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Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger 2020, quali applicazioni in Italia e nel mondo di questa tecnologia

Nel 2019 si sono contati 488 progetti che utilizzano la tecnologia della catena avviati nel mondo, in crescita del 56% rispetto al 2018, in Italia ve ne sono stati 16

Pubblicato il 27 Gen 2020

Oss. Blockchain 1

Il 2019 ha definitivamente sancito l’importanza della Blockchain. Questo quanto emerso in occasione del convegno di presentazione (dal titolo Blockchain & Distributed Ledger: unlocking the potential of the Internet of Value) degli ultimi dati dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano.

È stato infatti ricordato che l’anno scorso grandi aziende hanno avviato progetti di innovazione; governi e istituzioni pubbliche hanno iniziato a investirci; le big tech hanno fatto il loro ingresso con Libra di Facebook e TON di Telegram, ma anche con le soluzioni “Blockchain as a Service” di Amazon, Microsoft e Alibaba. Nonostante la grande attenzione, però, le tecnologie non sono ancora pienamente mature e sono ancora poche le applicazioni concrete.

I principali dati dell’Osservatorio Blockchain 2019, ecco le attuali applicazioni della blockchain

Nel 2019 si contano 488 progetti Blockchain e Distributed Ledger avviati nel mondo (che portano a 1.045 quelli degli ultimi 4 anni), in crescita del 56% rispetto al 2018. Ma di questi solo 158 sono implementativi (di cui appena 47 già operativi, il resto sono sperimentazioni o proof of concept), mentre ben 330 sono solo annunci.

I progetti implementativi si concentrano nel settore finanziario (67), seguito da Pubbliche Amministrazioni (25), agro-alimentare (15) e logistica (11). Riguardano in particolare i pagamenti (44), la gestione documentale (42) e la supply chain (31). Nella maggioranza dei casi (il 65%) le aziende hanno creato nuove piattaforme, piuttosto che utilizzare quelle esistenti.

Nel mondo, Stati Uniti, Corea del Sud e Cina sono i Paesi più attivi, rispettivamente con 53, 31 e 29 casi censiti. Ma in Europa, appena dopo il Regno Unito con i suoi 17 progetti, arriva l’Italia con 16, che evidenzia un buon fermento.

In particolare, proprio in Italia gli investimenti in Blockchain e Distributed Ledger nel 2019 hanno raggiunto 30 milioni di euro, ancora limitati ma in crescita del 100% rispetto al 2018. Nel nostro Paese oltre il 40% della spesa si concentra nella finanza e nelle assicurazioni, ma è molto attivo anche l’ambito supply chain e tracciabilità di prodotto (in particolare nell’agro-alimentare che, sommando i vari settori in cui è applicato, vale il 30% degli investimenti) e la Pubblica Amministrazione.

Ad ogni modo, in Italia, le imprese sono ancora lontane da una piena consapevolezza: solo il 37% delle grandi aziende e il 20% delle PMI conoscono le possibili applicazioni di Blockchain e Distributed Ledger, appena il 12% delle grandi e il 3% delle medio-piccole pensano che impatteranno sul proprio business nei prossimi cinque anni. E nelle applicazioni concrete siamo all’inizio: meno del 2% delle grandi aziende e dell’1% delle piccole-medie ad oggi ha già avviato dei progetti.

Blockchain in Italia, vantaggi e barriere all’adozione della tecnologia della catena

Il basso numero di progetti operativi in Italia non è da imputare solamente a una mancanza di fiducia nelle tecnologie, ma anche alle scarse conoscenze, competenze e limitate risorse allocate per la gestione di progetti che richiedono alta complessità.

Da un’indagine dell’Osservatorio su 75 grandi aziende italiane con qualche esperienza su queste tecnologie emerge che il 52% ha sviluppato una visione strategica, conoscendo la tecnologia e comprendendo la portata rivoluzionaria, ma solo il 9% ha già definito persone e risorse economiche. Il 45% ha attivato sperimentazioni o progetti operativi, mentre il 55% non ha ancora realizzato nulla: le principali barriere all’adozione riscontrate da chi non ha implementato progetti sono le difficoltà a individuare i benefici, sviluppare delle competenze e allocare risorse.

Viceversa, i principali benefici riscontrati dalle grandi aziende che hanno già progetti (34) sono il migliore rapporto con partner e fornitori per condividere informazioni (evidenziato dal 35%), la riduzione di frodi e manipolazione dati (29%) e una migliore riconciliazione di dati e pagamenti (29%). Poi vengono la maggiore fiducia verso partner e fornitori (26%), una maggior fiducia da parte dei clienti (26%) e l’automatizzazione dei processi (26%). Nell’avvio dei progetti di Blockchain e Distributed Ledger risulta fondamentale il ruolo del top management che spesso è principale promotore delle sperimentazioni (è così nel 69% dei casi). Le sperimentazioni però poi sono tendenzialmente portate avanti da unità di innovazione con il supporto dei sistemi informativi, con un ruolo importante del marketing.

I commenti dei ricercatori

“Nel 2019 – ha affermato Valeria Portale, Co-Direttore dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger – le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger si sono consolidate e oggi sono guardate con grande interesse da tutti: sviluppatori, startup, aziende, big tech, pubbliche amministrazioni, governi e istituzioni. Sono cresciuti molti progetti avviati negli anni precedenti, sono state migliorate le prestazioni delle piattaforme, sono in arrivo importanti innovazioni tecnologiche come la Proof of Stake di Ethereum 2.0. Sono entrati nuovi attori come Facebook e Telegram, si sono mosse le istituzioni pubbliche, si veda il caso dell’European Blockchain Service Infrastructure. Ma sono ancora poche le applicazioni delle aziende in tutto il mondo, perché il mercato fino ad oggi si è concentrato sulla realizzazione di nuove piattaforme che richiedono mesi o anni per passare al progetto operativo, piuttosto che sullo sviluppo di applicazioni e progetti”.

“Per il pieno sviluppo delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, in modo che possano davvero sbloccare l’‘Internet of Value’, nel prossimo futuro – ha dichiarato Francesco Bruschi, Co-Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger – è necessario innanzitutto chiarire il contesto regolamentale, che attualmente è frammentato e non uniforme. Si osserverà lo sviluppo e il consolidamento delle piattaforme, anche razionalizzando quelle esistenti e migliorandone l’interoperabilità. Infine, bisogna creare nuove applicazioni, focalizzandosi su quelle in grado di creare benefici concreti e reali. Nel 2020 ci attendiamo un ulteriore sviluppo in particolare nell’ambito della ‘finanza decentralizzata’, con prodotti finanziari realizzati tramite protocolli sicuri e trasparenti senza intermediari, nella ‘Self Sovereign Identity’, che consente di dare singoli individui strumenti di controllo dell’identità digitale, e di nuovi sistemi monetari, per cui forse potremo assistere alle prime valute digitali emesse da banche centrali”.

Il ruolo di European Blockchain Service Infrastructure

Tra le attività delle istituzioni pubbliche, si segnala l’European Blockchain Service Infrastructure (EBSI), un’infrastruttura portata avanti da 28 Paesi UE per supportare molte applicazioni nella notarizzazione, nella gestione dei titoli di studio, nella “Self Sovereign Identity” (creare e controllare la propria identità in modo più flessibile, autonomo ed interoperabile) e nella condivisione affidabile di dati. La possibilità di utilizzare un’infrastruttura a livello europeo con standard ben definiti potrà accelerare la diffusione di tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, favorendo la nascita di ulteriori use case da poter implementare.

Gli aggiornamenti su Libra e TON

In questi anni sono proliferate le piattaforme, che per diventare più facilmente utilizzabili e migliorare alcuni punti di debolezza si stanno evolvendo. Nel contempo però si sono affacciate nuove realtà che possono rendere più semplice l’adozione delle criptovalute e delle soluzioni basate su Blockchain e Distributed Ledger tra il grande pubblico, per l’alto numero di utenti potenziali che possono coinvolgere e la facile user experience che si propongono di offrire.

Nel 2020 verrà lanciata Libra di Facebook, moneta globale che punta a raggiungere gli unbanked e tutti i 2,4 miliardi di utenti del social network.

Ed è in fase di finalizzazione il Telegram Open Network (TON) di Telegram, attraverso cui i 240 milioni utenti dell’app di messaggistica potranno scambiarsi valore.

Su Libra e TON sarà possibile realizzare smart contract e dApp, abilitando l’utilizzo di token.

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