Un report del World Economic Forum (WEF) stilato in collaborazione con Deloitte, stima che l’80% delle banche nel mondo avvierà un progetto basato su blockchain o distributed ledger technology (DLT) entro la fine di quest’anno, almeno per gestire un’area della propria attività. Lo stesso studio stima in 1,4 miliardi di dollari l’investimento globale in questo tipo di tecnologie compiuto da aziende private ed enti nel corso degli ultimi 3 anni. Secondo lo studio “Opportunities & obstacles: Blockchain and the future of financial infrastructure”, le tecnologie DLT e Blockchain potrebbero sono applicate in prima battuta ai pagamenti internazionali e ai bonifici in generale e, a seguire, alla riorganizzazione dei mutui e alle dichiarazioni di conformità delle banche verso gli enti regolatori. A proposito di enti, sono già un centinaio le banche centrali che sperimentano le tecnologie in questione e sono già oltre 2.500 i brevetti sviluppati.
Lo studio individua, in particolare, alcune aree nelle quali le tecnologie dei registri distribuiti e la blockchain in particolare sono in grado di esprimere il loro massimo potenziale per l’universo degli istituti finanziari: la semplificazione dei processi e un miglioramento consistente della loro efficienza – tipicamente attraverso l’eliminazione di numerosi processi manuali e la riduzione di dispute e contenziosi – viene indicato come il beneficio principale nello studio. Anche le attività di vigilanza potranno essere semplificate grazie alla blockchain, abilitando funzionalità di monitoraggio in tempo reale dell’operato degli istituti. La tracciabilità degli asset, la disintermediazione finanziaria e l’automazione dei contratti sono altre aree nelle quali si potrà esprimere la forza innovativa dei distributed ledger.
Se abbinati ad altre tecnologie dirompenti come la biometria, il cloud computing, il cognitive e il machine learning, spiega poi il report, i registri distribuiti sono in grado di ridisegnare completamente l’infrastruttura di base dei servizi finanziari.
Le DLT possono essere impiegate con modalità tecniche diverse in aree funzionali differenti. Per esempio, nel trading finanziario, le blockchain permettono di abilitare la tracciabilità e la gestione in tempo reale di una pluralità di controparti o di lettere di credito, automatizzando le attività di regolamento monetario dei contratti relativi. Nei pagamenti globali, invece, sono in grado di abilitare il trasferimento di fondi in tempo reale tra diversi istituti finanziari e nelle attività di supporto alla conformità consentono di realizzare report in modo accurato e automatizzato. Le tecnologie in questione possono essere utilizzate anche per la gestione delle identità digitali, utile per abilitare la presa in carico del cliente lungo tutto il processo che lo vede coinvolto e anche per contrastare il riciclaggio in attività “pulite” del denaro di provenienza illecita.
«Anziché rimanere ai margini dell’industria finanziaria – ha commentato Giancarlo Bruno, Head of Financial Services Industries del WEF – la Blockchain si prepara a diventarne il cuore pulsante. Aiuterà gli operatori del settore a creare soluzioni innovative integrate all’interno dell’infrastruttura dei servizi finanziari, come i mainframe, i servizi di messaggistica e il trading online hanno fatto in passato. Ovviamente, però, lo sviluppo di applicazioni significative richiede una collaborazione stretta tra gli operatori del settore e i nuovi concorrenti delle fintech, gli innovatori e gli enti regolatori, cosa di per sé non facile da realizzare».
11 Aprile 2017
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