Quanto si risparmia usando gli smart contract nelle banche e nelle assicurazioni

Uno studio del Digital Transformation Institute di Capgemini rivela che il consumatore medio potrebbe risparmiare oltre 500 dollari sui costi bancari e assicurativi

Pubblicato il 11 Nov 2016

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L’onda lunga degli smart contract sta investendo l’universo delle banche e assicurazioni e sono in molti a pensare che questo “uragano digitale” sconvolgerà le regole del gioco dei mercati in questione. Disintermediazione, riduzione dell’iter di perfezionamento dei contratti, abolizione di molte procedure cartacee e, in alcune nazioni, anche la rinuncia all’obbligo di rivolgersi a figure professionali qualificate (si pensi ai notai) considerate fondamentali per garantire la trasparenza dei rapporti, la loro liceità e la fiducia reciproca delle controparti coinvolte. Una conferma arriva dallo studio “Smart Contracts in Financial Services: Getting from Hype to Reality”, presentato nei giorni scorsi dal Digital Transformation Institute di Capgemini.

Il report stima come il consumatore medio potrebbe arrivare a risparmiare oltre 500 dollari sui costi bancari e assicurativi grazie alla diffusione degli smart contract basati su Blockchain. Questi contratti automatizzati funzionano in maniera simile agli accordi scritti. Costituiscono, infatti, delle intese aventi validità legale basate su un insieme concordato di termini e condizioni. La differenza rispetto alle convenzioni scritte risiede nel fatto di essere programmate elettronicamente e basate su registri distribuiti (distributed ledger), cosa questa che permette di attivare automaticamente determinate azioni – come un pagamento – non appena vengono riscontrate le condizioni concordate, senza la necessità di verifiche indipendenti o procedure manuali.

Nell’acquisto di una casa, per esempio, al posto delle attuali procedure paper-intensive, che comportano una grande mole di documenti e interventi manuali, i dati verrebbero trascritti e condivisi all’interno di una rete accessibile su autorizzazione contenente i registri degli smart contract, che collegano tutte le parti coinvolte nel sistema. Ciò semplificherebbe l’accensione di un mutuo, abbattendo drasticamente i costi delle procedure e velocizzando il trasferimento dei titoli di proprietà. Il successivo versamento delle rate del mutuo e dei relativi interessi avverrebbe automaticamente, secondo i termini stabiliti nello smart contract.

«Siamo al punto in cui la tecnologia dei registri distribuiti può portare a una rivoluzione nella contrattualistica – ha commentato Monia Ferrari, Vice President, Head of Banking sector di Capgemini Italia -. Questo apporterà enormi vantaggi al settore per ridurre i rischi, tagliare i costi e migliorare l’efficienza operativa. Ci saranno vantaggi anche per i consumatori, non solo finanziariamente ma anche grazie a processi più semplici e liberi da tutte quelle complicazioni che i clienti oggi sperimentano».

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L’indagine, basata su discussioni approfondite e test con professionisti del settore, startup dedicate agli smart contract e accademici attivi nei servizi finanziari, prevede che l’adozione generalizzata di questa tecnologia inizierà nel 2020. Anche se gli smart contract si prestano a un’ampia gamma di scenari applicativi, il report si concentra sul settore dei servizi finanziari, dove sistemi e tecnologie contrattuali basati su Blockchain sono già in fase di sviluppo presso molti importanti operatori come BNP Paribas, Deutsche Bank e Credit Suisse. Lo studio esamina in dettaglio tre aree principali nelle quali si prevede un impatto significativo degli smart contract su consumatori e aziende: retail banking, assicurazioni e banche d’investimento.

Retail banking

Gli smart contract possono aiutare a snellire le procedure di erogazione di mutui e prestiti, eliminando le attuali procedure di Digital Transformation L’accorciamento dei processi correlati al trasferimento dei titoli di proprietà potrebbe tradursi in un risparmio compreso tra 480 e 960 dollari, ovvero tra l’11% e il 22% degli attuali costi delle pratiche di accensione di un mutuo. Gli esperti calcolano, quindi, che le banche potrebbero risparmiare fra 3 e 11 miliardi di dollari l’anno abbattendo i costi delle procedure solamente negli Stati Uniti e in Europa.

Assicurazioni

Gli smart contract velocizzeranno le pratiche di rimborso per le polizze sanitarie, automobilistiche, turistiche e domestiche riducendo i moduli da compilare e le interazioni necessarie tra l’assicuratore e il danneggiato. Un sistema di smart contract riunisce, infatti, su un’unica piattaforma tutte le componenti della value chain assicurativa: consumatori, compagnie, periti e fornitori terzi. Questo permetterà di velocizzare le procedure di rimborso grazie alla riduzione della documentazione, alla minor dipendenza dai controlli manuali e alla maggior rapidità delle procedure di liquidazione dei fornitori. Solo nel settore delle polizze automobilistiche per la clientela privata si calcola che gli smart contract abbiano le potenzialità per far risparmiare globalmente alle compagnie 21 miliardi di dollari all’anno, grazie alla riduzione dei costi di evasione delle pratiche. Se le compagnie trasferissero ai consumatori anche solamente metà di questi risparmi, i premi si ridurrebbero mediamente di 45 dollari l’anno.

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Investment banking

Nel trading dei prestiti sindacati, oggi le procedure di regolamento delle transazioni durano, in media, 20 giorni. Gli smart contract potrebbero ridurre i ritardi che si accumulano nella gestione di procedure come la produzione della documentazione, gli accordi di assegnazione e la conferma dell’acquirente/venditore, tutto lavoro che viene attualmente svolto dal personale di back e middle office. La conseguenza per i clienti corporate sarebbe una riduzione dei tempi di regolamento da 20 a 6-10 giorni, il che potrebbe condurre a un’ulteriore crescita del 5% nelle richieste – da 2 a 7 miliardi di dollari – con maggiori guadagni e minori costi operativi per le banche di investimento.
L’ampio campo applicativo degli smart contract nel settore dei servizi finanziari e i potenziali vantaggi per i consumatori hanno spinto molti operatori a esplorare questa soluzione in maniera prioritaria. Operatori come BNP Paribas. Il suo Head of CIB Blockchain Initiatives, Philippe Denis, ha dichiarato: «Questo è il momento di iniziare a sperimentare gli smart contract all’interno di un ambiente di test chiuso. Entro il 2017 inizieremo a vedere i primi contratti applicati a casistiche di utilizzo pratiche e una connessione con le piattaforme legacy. Entro il 2019 potremmo persino iniziare a registrare una diffusione tra i consumatori».

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