La blockchain è sempre di più al servizio di tutti i settori che necessitano di certificare la qualità e la provenienza di prodotti e materie prime. In particolare è anche al fianco del movimento globale Fashion Revolution che punta ad aumentare la trasparenza nel settore della moda per garantire un futuro più etico e sostenibile nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Ed è proprio qui che si colloca la startup londinese Provenance che si occupa di tracciare le filiere dei prodotti tramite blockchain e che ha stretto una collaborazione con Martine Jarlgaard, stilista dell’omonimo brand che si muove tra moda, arte, tecnologia ed economia.
Insieme hanno dimostrato il potenziale della tecnologia blockchain per ottenere maggiore fiducia dalle aziende su quello che succede lungo la catena di fornitura della moda, consentendo ai marchi di fornire informazioni verificate sui materiali, i processi e le persone dietro prodotti.
Un sistema blockchain per registrare e tracciare il viaggio di un pile di alpaca
Il primo capo al mondo tracciato con tecnologia blockchain era stato presentato già al “Solutions Lab” del Copenhagen Fashion Summit in Danimarca nel maggio 2017. Un sistema blockchain per registrare e tracciare tramite un’applicazione ogni fase del viaggio di un pile di alpaca, dalla tosatura nella fattoria, alla filatura, alla maglieria e alla finitura, dando poi la possibilità ai clienti e acquirenti del capo stesso di conoscerne la storia digitale scansionando un codice QR posto sull’etichetta. Questa è la prova del concetto di implementazione blockchain nelle catene di approvvigionamento della moda.
Secondo Jarlgaard, quello che ci porterà davvero a cambiare il nostro atteggiamento nei confronti degli abiti che indossiamo è proprio la tecnologia: “Quando penso al mondo della moda, mi rendo conto che non sappiamo più dove e come sono fatti i capi: abbiamo bisogno di rieducarci. La tecnologia potrà aiutarci a ricollegarci alle persone e ai luoghi coinvolti e quell’informazione aumenterà le aspettative dei consumatori, facendo pressione sulle grandi aziende perché si adeguino”.
Dalla blockchain un aiuto ai temi della sostenibilità
“L’industria della moda così com’è oggi è antica, un sistema chiuso e centralizzato, e io sto lottando per capire perché invece non stia usando queste opportunità date dalla tecnologia per essere trasparenti e corretti, che è l’unica via da seguire” spiega Jarlgaard, che prosegue: “La responsabilità che incombe sulle spalle del settore per iniziare a promuovere la sostenibilità è enorme, i brand devono ridefinire il valore di un prodotto per cambiare il modo in cui i consumatori fanno acquisti: sarà proprio l’innovazione a permetter loro di fare una differenza radicale”.
Il passaporto digitale unico tra i principali vantaggi
Il progetto prevede una serie di vantaggi per i consumatori e per le stesse imprese produttrici_
- PASSAPORTO DIGITALE UNICO. Un ID univoco supportato dalla tecnologia viaggia con il prodotto verificando i dati contenuti nella catena di fornitura del marchio. La prova dell’autenticità è la chiave. Blockchain aggiunge ulteriore sicurezza alle affermazioni fatte dai marchi. Assicurarsi che le informazioni sul prodotto finale e le certificazioni siano verificate dall’azienda e dai suoi fornitori. Questo alla fine aiuta nella prevenzione di false affermazioni.
- COLLABORAZIONE. Contenuto e dati sono raccolti da più fonti e fornitori, garantendo che le informazioni siano aggiornate. Questo significa dare voce a ciascuno dei partecipanti lungo la catena di approvvigionamento, creando una rete di supporto per le aziende che hanno a cuore la trasparenza.
- INTEGRAZIONE. Colmare il mondo digitale e quello fisico rendendo accessibile il percorso dei prodotti nel punto vendita. Stiamo portando tecnologia all’avanguardia alla punta delle dita dei clienti che cercano trasparenza nella moda. Questo risultato è ottenuto tramite etichette intelligenti come tag NFC o plug-in personalizzati per l’e-commerce.
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