La tokenizzazione degli asset del mondo reale (RWA) rappresenta un’avanguardia nel panorama finanziario moderno, promettendo di rivoluzionare la modalità con cui gli asset, dai tradizionali strumenti finanziari a beni tangibili come immobili o opere d’arte, vengono trattati, scambiati e percepiti. Tale processo, sostenuto dalla tecnologia blockchain, non solo migliora la liquidità e l’accessibilità di questi asset ma apre anche la porta a nuove forme di asset digitali, ampliando significativamente l’orizzonte degli investimenti.
In questo contesto dinamico, istituzioni finanziarie di spicco come JPMorgan hanno già intrapreso iniziative significative, sottolineando la fattibilità e il potenziale della tokenizzazione attraverso piattaforme come la Tokenized Collateral Network (TCN). Tuttavia, con queste nuove frontiere emergono anche sfide normative complesse, soprattutto in termini di classificazione e gestione di varie forme di asset tokenizzati.
L’analisi degli RWA
Nel corso di questo articolo, proporremo un’analisi approfondita dell’inquadramento normativo attuale e in evoluzione per gli RWA, sia finanziari che non finanziari. Particolare attenzione sarà dedicata alla comprensione di come diverse giurisdizioni, in particolare l’Unione Europea, stanno affrontando la regolamentazione di questa innovazione finanziaria.
Uno degli aspetti cruciali che esploreremo riguarda la classificazione e la regolamentazione di specifiche casistiche di token, come i token semi-fungibili e gli utility tokens. Queste cripto-attività, a causa della loro natura, pongono sfide particolari in termini di conformità normativa, protezione degli investitori e integrità del mercato.
Ad esempio, i token semi-fungibili, che combinano caratteristiche di fungibilità e unicità, sollevano questioni complesse relative alla loro trattazione nel mercato, mentre gli utility tokens, utilizzati per rappresentare l’accesso a un servizio o prodotto, richiedono un esame distinto per determinare se e come dovrebbero rientrare nelle normative finanziarie esistenti.
Attraverso un’analisi dettagliata, questo articolo mira a fornire una visione chiara e approfondita di come la tokenizzazione degli RWA sta influenzando il panorama finanziario e normativo, delineando le sfide, le opportunità e le prospettive future di questa evoluzione.
La tokenizzazione degli asset finanziari
JPMorgan, una delle principali banche a livello globale, ha recentemente effettuato una significativa transazione basata sulla tecnologia blockchain, coinvolgendo BlackRock e Barclays.
Questa operazione ha visto la tokenizzazione delle azioni di un fondo monetario di BlackRock, che sono state poi trasferite a Barclays come garanzia per una transazione derivata over-the-counter (OTC). La mossa rappresenta un passo avanti significativo nella tokenizzazione degli asset finanziari tradizionali, un’area in cui JPMorgan vuole distinguersi.
Il processo di tokenizzazione è avvenuto in pochi minuti, grazie alla connessione tra l’agente di trasferimento del fondo e il Tokenized Collateral Network (TCN) di JPMorgan. Questo ha permesso un trasferimento quasi istantaneo tra BlackRock e Barclays, rappresentando una novità assoluta per tutte le parti coinvolte.
La piattaforma TCN di JPMorgan, parte della piattaforma Onyx Digital Assets, ha l’obiettivo di trasformare gli asset tradizionali in token digitali, facilitando così le transazioni e la gestione del capitale, in particolare riducendo l’attrito operativo nella gestione dei richiami di margine (i cc.dd. “margin calls”[1]).
Sebbene la piattaforma non sia completamente decentralizzata (è sempre opportuno sottolinearlo), rappresenta un significativo passo avanti verso l’adozione delle tecnologie blockchain nel settore bancario tradizionale.
Cosa sono gli RWA
Gli RWA, o “Real World Asset“, rappresentano la tokenizzazione di asset reali, come immobili, opere d’arte, oggetti e metalli preziosi o, come nel caso descritto pocanzi di JP Morgan, azioni, obbligazioni, ETF.
Questo processo consente di rappresentare la proprietà o una frazione di un bene reale sotto forma di token digitali, ovvero cripto-attività rientranti nel novero dei cosiddetti NFT (Non-fungible Token) che possono essere acquistati, venduti o scambiati su piattaforme blockchain.
La tokenizzazione degli RWA finanziari: quali benefici
Gli RWA finanziari tokenizzati grazie alla blockchain possono offrire i seguenti benefici:
- Programmabilità degli asset: il codice degli smart contract che gestisce la governance, la compliance, la privacy, l’identità (qui intesa come attributi di un processo di KYC[2]) e la partecipazione alla vita societaria degli stakeholder possono essere incorporati negli asset stessi.
- Semplificazione ed efficientamento dei processi: una maggiore automazione aumenta l’efficienza operativa complessiva, permette il regolamento dei titoli in tempo reale, riducendo i tempi di elaborazione, il potenziale di errore, il numero di passaggi intermedi e di intermediari necessari per raggiungere gli stessi livelli di fiducia tipici dei processi tradizionali; i processi automatizzati e resi più efficienti grazie alla blockchain innescano una riduzione dei costi infrastrutturali, dei costi operativi e dei costi transazionali.
- Reattività del mercato: gli asset tokenizzati permettono una maggiore personalizzazione rispetto agli asset standard e possono essere emessi in tempi più brevi; gli emittenti, di conseguenza, hanno la possibilità di creare strumenti finanziari digitali su misura che rispondono direttamente alla domanda degli investitori.
- Nuovi prodotti e mercati, maggiore sicurezza e trasparenza: la tokenizzazione degli asset finanziari permette una gestione più sicura e trasparente nell’intero ciclo di trading, consentendo al tempo stesso la nascita di nuovi modelli di business che possono portare a valore un sistema di governance altrettanto (più) trasparente; maggiore liquidità, minori costi di capitale, ridotto rischio di controparte, accesso a una più vasta base di investitori e capitali, inoltre, permettono di ampliare notevolmente i mercati.
- Autenticità: la tokenizzazione assicura l’integrità dei dati e permette di risalire alla provenienza dei beni, ricostruendone la storia completa delle transazioni in un’unica fonte di verità condivisa.
RWA e DeFi
Un’ulteriore opportunità offerta al mondo della tecno-finanza, in particolare dal Web3 e dallo sviluppo delle Dapp, si ritrova nella progettazione di nuovi prodotti e strumenti di finanza decentralizzata, nota anche con la sigla DeFi (Decentralized Finance), consentendo l’accesso a una più ampia platea di soggetti che potrebbero rischiare di essere potenzialmente discriminati – se non addirittura esclusi – con i sistemi centralizzati.
La tokenizzazione degli RWA finanziari, in questo senso, può rappresentare la base per uno sviluppo concreto e, come vedremo più avanti, anche regolamentato, della finanza decentralizzata.
Quali opportunità offre la tokenizzazione degli RWA finanziari per una banca
Chiarito il significato di RWA e spiegata la loro declinazione finanziaria, capiamo ora per una banca quali siano le opportunità offerte dagli RWA finanziari tokenizzati.
In breve, possiamo riassumerle come al seguito:
- Liquidità: la tokenizzazione di RWA offre una maggiore liquidità, rendendo più semplice e veloce l’acquisto e la vendita di frazioni di un asset.
- Efficienza: la tokenizzazione degli asset consente transazioni più rapide, riducendo i tempi e i costi associati ai trasferimenti tradizionali.
- Diversificazione: gli RWA tokenizzati offrono alle banche la possibilità di diversificare i loro portafogli, accedendo a nuove asset class e riducendo i rischi associati agli investimenti tradizionali.
- Innovazione: l’adozione della tecnologia blockchain e la tokenizzazione degli RWA rappresentano un’opportunità per le banche di posizionarsi come leader nell’innovazione finanziaria.
La regolamentazione degli RWA tokenizzati in Europa
Concludiamo questo breve articolo proponendo un inquadramento sotto il profilo legislativo comunitario (tuttora in fieri) degli RWA tokenizzati.
Sebbene l’iniziativa di JP Morgan abbia ad oggetto gli RWA finanziari, peraltro in giurisdizioni extra-europee, riteniamo opportuno e utile soffermarci anche sugli RWA non finanziari, laddove attenzionati, insieme ai primi, in un framework normativo europeo in costante evoluzione ma, nondimeno, più avanzato rispetto a quello di altre geografie.
Ci riferiamo, nello specifico, a due regolamenti promulgati nel corso degli ultimi 18 mesi:
- Regolamento (UE) 2023/1114 del 31 maggio 2023 relativo ai mercati delle cripto-attività, altresì noto come “MiCAR”.
- Regolamento (UE) 2022/858 del 30 maggio 2022 relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito, altresì noto come “DLT Pilot”.
Il regolamento MiCA
MiCAR è stato introdotto per regolamentare il mondo emergente delle cripto-attività, specialmente quelle che non rientrano nella categoria tradizionale degli “strumenti finanziari“.
Il regolamento non si applica, quindi, ai cosiddetti “security tokens“, ovvero quegli asset digitali che rappresentano la proprietà di un asset reale, simili alle azioni in una società o obbligazioni. Questi rientrano nelle regolamentazioni esistenti per gli strumenti finanziari tradizionali.
Per un approfondimento sul MiCAR rimandiamo a due articoli, a firma di chi scrive, pubblicati in precedenza su PagamentiDigitali.it:
- Cripto-asset: il MiCAR in attesa del voto al Parlamento europeo (26 gennaio 2023);
- Cripto-asset: MiCAR approvato dal Parlamento europeo (20 aprile 2023).
Il regolamento DLT Pilot
Il regolamento DLT Pilot è stato creato per gestire una specifica categoria di cripto-attività conosciuta come “security tokens“. Trattasi di particolari tipi di asset digitali che hanno un funzionamento alquanto simile ai tradizionali strumenti finanziari e sono, quindi, soggetti a molte delle stesse regole, in primis alla MIFID.
Tuttavia, a causa della natura unica e della tecnologia emergente dietro questi “security tokens” (la tecnologia dei registri distribuiti), applicare le vecchie regole direttamente a questi nuovi strumenti sarebbe stato complicato e avrebbe potuto non attuarsi come previsto. Pertanto, invece di cercare di forzare queste nuove attività in un quadro regolamentare esistente, il regolamento DLT Pilot ha introdotto il concetto di “regime pilota” o “sandbox“.
Tale “sandbox” è un ambiente controllato e sicuro in cui queste cripto-attività possono essere emesse e scambiate e dove le autorità possono vedere come funzionano le cose in pratica. È come un campo di prova che permette di sperimentare e apprendere in tempo reale. Questo approccio aiuta a capire quali regole funzionano, quali non funzionano e quali potrebbero essere necessarie in futuro.
In sostanza, il regolamento DLT Pilot permette di esplorare come i “security tokens” e tecnologie simili possono adattarsi nel mondo finanziario esistente, stabilendo le fondamenta per regolamentazioni future che saranno create sulla base di ciò che verrà appreso durante questo periodo di sperimentazione.
La regolamentazione degli RWA finanziari
La breve introduzione ai due principali regolamenti offerta nel precedente capitolo dovrebbe avere già contribuito a chiarire alcune caratteristiche di riconducibilità tipiche degli RWA finanziari.
Quando gli RWA hanno un sottostante rappresentato da azioni, obbligazioni o fondi, oppure anche prestiti cartolarizzati[3], queste cripto-attività vengono altresì definite come “security token” (letteralmente “titoli tokenizzati”) o, più semplicemente, “strumenti finanziari digitali”.
In quanto tali, pertanto, non sono attratti nell’ambito applicativo del regolamento europeo sul mercato delle cripto-attività, il MiCAR, bensì ricadono nel regolamento comunitario cosiddetto “DLT pilot”, recentemente attuato anche in Italia con il “Decreto Fintech”[4].
La regolamentazione degli RWA non finanziari
Nel caso di RWA non finanziari, la regolamentazione appare (per ora) decisamente meno chiara.
Ove considerati come NFT potrebbero essere attratti nel MiCAR che introduce il concetto di “parti frazionarie di un cripto-asset unico e non fungibile”. Più precisamente, il regolamento prevede che la sola attribuzione di un identificatore unico a una cripto-attività (come avviene per gli NFT), non sia ritenuta sufficiente a classificarla come unica o non fungibile. Parimenti, i beni o i diritti rappresentati dall’NFT devono essere unici e non fungibili affinché la cripto-attività sia considerata altrettanto tale.
NFT che rappresentano digitalmente il valore di RWA, come nel caso di real estate, ad esempio, potrebbero ricadere nell’ambito oggettivo di applicazione del regolamento, in quanto frazionabili, ovvero frazionate.
Per gli NFT cosiddetti “puri”, quali potrebbero essere quelli che tokenizzano RWA in cui il sottostante è un bene prezioso non frazionabile, invece, il legislatore comunitario prevede almeno due opzioni:
- la possibilità che siano riconsiderati nell’ambito applicativo della revisione del MiCAR (c.d. “MiCAR2”);
- la previsione di una disciplina ad hoc, non di natura finanziaria ma più vicina a regole in materia di protezione del consumatore.
La possibile confusione con i security tokens
Occorre, infine, chiarire un distinguo che, mai come per il caso di specie, può essere foriero di interpretazioni fallaci.
Laddove ricorressero le condizioni più sopra descritte per attrarre nell’ambito di MiCAR un RWA non finanziario, è assolutamente necessario capire se l’NFT possa conferire un’ipotesi di guadagno futuro per chi, conoscendo le chiavi crittografiche, può vantarne la disponibilità. Ove ciò avvenisse, la riconducibilità al MiCAR verrebbe comunque meno e la cripto-attività rientrerebbe, almeno potenzialmente, nel novero dei security tokens.
Attenzione ai token semi-fungibili
Per alcune tipologie di RWA tokenizzate, l’ipotesi di guadagno futuro potrebbe non essere così semplice da prevedere. In particolare, ci vogliamo riferire a certuni token definiti come semi-fungibili.
I token semi-fungibili si caratterizzano per agire sia come fungibili sia come non fungibili, durante il loro ciclo di vita. Al momento della creazione, questi token si comportano come token fungibili, ossia possono essere scambiati alla pari con altri token semi-fungibili identici. Una volta riscattati, però, i token perdono il loro valore nominale. Questa perdita di valore “scambiabile” rende i token scaduti non fungibili.
Il caso dei memorabilia tokenizzati
Può essere utile un esempio per comprendere meglio.
Immaginiamo di poter disporre di un token che rappresenta un biglietto di tribuna per assistere a un concerto dal vivo del nostro artista preferito, in un teatro situato nella stessa città in cui risiediamo. Il biglietto avrebbe un valore nominale e potrebbe essere scambiato con un altro biglietto che garantisce il diritto di assistere in tribuna all’evento, ma a patto che si tratti dello stesso artista che esegue la sua performance nella stessa data e nel medesimo luogo.
Una volta conclusosi l’evento, il token che rappresenta il biglietto diventerebbe un cimelio da collezione, ossia un memorabilia e avrebbe un valore completamente nuovo. In questa “seconda fase” della sua “vita” il token (ovviamente) non potrebbe più essere scambiato con altri, similmente a quanto avveniva nella prima parte del suo ciclo di vita.
La possibile “seconda vita” di un utility token
In sintesi, avremmo così che un RWA non finanziario (il biglietto) rappresentato come token semi-fungibile, potrebbe nel tempo acquisire un valore di mercato nella dimensione di memorabilia digitale e, come tale, negoziabile nei mercati secondari tramite smart contract su blockchain, potendo prevedere un’ipotesi di guadagno futura (ancorché incerta).
In una siffatta circostanza, ovviamente non semplice da accertare ex ante, l’interpretazione che ricondurrebbe, per usare una terminologia del MiCAR, agli “utility tokens” (così dovrebbe essere considerato nella fase iniziale del ciclo di vita), potrebbe non essere più valida.
Conclusioni
Impatto e sfide della tokenizzazione
La tokenizzazione degli asset del mondo reale (RWA) rappresenta una svolta epocale nell’ambito finanziario, delineando un futuro in cui la liquidità, la trasparenza e l’accessibilità degli asset sono potenziate grazie alla digitalizzazione. Questa innovazione, che abbraccia asset sia finanziari sia tangibili, promette di democratizzare l’investimento e di rivoluzionare la gestione degli asset.
Tuttavia, la complessità che ne deriva, specialmente in relazione ai token semi-fungibili e agli utility tokens, introduce sfide normative e operative significative. La capacità di questi token di assumere una “seconda vita”, acquisendo nuove forme di valore e negoziabilità, esige un’attenzione particolare per garantire la protezione degli investitori e la conformità con i regolamenti finanziari.
L’evoluzione della regolamentazione e la DeFi
L’Europa sta compiendo passi da gigante con iniziative come MiCAR e DLT Pilot, cercando di creare un ambiente regolamentato sicuro e favorevole all’innovazione. Questi sforzi normativi sono essenziali per tenere il passo con le rapide evoluzioni nel campo della tokenizzazione e della finanza decentralizzata (DeFi).
Quest’ultima, con la sua promessa di inclusione finanziaria e trasformazione del trading e degli investimenti, rappresenta un territorio fertile ma ancora in gran parte inesplorato. La sfida sta nel bilanciare la regolamentazione con la libertà di innovazione, garantendo che le nuove frontiere della tecnologia finanziaria possano essere esplorate senza compromettere la sicurezza e l’integrità del sistema finanziario più ampio.
Verso un futuro collaborativo e equo
In conclusione, la tokenizzazione degli RWA trascende la mera tendenza tecnologica, emergendo come un fenomeno che ha il potenziale per ristrutturare l’economia globale. Il suo impatto potrebbe essere profondo e vasto, condizionando non solo come gli asset vengono scambiati, ma anche come le persone interagiscono con le opportunità finanziarie.
Per affrontare questo futuro promettente ma incerto, è necessario un dialogo costante e costruttivo tra innovatori, autorità di regolamentazione, investitori e consumatori. L’obiettivo dovrebbe essere la creazione di un ecosistema di tokenizzazione equo e resiliente, che valorizzi l’innovazione pur salvaguardando gli interessi di tutti gli stakeholder. Questo futuro richiede una collaborazione senza precedenti e una comprensione profonda delle implicazioni socioeconomiche della tokenizzazione.
FONTI
- JPMorgan moves to commercialise blockchain with Tokenized Collateral Network, Finextra, 11 ottobre 2023 (u.a. 16/10/2023)
- Why JPMorgan Launches Platform to Tokenize Financial Assets?, Altcoinbuzz, 13 ottobre 2023 (u.a. 16/10/2023)
- BlackRock, Barclays use JPMorgan blockchain app in milestone trade, Blockworks, 11 ottobre 2023 (u.a. 16/10/2023)
- JPMorgan Debuts Tokenized BlackRock Shares as Collateral with Barclays, 11 ottobre 2023, (u.a. 16/10/2023)
- Conoscere la blockchain, Garavaglia R., Hoepli Editore, maggio 2021
- Tutto sugli NFT, Garavaglia R., Hoepli Editore, febbraio 2022
NOTE
[1] I “richiami di margine” sono richieste da parte di un broker o di una banca affinché un investitore aggiunga più fondi al suo conto di margine. Questo avviene quando il valore degli investimenti scende sotto un certo livello, mettendo a rischio il denaro prestato dal broker per operazioni finanziarie a leva.
[2] Know Your Customer.
[3] Cartolarizzazioni previste dal regolamento (UE) 2017/2402.
[4] Decreto-legge del 17/03/2023 n. 25, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 65 del 17 marzo 2023.