Un tavolo di lavoro per capire gli sviluppi della Blockchain e della DLT in ambito business

Promossa dagli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano l’iniziativa intende avviare un confronto e uno studio sulle applicazioni della “Internet delle transazioni” sia in ambito finance che “non-finance”

Pubblicato il 27 Mar 2017

Valeria Portale, Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano
Valeria Portale, Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

di Valeria Portale*

L’avvento di Bitcoin a partire dal 2008 ha portato grande scompiglio nel mondo business, non solo in ambito Finance, per la potenziale perdita di presidio del mercato monetario dovuta all’introduzione di una criptovaluta, ma soprattutto per il potenziale utilizzo della struttura Blockchain in molti altri ambiti.

Vi è molta confusione su questi temi, soprattutto in Italia dove si è iniziato a discuterne negli ultimi 18 mesi, ed è quindi necessario fare chiarezza sulle definizioni e le opportunità abilitate. Per questo motivo nasce un tavolo di lavoro promosso dagli Osservatori Digital Innovation, volto a fare ordine e chiarezza su questi temi e comprendere le reali opportunità offerte dalle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger per gli attori italiani, finance e non finance.

Quale legame esiste tra Blockchain e Bitcoin?

La Blockchain, spesso definita Internet delle Transazioni, è la tecnologia caratterizzata dalla presenza di un database di transazioni condiviso (Distributed Ledger) tra più nodi di una rete, validato dalla rete stessa e strutturato a blocchi. Le principali caratteristiche del database sono tracciabilità, immutabilità e sicurezza, il tutto ottenuto attraverso l’utilizzo di sistemi crittografici.  La tecnologia Blockchain può essere utilizzata per regolare lo scambio di criptovalute ma anche altri beni digitali o fisici (nella sezione sotto faremo qualche esempio di ambito applicativo).

Il Bitcoin, che ha il merito di aver “inventato” il concetto di Blockchain ed è la sua prima vera applicazione, è una moneta virtuale, o criptovaluta (moneta che si basa su sistemi crittografici), che usa le caratteristiche della tecnologia Blockchain per poter essere scambiata tra soggetti che non si conoscono senza intermediari.

Quale è la differenza tra Blockchain e Distributed Ledger?

La Blockchain rientra nell’insieme più ampio delle tecnologie di Distributed Ledger, o archivi condivisi.

Vi sono più modi per gestire un archivio, o database, di informazioni.

  • Centralizzato. Prevalentemente utilizzato nell’era pre-internet il modello “centralizzato” vede la presenza di un ente centrale che è detentore dell’archivio e garante della correttezza e non modificabilità delle informazioni in esso contenute  e, in molti casi, decide quali informazioni possono essere inserire nel database.
  • Decentralizzato. Con l’avvento di Internet si diffondono i sistemi per l’archiviazione “decentralizzata”, in cui più nodi hanno una copia dell’archivio aggiornato che contiene le informazioni e sono i garanti della veridicità delle informazioni.
  • Condiviso. Negli ultimi anni nasce un nuovo modello di archiviazione, in cui l’archivio è “condiviso” con tutti i nodi che, in modo molto trasparente, possono accedere a tutte le informazioni ed esiste un sistema di garanti super partes (nel caso delle tecnologie Blockchain è un algoritmo) che definisce se le informazioni siano corrette.

Quando è nata la tecnologia Blockchain?

La storia della Blockchain è piuttosto articolata, di seguito abbiamo provato a riassumerla, suddividendola in 4 fasi.

Fase 1: l’inizio. Nel 2008 Satoshi Nakatomo pubblica il suo white paper che introduce bitcoin, il primo ambito applicativo della Blockchain, e dopo qualche mese viene effettuata la prima transazione della moneta virtuale e creato il primo blocco. Cresce l’interesse verso i Bitcoin che nel 2010 vedono la prima transazione nel mercato fisico, ossia vengono utilizzati dei Bitcoin per acquistare un bene o un servizio reale. La capitalizzazione del mercato dei Bitcoin cresce rapidamente fino a raggiungere oltre 1 miliardo di dollari nel 2014.

Fase 2: la fama negativa del Bitcoin. L’utilizzo dei Bitcoin ha iniziato a crescere anche spinto dalla sua grande adozione nei mercati illegali. La moneta virtuale infatti, nonostante un alto livello di tracciabilità, consente ai suoi utilizzatori di restare anonimi. Le autorità hanno iniziato così a considerare il Bitcoin come possibile strumento di finanziamento del terrorismo o del mercato della droga.

Fase 3: il rapporto contrastato con il regolatore. La fama negativa ha scatenato, nel periodo tra il 2012 e il 2014, una guerra al Bitcoin da parte delle autorità. Essendo una valuta globale e non regolamentata, alcune autorità locali hanno deciso di bandirla dai loro mercati.

Fase 4: la svolta. Dalla fine del 2014 inizia a cambiare la percezione negativa del Bitcoin e il mercato inizia a apprezzarne maggiormente il valore come moneta di scambio globale anche per acquisti online. Bitcoin inizia ad essere studiato come un fenomeno rilevante, non solo come moneta virtuale, ma come sistema Blockchain sicuro e difficilmente violabile. Nascono nuove piattaforme che usano la tecnologia Blockchain, come Ethereum e Ripple, che usano principi simili seppur con modalità implementative differenti. Nel biennio 2015 e 2016 molte sperimentazioni e consorzi vengono avviati da parte di molteplici grandi attori (banche, assicurazioni, utility) per capire le opportunità offerte dalla tecnologia e nascono numerose startup che sperimentano molteplici ambiti applicativi. Nel 2016 si registra un vero e proprio hype sul tema: tutti ne parlano e pochi sperimentano. Manca tuttavia un business case in grado di dimostrare la concretezza dei benefici attesi.

Quali sono gli ambiti applicativi delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger?

Seppur tutto nasca in ambito Finance, non è solo il mondo Finance interessato a questi sistemi. Le startup stanno mostrando che vi sono molteplici ambiti applicativi per queste tecnologie e molti altri verranno esplorati nei prossimi mesi. Alle classiche soluzioni tipicamente finance (p2p payment, trade finance, currency exchange, ecc.) e smart contract, si aggiungono soluzioni, solo per citarne alcune, legate a tracciabilità di prodotti lungo la filiera ad esempio: Everledger per i diamanti, Provenance per i prodotti alimentari, BlockVerify per i beni di lusso, Tokken per la cannabis a fini terapeutici); ma anche per la data storage (ad esempio Storj); per la gestione del copyright e delle opere d’arte fisiche e digitali (ad esempio Ascribe, Blockai, Monegraph); per la gestione delle soluzioni di Smart City (ad esempio La’zooz); soluzioni per l’Internet of Things (Filament); soluzioni per l’ID Management (ad esempio Shocard, Uniquid); e alcune opportunità interessanti nel Government.

A che punto siamo in Italia?

In Italia molte aziende di diversi settori stanno iniziando a interessarsi al tema, più a livello teorico che pratico. Il tema ha un forte baricentro internazionale (prima USA e poi Europa) e l’Italia ad oggi è ancora solo uno spettatore. Tuttavia crediamo che sia importante anche per il contesto italiano iniziare ad affrontare il tema e capire se esistono opportunità di filiera o cross-industry.

*Valeria Portale è Direttore del Tavolo di Lavoro Blockchain & Distributed Ledger degli Osservatori Digital Innovation – Politecnico di Milano

 

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