai consumatori e ai marchi la possibilità di monitorare e visualizzare le informazioni sui prodotti acquistati lungo tutta la catena di fornitura. A rendere possibile tutto questo è una società chiamata Provenance, che ha usato la Blockchain per costruire un sistema di dati di tracking che memorizza in modo sicuro le informazioni sull’origine e le varie trasformazioni subite da un prodotto di moda. Si tratta di un sistema che è intrinsecamente verificabile, immutabile e aperto. L’obiettivo della società è di lavorare verso un protocollo di tracciabilità aperta che permetta alle aziende di certificare la propria filiera, creando una sorta di “passaporto digitale” che accompagna il capo d’abbigliamento dimostrandone non solo l’autenticità ma anche la “storia”, in modo onesto e trasparente.
31 Ottobre 2016
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