Quella che ormai possiamo definire come “prima fase” della blockchain ci ha un po’ abituati ad associare il termine blockchain a transazioni e investimenti. Giusto o sbagliato che sia questa convinzione, è passata in questo periodo, una sorta di similitudine tra la possibilità della Blockchain Bitcoin di gestire ed effettuare transazioni senza la necessità del supporto delle banche e la possibilità di “sfruttare” questa innovazione radicale anche per ragioni legate a investimenti o speculazioni.
Da una parte si è radicata la prospettiva che si può “fare meglio” con “minori risorse” cambiando completamente le logiche, passando dalla centralizzazione assoluta alla decentralizzazione. Dall’altra è apparso chiaro che si aprivano nuove possibilità di creare valore e dunque nuove possibilità di sviluppo e di investimento su soluzioni distribuite a una serie problemi irrisolti del mondo centralizzato.
Un doppio fenomeno di innovazione: le startup e le startup blockchain
In questo scenario, la blockchain ha permesso e sempre più permetterà lo sviluppo di startup con proposte innovative tanto a livello di soluzioni tecnologiche quanto – appunto – a livello di modelli di business. perché, oltre a quello che abbiamo sin qui osservato ci sono altri due aspetti che fissano il rapporto tra blockchain e investimenti
- la Blockchain è poi, come ben noto, il “motore” di tante cryptocurrency e rappresenta un ambiente assolutamente innovativo per effettuare investimenti indirizzati a sostenere le prospettive di progetti cripto a loro volta basati sulla blockchain come piattaforma.
- la blockchain è diventata anche una piattaforma tecnologica sulla quale si effettuano e gestiscono investimenti, attraverso società che sono nate proprio con la missione di facilitare la gestione di investimenti.
Le ICO hanno fatto sorgere una domanda di Risk Management
Non c’è più un perimetro per quanto ampio nel quale si attua l’innovazione. La blockchain è il motore, è la benzina è il navigatore stesso ed è la abilità di guida. E’ tutto o meglio è “in tutto” e, non ultimo, contribuisce anche a stabilire la direzione.
Sembra complicato ma la realtà è più lineare della sua rappresentazione. Anche se in pochi altri casi una tecnologia ha assunto una dimensione di innovazione così ampia e totalizzante. Tanto totalizzante da cambiare le regole del mercato, da creare tante nuove opportunità al pari di tanti nuovi rischi. E quando ci sono tanti rischi uniti a tante opportunità cresce forte la necessità di strumenti nuovi prima di tutto per conoscere il rischio e poi per governarlo. Se ad esempio guardiamo al mondo delle ICO non possiamo non ricordare quanta enfasi e quanto entusiasmo ha raccolto in una prima fase, ma anche quante situazioni di crisi si sono poi verificate, tanto che il mondo del Risk Management ha iniziato a interessarsi al mondo dei blockchain-based investment. Proprio sulle ICO e sulle STO invitiamo alla lettura del servizio Initial Coin Offering e Security Token Offering raddoppiano nel 2018.
Un Risk Management blockchain per i Venture Capital
Ma c’è chi è convinto che non sia indispensabile cercare soluzioni alla gestione del rischio “esterne” alla blockchain. C’è chi è convinto che così come le minacce sono “blockchain-based” così anche le soluzioni per neutralizzare o minimizzare questi rischi possono essere a loro volta trovati grazie alla blockchain.
Un esempio arriva adesso una nuova idea e un nuovo progetto che mette la blockchain non tanto a supporto degli investimenti ma come piattaforma per ridurre i fattori di rischio per il Venture Capital in particolare nella delicata e importantissima fase di Seed.
L’idea e l’iniziativa arriva da William Pividori e Sergio De Prisco da anni impegnati, rispettivamente, nel mondo venture e cripto e oggi, rispettivamente, CEO e Strategist di SEED Venture, iniziativa progettata per creare un ecosistema che permette ai partecipanti di sfruttare le potenzialità offerte dalla tokenizzazione consentendo in particolare agli incubatori di supportare lo sviluppo di startup riducendo i rischi collegati alla fase di Seed.
Prima di entrare nel merito del progetto va ben chiarito che il rischio che SEED Venture si propone di ridurre non è quello prodotto dalle ICO, ma è quello tradizionale, intrinseco al finanziamento di tutte le startup. A fronte di questo rischio sono prevalentemente angel investor e fondi di venture capital, ovvero realtà “preparate e allenate” a gestire questo rischio e ad investire sulle nuove imprese più innovative. L’idea di SEED Venture è quella di “mitigare” questo rischio utilizzando alcune “proprietà” della blockchain e della decentralizzazione.
Occorre lavorare sulla convergenza di obiettivi tra investitori, affiancatori e startup
Dobbiamo considerare che l’innovazione nel mondo del Venture Capital, in particolare nella fase iniziale del cosiddetto “seed”, incontra una situazione molto delicata. In questo momento gli investitori di rischio, nella forma di angels investors o di venture fund concentrano le risorse sul valore delle idee, vale a dire sulle proposte delle startup e sulla conoscenza delle loro possibilità. Come appare evidente e come noto, in questa fase i rischi sono particolarmente elevati. Le cause? Sono diverse, a partire dalla mancanza di dati e informazioni che permettano di avere un quadro delle concrete possibilità dell’idea di business e delle sue relazioni con il mercato. Ma il rischio più grande, in termini molto concreti,è prima di tutto nell’elevata mortalità della startup. Un rischio questo che è spesso collegato alla mancanza di un adeguato presidio o affiancamento ai team delle startup stesse che hanno in carico lo sviluppo dell’idea e che spesso disperdono le loro risorse per mancanza di focalizzazione e per certi aspetti per mancanza di organizzazione e disciplina.
Spesso è proprio la divergenza degli obiettivi da parte di investitori, affiancatori e startup, che impedisce il successo di una idea o che ne rallenta lo sviluppo con un impatto negativo sugli investimenti effettuati.
Startup presidiate per misurarne impegno e azione
Ed è proprio qui che si colloca l’idea della piattaforma SEED Venture, che intende utilizzare la blockchain per far convergere gli obiettivi di investitori, incubatori e startup per sviluppare uno strumento che si pone l’obiettivo da una parte di distribuire il rischio e la liquidabilità del capitale, e di massimizzare la valorizzazione dei risultati da parte di tutti coloro che, grazie a questa soluzione, possono dimostrare il proprio contributo al raggiungimento dei risultati.
Il tasso di mortalità delle startup è ancora molto alto, ma come ben noto esistono realtà che hanno la missione di sostenere gli sforzi iniziali di un’impresa innovative, e altre ancora capaci di accompagnarle nel loro percorso di vita. In che modo? Fornendo strumenti, competenze, metodo, formazione e risorse utili a sviluppare un business efficace. Le giovani imprese innovative hanno bisogno in particolare di competenze imprenditoriali e di supporto organizzativo, proprio per non disperdere le risorse nel loro percorso di crescita. Il lavoro di queste figure e di questi attori è la miglior forma di garanzia per aumentare le probabilità di successo di un investimento.
Per avere successo sulla piattaforma SEED Venture, infatti, gli incubatori dovranno dotarsi internamente di robuste competenze imprenditoriali di cui sinora ne sono stati fin troppo spesso sprovvisti. Ad esempio con imprenditori dotati di grandi esperienze che affiancano i giovani imprenditori per accompagnarli al successo.
Cosa serve a startup, investitori e incubatori
SEED Venture è una soluzione cripto ovvero una soluzione distribuita che vuole mettere in relazione gli interessi e le competenze dei tre attori fondamentali per successo dell’innovazione: startup, investitori e incubatori. E’ ben noto che chi finanzia l’innovazione può avere guadagni molto importanti, e peraltro sa di assumersi anche molti rischi.
Per un investitore il “classico” investimento, nella forma di un aumento di capitale nella startup, ha come contropartita delle quote, che per un certo periodo di tempo non può trasformare in liquidità. Ovvero non può mettere in vendita su un mercato secondario e pertanto le può monetizzate solo in alcune specifiche circostanze:
- nel momento in cui avviene la exit
- quando la società approda in Borsa in un mercato regolamentato
- quando subentra un nuovo attore che acquista la startup e che dunque permette di rendere liquido l’investimento.
Se si guarda alla storia del mercato si nota che questo percorso di investimento ha una durata media di diversi anni e raramente inferiore ai 5 anni. E’ in questo periodo che gli investitori corrono i maggiori rischi, legati in particolare alle scelte e agli sviluppi della startup. Nel caso in cui avessero poi bisogno di liquidare il loro impegno gli investitori dovrebbero affrontare non poche difficoltà, con costi spesso molto elevati. Queste difficoltà e questi rischi contribuiscono, purtroppo, a tenere i portafogli di molti operatori lontani dalle startup.
Il rischio si nasconde anche nella difficoltà di scegliere
Spesso, in assenza di un piano preciso, gli investitori associano l’investimento in startup prevalentemente o solo ai rischi: anche perché sono purtroppo tante le startup che per varie ragioni non raggiungono i loro risultati. Inoltre, per tanti investitori non è ovviamente facile scegliere le startup sulle quali investire e non è nemmeno facile scegliere il momento in cui farlo. E in molti casi lo si può fare solo nel momento in cui la nuova impresa dà corso a un aumento di capitale. In definitiva questi progetti sono in capo ad Angel Investor e Venture Capital, mentre è molto più raro che possano essere affrontati da investitori tradizionali.
Peraltro, dal punto di vista delle startup la situazione non appare più facile. Gli incubatori le aiutano, ma il rapporto con gli investitori è sempre difficile. Spesso l’ansia di raggiungere un risultato porta a stringere i tempi, ad accelerare con l’obiettivo, ancora una volta, di cercare di ridurre i rischi. Ma spesso si ottiene l’effetto opposto.
SEED Venture: una piattaforma per investire su un paniere di startup
L’idea di SEED Venture è proprio quella di semplificare questo fondamentale rapporto a tre:
- Investitori
- Incubatori
- Startup
di concentrare l’impegno di tutti sulla creazione di valore e sulla riduzione dei vari fattori di rischio.
Con questo progetto SEED Venture crea degli ecosistemi di incubatori che hanno il compito di affiancare le nuove imprese con imprenditori che offrono supporto costante agli startupper. Gli incubatori selezionano i progetti di startup e si costituiscono dei veri e propri “panieri” di nuove imprese che vengono offerti agli investitori. Ed è qui che entra in gioco, come avevamo anticipato, la blockchain, ma in una veste ancora una volta “nuova”. Ogni paniere è rappresentato da un token crittografico e gli investitori possono investire con maggiore libertà di azione e maggiore flessibilità rispetto alla situazione attuale senza dipendere dai round, dagli aumenti di capitale, nemmeno dai tagli di investimento; i fondi sono sempre liquidi e possono essere scambiati in un exchange interno, autonomo e decentralizzato, nella forma di vendita e acquisto di token
Non si investe in una startup ma in una “paniere” di nuove imprese
L’investitore non acquista una quota di startup, ma un token che rappresenta un paniere di imprese e nel momento in cui non trova conveniente/interessante il lavoro che viene effettuato con e per le startup presenti nel paniere, può mettere il token sul mercato e cambiare l’investimento.
L’acquisto dell’investitore non avviene più su un singolo progetto, ma su un insieme di progetti dove le prospettive delle aziende vengono “tokenizzate“. Il paniere-tokenizzato ha lo scopo di distribuire il rischio. A questo aspetto si deve aggiungere il ruolo dell’incubatore, che non è più solo impegnato nelle attività di sostegno e affiancamento, ma è a sua volta “ripagato” dal valore del paniere e lavora attivamente per il bene del progetto mettendo in gioco la propria reputazione per portare al successo le startup contribuendo anche in questo modo a diminuire il rischio fisiologico dell’investimento.
Tutto questo, come appare evidente, prevede un cambiamento importante nel ruolo dell’incubatore stesso che si mette a sua volta in concorrenza per attrarre le startup più interessanti e che si deve impegnare in investimenti nel paniere che è chiamato a sviluppare, seguendo un modello che non è più solo quello limitato alla vendita di servizi di affiancamento, di spazi o di mentoring.
Il ruolo del token SEED e la creazione di una piattaforma come “bene comune” nel rispetto della filosofia blockchain
Nel rispetto della filosofia Blockchain SEED Venture propone una forma di organizzazione autonoma distribuita. SEED Venture si occupa di far partire una piattaforma, uno strumento che viene costruito e messo a disposizione della comunità e che diventa un bene comune. SEED Venture ne perde il controllo e il progetto viene finanziato con i token, ovvero con una criptovaluta interna alla piattaforma, nella forma del token SEED che viene utilizzato come mezzo di pagamento. Il Token SEED è già stato emesso in una unica soluzione in 300 milioni di esemplari, in parte erogati modalità airdrop con una manifestazione di interesse per creare una comunità alle spalle del progetto, mentre con la restante parte dei token si svilupperà il progetto.
Come detto l”investimento nel paniere delle startup viene valorizzato in token, l’incubatore svolge anche il ruolo di certificatore di un piano di investimenti legate alle varie startup presenti nel paniere e con la validazione del piano di lavoro arriva anche lo sblocco immediato dei fondi a ciascuna startup a stati di avanzamento dei progetti. Le startup riceveranno così investimenti in token SEED sui loro wallet che potranno cambiare in valuta fiat attraverso gli exchange. Con questo modello si riduce anche il problema legato ai tempi lunghi per l’erogazione dei finanziamenti nel mondo venture.
Guarda il video con l’intervista a William Pividori e Sergio De Prisco
Nota sul ruolo degli incubatori per accelerare il processo di creazione di nuove imprese
Il ruolo degli incubatori è per SEED Venture sempre più fondamentale. Oggi questi sono i luoghi fisici in cui le nuove imprese si possono trasformare da semplici idee in realtà produttive concrete, riprendendo e attualizzando la definizione della Commissione europea, “un incubatore d’impresa è un’organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese”.
Ma per svolgere questo “nuovo” ruolo agli incubatori viene chiesto di arricchire il loro portfolio di servizi. Certamente, gli strumenti con cui gli incubatori si attivano per aiutare le startup sono molteplici e vanno dall’ospitalità in una sede fisica per i nuovi imprenditori, all’offerta di diverse forme di finanziamento, alla capacità di favorire l’inserimento in una rete sociale e imprenditoriale coerente con le loro prospettive oltre naturalmente a relazioni e consulenza. Per quanto tempo? Il tempo ragionevole di “vita” di una startup all’interno di un incubatore è in genere intorno ai 36 mesi. In questo arco di tempo, l’acceleratore aiuta le startup e le imprese soprattutto nell’early stage.
Il lancio della piattaforma SEED Venture è previsto ad agosto mentre è in corso la fase di testing.
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