La blockchain è una tecnologia che si sta facendo largo tra le persone impegnate all’interno delle organizzazioni pubbliche: il 30% ne ha una conoscenza pratica, e il 56% almeno una conoscenza teorica. A questo però non corrisponde un effettivo utilizzo della distributed ledger technology, dal momento che soltanto l’8% delle organizzazioni riconducibili alla PA ha già implementato progetti che utilizzino la blockchain, mentre il 35% è impegnato in sperimentazioni e il 56% in studi di fattibilità. E’ quanto emerge da un recente studio realizzato da Bdo, organizzazione internazionale di consulenza e revisione aziendale, che ha preso in esame un campione composto per l’89% da intervistati che fanno riferimento all’area Emea, per il 9% al continente americano e per il 2% all’area Asia-Pacifico.
Il settore è in crescita anche in Italia, che è entrata nella European Blockchain Partnership e in cui il mercato della blockchain si sta progressivamente sviluppando sia in termini di progetti sia in termini di risorse stanziate. A questo ha contribuito anche il governo, stanziando nella legge di Bilancio 2019 45 milioni di euro per la promozione e lo sviluppo di progetti basati sulla Blockchain fino al 2021.
Tra i settori più interessati dalla “rivoluzione blockchain” ci sono la Pubblica Amministrazione, la Sanità e i Servizi Sociali. “La percentuale più alta dei partecipanti rappresenta la Pubblica Amministrazione (28%) – si legge nello studio – che include principalmente governi, enti federali e corporation governative; al secondo posto troviamo le Amministrazioni municipali (20%), che includono organizzazioni e comunità locali; il terzo settore maggiormente rappresentato è quello della Sanità e dei Servizi Sociali (15%)”.
Attorno alla blockchain si registra inoltre un clima di fiducia: il 57% del campione infatti confida nel fatto che la blockchain sia la tecnologia più giusta per il settore Pubblico e che possa essere utile per risolvere alcune problematiche legate ai servizi, come ad esempio l’implementazione dei pagamenti elettronici, che permetterebbero una riduzione dei costi e faciliterebbero il contrasto alla corruzione all’interno del settore.
Passando agli ostacoli che impediscono a questa tecnologia di dispiegare al meglio le proprie potenzialità l’80% del campione cita la mancanza di regolamentazione della materia, mentre il 75% considera dispendiosa l’implementazione di questa tecnologia e il 66% lamenta una mancanza di volontà politica.
Tra le regioni più attive sulla blockchain in prima fila c’è la Lombardia che, dopo aver sperimentato la tecnologia per il premio “Lombardia è Ricerca”, ha scelto il comune di Cinisello Balsamo per applicare la Blockchain al progetto “Nidi gratis”, per semplificare e velocizzare l’accesso al bando attraverso una piattaforma che verifichi in modo automatico il possesso di tutti i requisiti per l’azzeramento della retta.
Tra i Comuni spicca inoltre quello di Bari, che ha sperimentato la Blockchain in un progetto per la digitalizzazione del processo di gestione delle polizze fideiussorie, mentre il ministero dell’Economia e delle Finanze utilizza la Blockchain in due progetti: la piattaforma PoSeID-on per la gestione e protezione dei dati personali, e Sunfish, soluzione di federazione sicura tra cloud differenti per la condivisione protetta di dati.
Sulla notarizzazione tramite la blockchain rivolgono la propria attenzione alcune università, come la Milano-Bicocca che ha introdotto un sistema blockchain per garantire agli studenti la validità e l’integrità di documenti e certificati ufficiali sul web.