Mercato dell’arte digitale e blockchain: l’irresistibile ascesa del Non Fungible Token

Applicando i Non Fungible Token a un’opera d’arte digitale diviene possibile la certificazione dell’originalità e della proprietà della stessa, nonché tracciarne tutta la storia, dalla firma dell’artista all’ultimo collezionista che la detiene.

Pubblicato il 03 Mag 2021

Vincenzo Rana

co-fondatore e consulente scientifico di Knobs e BCode, ricercatore e docente presso Politecnico di Milano

arte digitale

Con una crescita esponenziale, la risorsa digitale del Non Fungible Token si impone sempre più all’attenzione di esperti di criptovalute e investitori nel mercato dell’arte. Nel 2020 si è assistito a una vera e propria esplosione dell’arte digitale, con vendite per oltre 250 milioni di dollari, in un’ascesa che sembra inarrestabile. Nel solo mese di dicembre, attraverso la piattaforma Nifty Gateway, il visual e graphic artist Beeple ha venduto oltre 20 opere per un totale di 3,5 milioni di dollari. L’immateriale sta diventando materiale. In altri termini, applicando i Non Fungible Token a un’opera digitale diviene possibile la certificazione dell’originalità e della proprietà della stessa, nonché tracciarne tutta la storia, dalla firma dell’artista all’ultimo collezionista che la detiene.

Si tratta di una tecnologia recente, ma già utilizzata in alcune funzioni come lo scambio dei documenti. L’Osservatorio Blockchain del PoliMI, ad esempio, ha utilizzato la “piattaforma report” per distribuire la proprietà (dimostrabile) dei report di ricerca. La piattaforma è stata sviluppata con l’azienda Knobs e permette anche la generazione di wallet non custodial, che abilitano gli utenti a ricevere, conservare e gestire in modo sicuro criptovalute e token.

NFT e arte digitale: alla conquista del mondo reale

Il mercato dell’arte è stato tra i primi a sperimentare l’utilizzo di NFT e blockchain e a coglierne l’importanza. Associare un NFT a un’opera d’arte significa, infatti, non solo crearne un gemello digitale certificato, ma anche poterne tracciare la distribuzione e proteggerla da contraffazioni e riproduzioni non autorizzate.

In questo contesto, è il concetto stesso di arte digitale che si trasforma e assume contorni sfumati, universali, fino a includere tantissime forme di espressione visuale, da quelle più propriamente artistiche, arte grafica e digitale, fotografia e musica, fino a sport cards, mondo virtuale e realtà aumentata, con casi di successo come Wallem, il gioco basato sulla blockchain di Ethereum che consente di conquistare premi e criptovalute.

Si spazia dal “moment”, videoclip di 15 secondi che immortala momenti memorabili dell’NBA – celeberrimo quello con la stoppata di LeBron James venduto all’astronomica cifra di 99mila dollari – a foto di personaggi famosi, come quella che ritrae il volto di Lindsay Lohan, liquidata per 17mila dollari. Tra i primi ad afferrarne appieno le potenzialità e a farsi apripista è stato, come già accennato, l’artista americano Beeple. Ogni sua opera è registrata su blockchain, con NFT che contiene la sua firma a garanzia di autenticità

La sua provocatoria opera d’animazione di 10 secondi, che mostra persone a passeggio davanti a un gigantesco nudo di Donald Trump, disteso a terra a faccia in giù e coperto di slogan, è stata acquistata lo scorso ottobre su Nifty Gateway dal venticinquenne Pablo Rodriguez-Fraile per 67mila dollari e già rivenduta per 6,6 milioni di dollari.

Nello scorso febbraio, con la sua opera “Everydays. The first 5000 days”, Beeple è entrato nel raggio di Christie’s, la celebre casa d’aste inglese.

arte digitale

L’opera Everydays. The first 5000 days dell’artista Beeple

L’alba di una golden age per l’arte digitale

Siamo di fronte a una rivoluzione. Ciò che fino a ieri era immateriale, virtuale, sta diventando materiale, collezionabile, rivendibile. Grazie all’applicazione dei NFT, sta diventando un bene, con un preciso valore d’acquisto, che può crescere a dismisura. E dunque, un bene su cui vale assolutamente la pena investire.

Super Rare resta al momento la piattaforma verticale più quotata per la ricerca di pezzi unici, che vengono proposti a cifre altissime, mentre Nifty Gateway è la più utilizzata dagli investitori in cerca di multipli. Entrambe sono ambitissime dagli autori di arte digitale, che stanno vivendo l’inizio di una golden age, un’età dell’oro.

Sacrificati finora dalle modalità del mercato dell’arte tradizionale, i digital artist hanno ora a disposizione una risorsa incredibile per presentare le proprie opere, arrivare al grande pubblico e monetizzare. È una risorsa cruciale, ma che al momento resta elitaria: la maggior parte degli artisti digitali ha appena cominciato ad avvicinarsi a questo mondo, a conoscerne i canali e le tecnologie, a partecipare alla selezione all’ingresso che propongono alcune piattaforme. Ma presto, gli artisti di digital art, grafica, 3D modeling, che finora avevano relegato la loro arte a hobby, diventeranno consapevoli del salto di qualità che consente di compiere.

Ben diverso rispetto a SuperRare o Nifty Gateway è il caso di OpenSea, il più grande marketplace di NFT, piattaforma orizzontale ad accesso libero, che raccoglie non solo opere d’arte, ma contenuti digitali vari, ampiamente utilizzata per rivendere opere acquistate su altre piattaforme.

Deconstruction, un’opera in vendita sulla piattaforma di arte digitale Super Rare

Chi sta investendo in questo settore

Quando le criptovalute entreranno a pieno titolo nel mondo finanziario e ciascuno di noi potrà disporre di una parte di portafoglio in moneta virtuale, sicuramente questo mercato diventerà semplicemente una delle forme di investimento possibili e l’opera sarà elencata nel portafoglio a fianco di valute reali e virtuali, un po’ come già avviene oggi su Heydoo o Metamask.

Al momento, però, attira principalmente investitori già attivi nel digitale e nella criptocurrency, dando vita a un fenomeno di collezionismo assolutamente nuovo e sui generis.

Non si compra l’NFT di un’opera solo per investimento. Dietro ci sono sempre, anche, il gusto e lo spirito del vero collezionista. Esistono così terre virtuali, come Decentraland, Earth 2 o Sandbox, dove la collezione può essere organizzata in gallery o museo e mostrata agli amici. E similmente, ci sono cornici fisiche di tutte le dimensioni, come quelle di Infinite Objects, che consentono di avere l’intera collezione di arte digitale che gira in loop, esposta in casa come fosse reale.

Chi è interessato e coinvolto in questo mondo non si muove attraverso i social network di larga diffusione, come Facebook e Instagram, rei tra l’altro di aver bannato l’intero mondo cripto, ma attraverso canali di comunicazione insider, come Telegram, Twitter, Reddit o Discord.

Come funziona l’NFT di un’opera

Un NFT è un token, un gettone virtuale, che può essere creato su blockchain e che può essere associato a un bene fisico o immateriale, come appunto un’opera d’arte o una canzone. Il suo valore dipende ovviamente da chi “emette” il token, raggiungendo l’apice quando è l’autore stesso a crearlo, e magari anche a firmarlo (sempre digitalmente, ovviamente).

Non essendo possibile duplicare un NFT, questo diventa a tutti gli effetti un cosiddetto digital tween del bene in questione, e può essere utilizzato come certificato di autenticità o garanzia, e trasferito ad altri con estrema semplicità, ad esempio cedendolo in cambio di valore o scambiandolo con altri NFT, proprio come avremmo fatto con delle figurine.

Un nodo ancora da sciogliere riguarda la gestione dei diritti intellettuali: non è chiaro se l’acquisto comporti l’acquisizione integrale dei diritti IP o solo quelli dell’opera in digitale.

Se da un lato il collezionista compra soprattutto per “emozione”, la gestione dei diritti IP resta rilevante. Gli smart contract connessi alla tecnologia blockchain, potrebbero essere uno strumento utile, quando di parla di passaggio di diritti.

Quali prospettive per l’evoluzione dell’arte e dei mercati correlati

Al momento, a poter essere acquistate sono unicamente opere digitali, ma il mercato e gli interessi degli investitori sono in continua evoluzione.  Alcuni collezionisti stanno valutando l’opportunità di trasferire le proprie opere e il loro valore anche in digitale. È già stato realizzato il primo tentativo di creare una piattaforma che consenta di “tokenizzare” i grandi artisti della storia, creando versioni NFT ad esempio di De Chirico.

Altri possibili interlocutori entreranno in gioco nel prossimo futuro, fondazioni, istituti bancari, nuove forme d’arte digitale. Tutto contribuirà a modellare e implementare questo mercato, impensabile fino a qualche anno fa, e a dare forme inaspettate al futuro.

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