La Blockchain è per, sua stessa natura, una tecnologia perfetta per fare sistema e mettere in collegamento i vari attori di una determinata filiera produttiva. Ma è possibile andare anche oltre, mettendo a fattore comune conoscenze ed esperienze che provengano tra attori di diversi settori, proprio con l’obiettivo di favorire la realizzazione concreta di progetti che utilizzano questa tecnologia che, specie nel nostro Paese, si trova ancora in una fase embrionale. Con questo obiettivo è nata in Italia la rete Meditchain, il primo consorzio dedicato alla Blockchain, che mette in condivisione di costi e ricavi, oltre che il cruciale aspetto della formazione. Più precisamente il Consorzio ha lo scopo di strutturare e condividere una rete privata di nodi, basandosi su un registro distribuito e condiviso, garantendo decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità dei dati, sfruttando i concetti e i principi della Blockchain.
Meditchain: costi e ricavi condivisi
Da un punto di vista tecnico la rete Meditchain è una blockchain di tipo Permissioned realizzata con Hyperledger Fabric, progetto collaborativo ed open source guidato dalla Linux Foundation. La sua realizzazione è stata curata da InformAmuse, società nata come spin-off del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Palermo. In buona sostanza, ogni Nodo di Meditchain può comunicare con gli altri soltanto con le credenziali rilasciate dal Consorzio, che definisce quali nodi possono leggere o scrivere sul Ledger. La natura consortile di Meditchain fa sì che i consorziati condividano tra loro i costi ma anche i ricavi, con i rapporti legati alle transazioni che vengono regolati attraverso il token Meditchain. A disposizione ci sono poi anche una dashboard comune, un ambiente di testing e un’assistenza sistemistica e software. Con questa base il Consorzio è già al lavoro su numerosi progetti, che hanno declinazioni piuttosto differenti: tra queste l’Agrifood, contro le frodi e la contraffazione alimentare a tutela del Made in Italy, il mondo dell’arte, per garantire la tracciabilità e l’autenticità delle opere, il settore finanziario e assicurativo, per offrire servizi innovativi e garantire maggiore trasparenza, ma anche la Pubblica Amministrazione, nell’ottica di offrire servizi per il cittadino trasparenti, inclusivi e sicuri.
La Blockchain chiavi in mano
Dietro la nascita di Meditchain c’è la spinta di uno dei soci del consorzio, Moneynet, società attiva da diversi anni nei servizi di pagamento, nonchè del suo fondatore, Marco Di Marco, che è anche presidente del Consorzio: “Meditchain è un’entità che permette di aggregare soggetti provenienti da diverse industry (bancario, consulenza, ecc).Il consorzio è un unicum rispetto a un mercato come quello della Blockchain, dominato da brand che lavorano in maniera solitaria. Uno dei maggiori vantaggi è che, grazie alla formazione erogata dal consorzio e alla tecnologia resa disponibile, le aziende che vi aderiscono hanno la possibilità di operare immediatamente nel mondo della Blockchain, quasi chiavi in mano, semplicemente pagando la quota di iscrizione prevista per il consorzio”.
Ostacoli di tipo culturale
Per il momento hanno aderito a Meditchain sette realtà, ma l’obiettivo è di salire rapidamente di numero, raggiungendo circa 20 consorziati entro la fine del 2019, coinvolgendo operatori provenienti da altri settori produttivi ma anche soggetti come le startup. Guardando più in prospettiva, il Consorzio Meditchain ritiene che un punto fondamentale per lo sviluppo della rete Blockchain sia l’interoperabilità e il dialogo tra le diverse reti, che attualmente viaggiano su binari completamente separati. Più in generale per Di Marco gli ostacoli ancora esistenti alla piena affermazione della Blockchin non sono però di tipo tecnologico, ma prettamente culturali, dunque il ruolo di Meditchain sarà anche quello di fare un lavoro di tipo culturale,