La tracciabilità garantita dalla Blockchain può essere la chiave per rinforzare il legame di fiducia con il consumatore finale ed essere la base per affrontare l’espansione su nuovi mercati. Lo dimostra una storia che vede intrecciarsi questa moderna tecnologia digitale con la produzione agroalimentare di una zona a elevata vocazione agricola come la Val d’Orcia (Siena). Questa storia coinvolge tre attori: l’azienda agricola Mulino Val d’Orcia, produttore di farina e pasta; OSItalia, società specializzata nella realizzazione e distribuzione di software gestionali per le imprese; Ifin Sistemi, società attiva nella gestione documentale, che già dal 2017 propone TrustedChain, una blockchain privata e certificata (con nodi gestiti dai Trust service provider europei) per garantire la protezione dei dati sensibili delle aziende. Il cliente interessato alla applicazione della blockchain è stato naturalmente il Mulino Val d’Orcia, nato negli anni Settanta come impresa agricola e oggi attivo anche nella produzione di farina e pasta di altissima qualità, prodotte a partire dal grano antico coltivato nel podere di proprietà.
La filiera corta del Mulino Val d’Orcia
Come racconta il titolare del Mulino, Amedeo Grappi, “Dal 1992 la nostra azienda è certificata bio; inoltre il nostro mulino ha una macinazione a pietra, fattore che rende la farina più ricca di sali minerali e fibre. Inoltre utilizziamo soltanto ed esclusivamente grani antichi, che a livello nutrizionale hanno meno glutine e più proteine assimilabili. Questi elementi rendono il nostro prodotto migliore sia dal punto di vista nutrizionale che organolettico”. La produzione di pasta e farina è poi destinata al mercato di riferimento (ristoratori e negozi specializzati), attraverso un marchio dedicato. Quello del Mulino Val d’Orcia è insomma un caso classico di filiera corta di un prodotto agroalimentare a elevato valore, perfetto per sposarsi con le caratteristiche della blockchain che, grazie alla possibilità di certificare in maniera immutabile i dati di produzione, permette di valorizzare al massimo la tracciabilità.
La Blockchain per portare valore all’industria del software
La strada del Mulino Val d’Orcia si è così incrociata così con quella di un concessionario di OSItalia, diventando così il primo progetto pilota della software house in ambito Blockchain. Ma perché a sua volta OSItalia ha deciso di scommettere sulla Blockchain? “Siamo sempre pronti ad accogliere le innovazioni che arrivano dal mercato e quindi in questo caso ci siamo impegnati in prima persona per supportare il nostro concessionario, che è rimasto comunque sempre responsabile del cliente finale, proprio come prevede il nostro modello di business – racconta Fabio Provvedi, Direttore commerciale di OSItalia -. Inoltre, come attori dell’industria del software, abbiamo una visione ben chiara: nel prossimo futuro, il valore della licenza sarà sempre meno impattante in un progetto, mentre lo saranno sempre di più i servizi. Ormai i gestionali e altre tipologie di programmi sono sempre più simili e standardizzati, mentre quello che può fare la differenza è rappresentato invece dai servizi a valore aggiunto, come ad esempio la fatturazione elettronica e la blockchain”.
La certificazione sicura di TrustedChain
In questo contesto, la volontà di OSItalia di fare un passo avanti in direzione della Blockchain si è incontrato con la tecnologia a disposizione di Ifin Sistemi, con cui esisteva già una collaborazione in materia di conservazione digitale a norma. La reciproca conoscenza ha permesso di avviare la collaborazione sulla Blockchain, facendo appunto riferimento alla piattaforma TrustedChain di Ifin Sistemi, che è alla base del funzionamento del progetto relativo al Mulino Val D’Orcia. Come spiega infatti Giovanni Martingano, amministratore unico di Ifin Sistemi: “Il valore aggiunto di questa tecnologia è che esiste una terza parte che certifica le informazioni conservate nella Blockchain. Troppo spesso vediamo sul mercato delle autocertificazioni che, però, lasciano il tempo che trovano, dal momento che se gli operatori non agiscono in maniera corretta, neanche i dati autoprodotti e autocertificati possono essere considerati veritieri. TrustedChain consente invece di affidarsi a dei Trusted service provider, che garantiscano nel tempo la possibilità di accedere a delle informazioni che non saranno mai modificabili, fattore che ovviamente costituisce una garanzia per i clienti finali”.
Un investimento in vista della crescita futura
Ovviamente i benefici sono anche per le aziende che desiderano intraprendere un progetto di questo tipo, come conferma il titolare del Mulino Val D’Orcia: ”Sicuramente la blockchain ci permette di valorizzare la trasparenza della nostra produzione. Il consumatore finale può avere così ancora di più la consapevolezza che i nostri prodotti (farina e pasta) sono fatti con il nostro grano, che a sua volta è stato macinato in un determinato giorno e persino conoscere la quantità di grano coltivata in quell’ettaro di terreno, semplicemente consultando un QR code inserito nella confezione e collegato alla Blockchain. Che per noi può avere un impatto soprattutto in prospettiva futura: oggi siamo una piccola azienda, dunque la garanzia di qualità della nostra filiera è quasi implicita. Nei prossimi anni abbiamo però in progetto di espanderci, costruiremo un nuovo pastificio e presumibilmente aumenteremo la produzione. In questa prospettiva avere una garanzia di tracciabilità della nostra produzione sarà ancora più importante per i nostri clienti, considerando anche che ci troviamo in un contesto di mercato in cui la pasta italiana è oggi fatta per il 40-45% con grano importato dall’estero”. Ovviamente un progetto sulla Blockchain può e deve essere speso anche in ottica marketing, dal momento che, specialmente nel mondo alimentare, può servire anche a giustificare un posizionamento di fascia alta del prodotto.
Un caso non isolato
Per quanto riguarda le sfide tecnologiche, la realizzazione di questo progetto non ha comportato particolari problemi, considerato che – ad esempio – non sono stati necessari investimenti in infrastruttura. “La blockchain è solida, nel senso che nessuno la può modificare, ma anche liquida, perché distribuita nei server. Più che altro occorre fare attenzione alla produzione e certificazione dei processi, perché fare Blockchain significa anche organizzare la propria azienda in modo tale che i dati vengano puntualmente inseriti nel sistema informativo. Insomma, un’azienda deve organizzare al meglio il suo processo di gestione dei dati, in modo da renderlo il più automatico e fluido possibile”, evidenzia Provvedi. Il progetto del Mulino Val d’Orcia non resterà isolato: la collaborazione tra Ifin Sistemi e OSItalia porterà alla nascita di un modulo Blockchain standardizzato, che potrà essere utilizzato da tutti i concessionari della software house, anche per progetti diversi dall’ambito agroalimentare.