Digitalizzare la pubblica amministrazione non vuol dire “portare” sul digitale le stesse prassi che venivano utilizzate nell’analogico, ma essere aperti all’innovazione e capire come sia possibile migliorare i servizi e ridurre i costi cambiando – se necessario – mentalità e utilizzando tutti i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione. Una strada sposata con convinzione dal Comune di Torino, come dimostra la scelta di sperimentare i possibili benefici che potrebbero arrivare alla macchina amministrativa dall’adozione della blockchain, in un percorso di studio iniziato da pochi mesi, il 15 dicembre 2017, con l’evento “Blockchain for social goods”, organizzato dalla Città di Torino con l’Università degli Studi di Torino e Nesta Italia, evento a cui hanno partecipato relatori nazionali e internazionali provenienti da pubblica amministrazione, mondo universitario, imprese private, no-profit ed enti di ricerca. Proprio da quell’incontro è emersa la necessità di dare vita a un percorso di formazione sulla blockchain, e per questo si è tenuto il 19 e 20 marzo un corso nato in collaborazione con Ifin Sistemi, con la partecipazione di rappresentanti del Comune di Torino, Csi-Piemonte, Università di Torino, Centro Nexa, Polito (Decode) – Ismb – top-ix – Nesta e Istituto Superiore Mario Boella.
Il ruolo di TrustedChain
La partnership con Ifin Sistemi nasce in considerazione dell’esperienza maturata nel campo dalla software house, che ha sviluppato la piattaforma TrustedChain, il primo network blockchain privato di Trust service providers europei, progettato ed ideato per offrire servizi blockchain ad altissima performance e affidabilità.
A tenere i corsi in qualità di trainer, tra gli altri, l’Ad di Ifin sistemi, Giovanni Maria Martingano, Marcella Atzori, advisor Ifin Sistemi e ricercatrice accademica affiliata alla University College of London, e Fabio Canevarolo, Blockchain technical leader della società.
Nella prima parte della due giorni i lavori si sono focalizzati sugli scenari applicativi della blockchain nella PA, e approfondimenti mirati su utilizzi specifici, come la disintermediazione dei processi di autenticazione, autorizzazione e audit, smart contract, token, transazioni multi-firma. La seconda giornata è invece servita per dare ai docenti la possibilità di proporre possibili servizi, disposizioni di legge o processi amministrativi per le quali l’applicazione della blockchain nella PA potesse fornire un contributo concreto per ridurre i costi, creare o migliorare un servizio utile ai cittadini. Dodici i progetti possibili scaturiti da questo lavoro, di cui sono stati analizzati punti di forza, debolezze, rischi e opportunità.
Identità digitale e Token sociale
Tra quelli che sono stati giudicati più interessanti emergono l’utilizzo della blockchain per Identità digitale multilivello, il Token sociale (riconoscere, tracciare e incentivare l’impegno civile), la Sovranità e riconducibilità del dato, l’E-procurement (gestione gare, tracciabilità degli acquisti PA, registro fornitori trasparente) e la Tracciabilità e conservazione delle ricevute telematiche Pago PA.
Ma quale sarà a questo punto il passo successivo? I partner si rivedranno e metteranno nero su bianco una roadmap per inserire compiutamente la blockchain nella strategia di innovazione dell’amministrazione comunale, preoccupandosi anche che il territorio “diventi attrattivo e luogo privilegiato per aziende e start-up che utilizzano la blockchain”. Un impegno che arriva dopo alcune sperimentazioni già messe in campo, come ad esempio il progetto Crio (strumenti per la lotta al cyberbullismo sui social network nell’ambito della collaborazione giá attivata con il Nist, Nucleo investigativo scientifico tecnologico della Polizia Municipale), e Co-City, progetto in cui la Città di Torino promuove nuove forme di amministrazione condivisa con la cittadinanza.