Pietro Lanza, Intesa: ecosistemi blockchain sempre più rilevanti per lo sviluppo del mercato

Il General Manager di Intesa, società del gruppo IBM, racconta i progetti in corso, le prospettive per i principali ambiti della blockchain e la scelta strategica verso i temi della sostenibilità e della responsabilità sociale

Aggiornato il 20 Gen 2021

Pietro Lanza, General Manager Intesa-Gruppo IBM

“Get ready to ecosystems”. L’invito esplicito nel titolo del convegno dell’Osservatorio Blockchain & DLT del Politecnico di Milano (per maggiori informazioni e per iscriversi) è una esortazione a non esitare e a guardare al prossimo futuro delle progettualità blockchain con la consapevolezza che lo sviluppo di questo mercato sarà sempre più nel segno di un “gioco di squadra”. E le “squadre”, ovvero le community blockchain, sono da tempo al lavoro nella creazione di ecosistemi, con attori che operano grazie alla blockchain e per la blockchain e che collaborano e competono nella creazione di nuovo valore. Ma accanto allo sviluppo di ecosistemi ci sono ambiti nei quali la blockchain sta già dimostrando concretamente di creare questo nuovo valore. Per fare il punto su queste prospettive Blockchain4Innovation ha incontrato Pietro Lanza, General Manager di Intesa IBM.

Partiamo dalle logiche e dalle prospettive legate agli ecosistemi. Come vedete come Intesa IBM questa evoluzione e come la state interpretando? 

Oggi più che mai, quando ci riferiamo a progettualità nel mondo Blockchain, il concetto di ecosistema è fondamentale. Nello specifico, dobbiamo intendere per ecosistemi gruppi di attori che interagiscono tra di loro tramite transazioni, sia all’interno di ambienti blockchain sia al di fuori degli stessi.

Uno dei principali fattori abilitanti per le progettualità blockchain è rappresentato a nostro avviso proprio dalla presenza di un ecosistema. Abbiamo vissuto casi di grandi imprese che esprimevano il desiderio di implementare e sperimentare blockchain, ma in mancanza di un ecosistema attivo o potenziale si è scelto di indirizzare lo sviluppo verso altre soluzioni.

Nello specifico riteniamo che le ragioni che stanno alla base del valore degli ecosistemi sono da individuare nella possibilità di costruire soluzioni che possono trarre vantaggio da questo paradigma tecnologico: dalla trasparenza, dalla decentralizzazione, dell’affidabilità della blockchain. Nei contesti che si vengono a creare grazie agli ecosistemi le aspettative per gli utenti diventano più chiare, la comprensione migliora. Passo dopo passo, forse più lentamente di quanto ci aspettavamo, ma con un progresso continuo, tutte queste logiche di funzionamento e di ecosistema della blockchain diventano più chiare, anche alle figure decisionali di business e di conseguenza i requirements e le potenzialità di sviluppo si possono definire e attuare in modo più efficace.

Abbiamo registrato nel corso del 2020 una maggiore iniziativa da parte dei regolatori, dal paper della BCE relativamente all’euro digitale piuttosto che dal Digital Finance Package dell’UE all’interno del quale si affronta il tema della gestione dei cryptoasset. Cosa sta cambiando a vostro avviso in termini di framework normativo?

Alcuni temi si stanno definendo meglio e aiutano lo sviluppo dei mercati a più alto tasso di “regolamentazione”. Se parliamo di ambiti di natura industriale, non si sono registrati grandissimi benefici da questi chiarimenti regolatori, mentre invece per i servizi finanziari o per il mondo pharma un quadro più chiaro sta certamente aiutando gli operatori. Si tratta di ambiti dove la compliance e il quadro normativo sono considerati in modo determinante già nelle fasi iniziali di qualsiasi iniziativa progettuale. E in generale possiamo dire che si tratta di passaggi che contribuiscono ad ampliare la conoscenza e ad aiutare le aziende a “prendere decisioni” in modo più sicuro e consapevole.

Vediamo i progetti sui quali siete impegnati, con quali tipologie di aziende lavorate e su quali ambiti?

A livello di gruppo portiamo avanti progettualità sulle cosiddette piattaforme globali con una crescita, uno sviluppo e un’integrazione anche verso terze parti che sviluppano ulteriori moduli. Un esempio è rappresentato da IBM Food Trust nata per garantire trasparenza sulle value chain del settore Food. Diverse centinaia di attori partecipano a questa piattaforma compresi alcuni importanti progetti anche su base nazionale come ad esempio il caso italiano di Umbria Food Cluster.

Un’altra piattaforma globale di grande importanza con ripercussioni anche in Italia è TradeLens, nata per indirizzare temi di logistica in ambito portuale. Dobbiamo a questo riguardo pensare che uno dei requisiti più importanti in questo settore attiene al fatto che gli end-point (dogane, porti ecc.) siano connessi a questa piattaforma. Vista anche la posizione strategica dell’Italia, l’obiettivo è completare l’onboarding di queste infrastrutture per contribuire alla gestione dei principali percorsi relativi allo spostamento dei container oversee che comprendono anche rotte mediterranee e appunto i diversi punti di approdo italiani.

Guardando ad altri settori lavoriamo a una declinazione dei temi di tracciabilità e logistica nell’ambito pharma con il progetto In2Dafne che stiamo portando avanti con il sistema farmaceutico italiano grazie a un hub di sistema votato all’innovation come il Consorzio Dafne che permette di indirizzare alcune esigenze peculiari di questo settore. In qualità di partner tecnologico e di innovation, Intesa (Gruppo IBM) garantisce la governance del progetto che va a indirizzare tematiche di visibilità della filiera healthcare e che comprende produttori, grossisti, regolatori ecc. Tutti attori che avranno una visibilità completa sulla distribuzione dei farmaci nelle diverse regioni. Tra l’altro, in questo periodo di distribuzione dei vaccini, le competenze su tematiche di logistica avanzata e trasparente che Intesa può mettere in campo costituiscono un vantaggio rilevante per tutti gli attori della filiera.

Ci sono poi altre progettualità partite in ambito più pubblico, come la tracciabilità della filiera tessile con il MISE e con le prime declinazioni anche su singole industrie, ad esempio la filiera di Piacenza 1733 che digitalizza l’intera supply chain fashion “from sheep to shop”, dalla materia prima alla produzione della lana per arrivare all’ultimo miglio nel punto vendita del retail. Unendo blockchain, big data e altre tecnologie siamo convinti di portare valore con un miglioramento nell’efficienza produttiva e nella trasparenza di tutta la filiera.

Un’altra declinazione riguarda poi le tematiche di digital identity, connaturate fortemente al DNA di Intesa IBM. La nostra azienda opera anche come certification authority ed eroga servizi di digital trust e identity (ad esempio nei financial services). In questa veste abbiamo avviato un progetto per studiare, in forma di sandbox, la possibilità di sperimentare il concetto di KYC e quindi di identità portabile e monetizzabile tra gli attori e i nodi di questa piattaforma. In questo caso collaboriamo con banche, assicurazioni, telco, utility e con regolatori come Banca d’Italia.

Tante progettualità, con uno stadio di maturità che aumenta, con la localizzazione di piattaforme globali, con nuove iniziative che nascono su base nazionale e che fanno leva su competenze peculiari sia di Intesa sia del Gruppo IBM a cui Intesa appartiene.

New call-to-action 

Che prospettive vedete oggi per il 2021 in termini di progetti e iniziative legate alla blockchain? In particolare, come vedete gli sviluppi a livello di digital Identity, Crypto-asset, tracciabilità?

Sono tutti ambiti che stanno dispiegando in modo importante le loro potenzialità. I contesti regolati necessitano di un periodo più lungo di comprensione e adozione. Alcuni dei processi che toccano tematiche come l’identità digitale, hanno delle aree di compliance e di rischio che richiedono approfondimenti importanti, da parte dei principali attori, dei regolatori e su tavoli di lavoro che possano disegnare e realizzare sperimentazioni e progetti utili alle filiere.

Ad esempio, nel settore del leasing stiamo realizzando, ancora una volta insieme ad un hub di sistema come Assilea (Associazione italiana leasing) l’utilizzo di DLT e blockchain in questo ambito.

Vediamo in concreto una progressione in tutti gli ambiti dalla tracciabilità, all’identità digitale e vediamo nello stesso tempo che lo sviluppo di progetti blockchain è sempre più intrecciato con l’utilizzo di altre tecnologie come big data e IoT in primis.

Sostenibilità e innovazione digitale sono due priorità di sviluppo e sono sempre più intimamente collegate tra loro. Che ruolo può svolgere a vostro avviso la blockchain?

Intanto il tema della sostenibilità ci è molto caro nel senso che come Intesa stiamo percorrendo una strada che ci porterà nel corso del 2021 a diventare una Benefit Corporation, un percorso iniziato più di un anno fa e oggi siamo in dirittura d’arrivo nell’ottenimento di questa certificazione. Saremo la prima B Corp nel perimetro IBM a livello mondiale. Per noi questo tema è un pilastro portante del nostro nuovo modello di business perché tante delle nostre attività e delle nostre strategie si rivolgono in questa direzione.

Le progettualità blockchain in alcuni casi toccano direttamente tematiche di sviluppo sostenibile. In diversi casi si entra direttamente nel campo definito dagli SDGs delle Nazioni Unite e il nostro lavoro si ispira a questi macro-principi che gli organismi sovranazionali stanno facendo diventare obiettivi non solo sociali, ma sempre più collegati agli obiettivi economici e di business delle aziende (nella prospettiva delle logiche ESG n.d.r.)

Ci sono poi temi blockchain come quello della trasparenza e dell’equità che possono essere di evidente supporto al raggiungimento di questi obiettivi. La blockchain unita alla volontà di attuare strategie ispirate ai principi della sostenibilità e dell’equità può – ad esempio – costituire uno strumento a disposizione delle aziende, dei governi, delle PA per attuare politiche di maggiore trasparenza, di accessibilità dei dati e di meritocrazia nei processi.

Pietro Lanza porterà la propria testimonianza al prossimo Osservatorio Blockchain & DLT. Clicca QUI per avere maggiori informazioni e per iscriversi

Articolo originariamente pubblicato il 20 Gen 2021

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