Come la Blockchain può migliorare la nostra vita – Report del Parlamento Europeo

Come la tecnologia blockchain può cambiarci la vita è il titolo di un report del Parlamento Europeo che si propone di di sensibilizzare e di formare il mondo politico e amministrativo e i cittadini dell’Unione sulle potenzialità della Blockchain

Pubblicato il 24 Mag 2017

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Mauro Bellini @mbellini3 Linkedin

La Blockchain può contribuire a cambiare la nostra vita, possiamo affermarlo con ragionevole convinzione. Il grande tema è ovviamente come e soprattutto cosa possono fare le Pubbliche Amministrazioni, le istituzioni, il Government in senso più ampio per favorire la diffusione di un paradigma come quello della blockchain a livello di relazioni tra cittadini e pubbliche amministrazioni, a qualsiasi livello.
E il tema del “Come” è al centro di un report realizzato dallo STOA l’Unità della prospettiva scientifica della direzione Generale dei Servizi di ricerca parlamentare del Parlamento Europeo dal titolo “Come la tecnologia blockchain può cambiarci la vita“, di cui vi avevamo anticipato i contenuti  in questo articolo lo scorso mese di marzo.

Il documento è pubblico e disponibile a questo indirizzo:

Report Blockchain Parlamento Europeo

Blockchain4Innovation vi propone un abstract dei principali contenuti.
L’approfondimento destinato in prima istanza proprio al Parlamento Europeo ha finalità di sensibilizzazione e di formazione verso il mondo politico e amministrativo sulle potenzialità della Blockchain e si apre con una importante distinzione tra il tema Blockchain e il tema Bitcoin.

Il report ricorda che le Blockchain sono particolarmente indicate nelle situazioni in cui è necessario conoscere la cronologia della proprietà, permettono di gestire meglio le filiere, le catene di approvvigionamento per offrire la certezza che i prodotti che transitano in quella filiera, rispettino i “disciplinari stabiliti“. Per inciso le blockchain possono rappresentare una risposta anche per problemi annosi come quello delle royalty nel mondo dell’industria musicale o come quello della pirateria a livello di copyright permettendo di attuare nuove forme di gestione delle vendite di libri, film, musica e altri prodotti multimediali nel rispetto di tutti gli attori della filiera produttiva.

Nuove opportunità Blockchain per pagamenti digitali

Uno dei grandi temi sottolineati dal report attiene agli sviluppi della blockchain in termini di Smart Contract e in particolare nei contratti ad esecuzione automatica. La Blockchain può rendere i sistemi più trasparenti e, per certi aspetti anche più democratici. Ed è questo il punto, vale a dire la trasparenza della Blockchain che appare come un tema estremamente rilevante nel momento in cui si affrontano ambiti del settore pubblico dominio come ad esempio il grandissimo tema dei registri catastali.

L’esempio della gestione dei diritti nel mondo musicale appare anche come un paradigma delle possibilità della Blockchain proprio per la complessità della filiera e per le diverse tipologie di “consumo” del prodotto e del servizio musicale.

La Blockchain è nella condizione di proteggere i consumatori e gli autori di opere digitali di tutti i tipi registrando in ordine cronologico tutti i passaggi legati alla proprietà di un bene digitale con la applicazione dei relativi diritti digitali. La blockchain può essere utilizzata per registrare vendite, ma anche prestiti o donazioni o altre forme di trasferimento. Con la Blockchain tutte le transazioni possono essere ratificate e concordate da tutti gli utenti e da tutti gli attori. I clienti possono verificare esattamente cosa stanno acquistando con quale tipo di ingaggio. Inoltre, la cronologia delle transazioni permette a chiunque di verificare che i diversi trasferimenti di proprietà consentono di identificare in modo chiaro il proprietario originale, vale a dire colui che è autore dell’opera. Se poi questa opportunità si aggancia alle logiche degli smart contract in

modo da poter gestire l’accesso ai contenuti anche ad altre persone ad esempio con determinate specificità come per periodi fissi prima che sia restituito automaticamente al cedente, o per consentire l’esecuzione automatica di determinate azioni che si attivano in presenza di determinate condizioni.
La blockchain permette di controllare sia chi era il proprietario dei contenuti sia la cronistoria della proprietà e questo permette ai clienti di essere certi di acquistare beni legittimi piuttosto che copie illegittime e permette anche ai titolari dei diritti di farli valere.

Oltre ai diritti di venditori e acquirenti, la blockchain potrebbe essere utilizzata per proteggere i diritti dei creatori originali delle opere, che potrebbero continuare a detenere alcuni diritti dopo la vendita dei loro contenuti. Tali creatori originali possono includere una complessa rete di attori che rivendicano una proprietà parziale e il diritto al pagamento di royalty nel caso in cui i contenuti vengano utilizzati per finalità commerciali.  I pagamenti di royalty potrebbero anche essere eseguiti automaticamente grazie alle logiche degli smart contract.

La Blockchain potrebbe, per la prima volta, consentire una nuova gestione, trasparente, nella gestione dei beni, dalle donazioni ai prestiti, nel massimo rispetto del ruolo di tutti gli attori e permettono ai consumatori ad esempio di acquistare o vendere copie digitali di seconda mano, o anche di regalarle o donarle a negozi gestiti ad esempio da enti di beneficienza, o anche per prestarle ad amici in forma temporanea proprio come accadeva per i prodotti fisici.

La blockchain è in grado di gestire i diritti di venditori e acquirenti, e di sostenere una rete di attori che comprende il proprietario originale dei contenuti e tutti gli intermediari, comprendendo nella filiera coloro sviluppano e gestiscono la blockchain.
La blockchain potrebbe favorire politiche di concessione di licenze multiterritoriali e rafforzare la certezza giuridica per i creatori e gli acquirenti, con efficaci meccanismi di risoluzione delle controversie, in materia di tariffe, condizioni di concessione delle licenze, affidamento dei diritti online.

La Blockchain per il voto elettronico

Il voto elettronico può rappresentare una vera rivoluzione per il sistema elettorale, ma più ancora la può rappresentare per ridefinire le logiche dei sistemi di rappresentanza. Le elezioni in generale si svolgono ancora fondamentalmente offline. Per quanto promettente il voto “digitale” è ancora “fermo” anche se potrebbe accelerare, semplificare e ridurre il costo delle elezioni. Ma il voto digitale è anche un mezzo straordinario per aumentare il coinvolgimento e i legami tra cittadini e istituzioni politiche.

La tecnologia blockchain permette di gestire delle forme di raccolta di espressione del voto aperto ai cittadini. La Blockchain permette la registrazione e la verifica di record in modo trasparente e soprattutto distribuito tra tutti gli utenti. Oggi i voti vengono registrati, gestiti, contati e controllati da un’autorità centrale. Nel caso di soluzioni blockchain come ad esempio la Blockchain-enabled e-voting (BEV) gli elettori possono eseguire attività in modo diretto e personale, mantenendo il controllo di una copia del record di voto. E con la possibilità di gestire il record cronologico dei voti che non può essere modificato perché gli altri elettori vedrebbero che il record è diverso da quello in loro possesso. Non sarà possibile poi intervenire con voti illegittimi poiché gli elettori sarebbero in grado di rilevarne la non compatibilità con le regole.

Blockchain-enabled e-voting (BEV) sottrarrebbe potere e fiducia agli attori centrali, quali le autorità elettorali per promuovere nello stesso tempo lo sviluppo di un più forte consenso della comunità verso l’utilizzo della tecnologia.

Numerosi analisti hanno preso in considerazione la blockchain in un ruolo di supporto per trasformazioni più profonde, ad esempio nelle discussioni relative ad amministrazioni virtuali, e di “sistemi tecno-democratici” e chi immagina la possibilità di utilizzare la blockchain per attuare forme di democrazia “liquida”, combinando la democrazia diretta (in cui i cittadini votano regolarmente in merito a specifiche decisioni politiche) con un sistema delegato (in cui i cittadini possono votare personalmente sulle tematiche specifiche ma anche con la possibilità di assegnare in delega i loro voti ad altri soggetti.

La blockchain permette di ripensare i servizi pubblici

Nel contesto dell’apertura di dati, servizi e decisioni nel settore pubblico grazie alle tecnologie digitali, è in fase di sviluppo una nuova generazione di servizi di governo elettronico aperti, responsabili, trasparenti e collaborativi. Le tecnologie basate sulla blockchain possono fornire nuovi strumenti per ridurre le frodi, evitare errori, tagliare i costi operativi, aumentare la produttività, supportare la conformità e imporre la responsabilità in molti servizi pubblici. Le potenziali applicazioni includono la riscossione delle imposte, la gestione delle identità, l’erogazione delle prestazioni sociali, le valute digitali locali (o nazionali), i catasti dei terreni e delle proprietà e qualsiasi tipo di documentazione governativa. La stessa tecnologia offre anche agli attori non statali la possibilità di fornire servizi simili a quelli statali, da quelli notarili a quelli di cittadinanza e identità globali.

I dati utilizzati dalle istituzioni pubbliche sono spesso frammentati internamente e non trasparenti agli altri attori, in particolare i cittadini, le aziende e gli organismi di sorveglianza. La tecnologia blockchain potrebbe consentire di creare e verificare dei record con un maggiore livello di velocità, sicurezza e trasparenza. Le applicazioni più immediate della tecnologia blockchain nelle amministrazioni pubbliche sono nel campo della tenuta della documentazione. Si prevede che la combinazione di marcatura temporale e firme digitali su un libro mastro accessibile offrirà vantaggi a tutti gli utenti, consentendo loro di condurre transazioni e creare dei record (ad es. per i registri catastali, i certificati di nascita e le licenze commerciali) riducendo la dipendenza da avvocati, notai, funzionari pubblici e altre terze parti.

La Blockchain per gestire i Brevetti

Nel mondo dei brevetti la Blockchain può rappresentare una vera rivoluzione, innanzitutto nel grande tema dei registri. I soggetti titolari di brevetto godono del diritto di utilizzo esclusivo delle innovazioni da loro create per uno specifico periodo di tempo. Non va dimenticato che il sistema dei brevetti è stato progettato per incentivare l’innovazione, e per mettere gli innovatori nella posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti che consente loro di trarre profitto dalle loro idee.

Occorre considerare che se gli innovatori non sono protetti, saranno scoraggiati dall’investire in nuove invenzioni per questo il sistema dei brevetti può essere visto come uno scambio in cui da una parte il governo concede agli innovatori una forma di monopolio (limitato nel tempo e nella portata) e nello stesso tempo di sfruttamento delle loro innovazioni.

Anche se molti aspetti del sistema dei brevetti sono ora digitalizzati, non ci sono modifiche sostanziali alla struttura con il digitale. Con la blockchain si potrebbero ridurre le controversie contrattuali e la Blockchain potrebbe offrire un’opportunità per correggere alcuni aspetti del sistema dei brevetti.

L’ “hashing” e il “proof of existence” (letteralmente “prova dell’esistenza” sono due aspetti che permettono di ridurre le inefficienze nel registrare e stabilire la data/l’ora delle registrazioni in modo efficiente, e in particolare i servizi “proof of existence” basati sulla blockchain possono rappresentare le basi di una nuova procedura di deposito di una domanda di brevetto con una  procedura che potrebbe essere semplificata e protetta, rendendo le varie fasi più trasparenti per il richiedente e riducendo al tempo stesso la possibilità di alterazioni.

Smart Contract: il rapporto tra Blockchain e normative

I Distributed ledger presentano varie funzioni innovative e interessanti rispetto ai libri mastri centralizzati, in ogni caso, oltre a registrare la data/ora e i dettagli delle transazioni, si tratta di soluzioni che possono anche ricoprire un ruolo più attivo e potenzialmente autonomo nella gestione e nell’esecuzione delle transazioni. Incorporando il codice nella blockchain, le transazioni possono essere eseguite automaticamente quando si verificano determinate condizioni, fornendo così una “garanzia di esecuzione”. Gli smart contract a esecuzione automatica, basati su questa funzionalità, sono in rapido sviluppo. Quando il codice e la legge si sovrappongono emergono tuttavia degli interrogativi.

Quando sono soddisfatte le specifiche condizioni descritte nel codice, vengono automaticamente avviate specifiche azioni, anch’esse definite nel codice. Quindi, ad esempio, la consegna di prodotti potrebbe attivare un’istruzione di effettuare un pagamento. Tale istruzione potrebbe, a sua volta, attivare altre istruzioni in altri smart contract, magari di cambiare valuta o di effettuare ordini più a valle nella catena di approvvigionamento. Molte delle proposte di applicazione nel prossimo futuro interessano il settore finanziario, ad esempio i prestiti e i prodotti assicurativi che richiedono ingenti risorse manuali suscettibili di automatizzazione.

Poiché il libro mastro blockchain è immutabile, il codice concordato (e quindi il contratto concordato) può essere annullato o modificato solo nel rispetto dei termini già consentiti nel codice stesso. I contratti tradizionali consentono di scegliere tra il pagamento di quanto dovuto in base al contratto e la rescissione del contratto stesso con le conseguenze che ne derivano, tra cui anche azioni legali. Tuttavia, se il pagamento è automatizzato nel quadro di uno smart contract, tale scelta non è più possibile poiché la transazione viene eseguita automaticamente.

Un’interpretazione radicale degli smart contract ridurrebbe il contratto al codice, riconoscendo di fatto il codice come la legge stessa: autonomo, auto-eseguibile e auto-applicabile. Questa potrebbe essere la posizione di una fazione “estrema” del movimento Blockchain di base, che si colloca effettivamente fuori dal controllo di strutture consolidate quali gli Stati nazionali e le giurisdizioni. Laddove il codice viene considerato come legge, tutti gli errori o le vulnerabilità accidentali diventano anch’essi parte del contratto.

L’introduzione della tecnologia blockchain nelle pubbliche amministrazioni potrebbe portare a procedure interne ottimizzate, costi delle transazioni ridotti, interazioni più affidabili e scambi di dati con altre organizzazioni e strutture governative, oltre che a una maggiore protezione da errori e falsificazioni. Alcune procedure potrebbero anche essere automatizzate grazie agli smart contract.

I libri mastri blockchain possono registrare la data/ora e i dettagli di una transazione ma non sono in grado di verificare l’accuratezza di quanto in essa descritto. È sufficiente che una transazione sia conforme ai requisiti tecnici del protocollo per diventare una parte immutabile del record, indipendentemente dalla veridicità dei suoi contenuti. Così come tutte le richieste e le presentazioni di informazioni agli uffici pubblici vengono esaminate prima di essere attuate, resta la necessità di garantire adeguati controlli per accettare e condividere informazioni sui loro equivalenti blockchain.

Il fatto che i dati nella blockchain siano immutabili, ossia che una volta immessi non possano essere modificati o rimossi, garantisce trasparenza e responsabilità. Tuttavia, ciò potrebbe anche tradursi in un rischio per la riservatezza e la protezione dei dati, in particolar modo quando si tratta di dati personali o riservati (che non dovrebbero mai essere memorizzati in una blockchain). Le blockchain non garantiscono l’anonimato e, quanto più sono personali i dati, tanto più è facile identificare la persona a cui si riferiscono. Questa immutabilità potrebbe compromettere il “diritto all’oblio”, in base al quale gli utenti possono, in determinate circostanze, richiedere che i loro dati personali vengano cancellati.

Gli Autori

  • Philip Boucher, Unità Prospettiva scientifica (STOA), Direzione generale dei Servizi di ricerca parlamentare, Parlamento europeo
  • Susana Nascimento, Unità Prospettiva, comprensione comportamentale e concezione delle politiche, Direzione generale del Centro comune di ricerca, Commissione europea
  • Mihalis Kritikos, Unità Prospettiva scientifica (STOA), Direzione generale dei Servizi di ricerca parlamentare, Parlamento europeo

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