Dassault Point of View

Efficienza e agilità, competitività e proattività: il virtual twin regala valore alla supply chain

La pandemia e i conflitti geopolitici obbligano a ripensare in chiave innovativa una supply chain da anni sotto pressione. Problemi storici irrisolti come la carenza di materie prime e di personale, la crisi della logistica e la forte delocalizzazione l’hanno logorata. La chiave di svolta sono l’analisi dei dati e la tecnologia, la tecnologia applicata ai dati, per creare virtual twin dell’intero processo e ottimizzarlo a tavolino. Nell’automotive e nella produzione di beni di consumo questo “gemello” potrebbe rovesciare le sorti di entrambi i mercati, portando reattività, efficienza e agilità, ma anche proattività. In tutti i settori il virtual twin potrebbe trasformare la supply chain in catena di valore, l’unico modo per salvarla

Pubblicato il 09 Mag 2022

Supply chain

Shift dei consumi, assottigliamento delle scorte, delocalizzazione di know how e dipendenza per le materie, modelli di business just in time in cui l’efficienza è più importante della resilienza. Questi sono solo alcuni dei fenomeni che a cascata si sono riversati sulle supply chain di tutto il mondo a seguito della pandemia. Ne hanno minacciato e a volte anche pregiudicato l’intero funzionamento, seminando il terrore degli scaffali vuoti, di un Natale senza regali, di attese di mesi e mesi per la nuova auto. Queste “minacce” dal forte potere mediatico hanno però avuto il merito di riaccendere i riflettori su tutte le opportunità per rendere le supply chain più resilienti, in primis quelle offerte dalla tecnologia.

Fotografando a inizio 2022 questa dinamica di azione e reazione, l’istituto di ricerca OnePoll ha coinvolto 250 decision maker IT del settore manifatturiero italiano. Il 51% ha confermato come i ritardi della supply chain abbiano avuto “forti impatti” sulla produttività, con un aumento dei giorni di fermo di produzione del 20% negli ultimi 8 mesi (da 36,8 a 44,2). Quasi unanimemente condivisa, quindi, l’intenzione di ripensare con urgenza alle proprie strategie.

Nuove sfide per la supply chain, dati sempre al centro

La strada prediletta dalle aziende è quella di investire in tecnologia. Secondo il “KPMG 2021 Ceo Outlook” lo farà il 67% per prevenire le disruption, modernizzare i processi e aumentare la visibilità su tutta la catena del valore, monitorando e mitigando i rischi. Non è troppo tardi, perché gli effetti del Covid-19 si trascineranno ancora per diversi mesi sovrapponendosi alle nuove criticità già emerse nei primi mesi del 2022. Per ora sono 7 le nuove sfide per la supply chain:

  1. Progettare flussi logistici alternativi, con magazzini più vicini ai clienti per sfruttare le consegne dell’ultimo miglio e i resi.
  2. Risolvere i ritardi nella produzione attraverso le analisi del rischio e la re-ingegnerizzazione delle specifiche dei prodotti
  3. Diversificare le forniture con nuovi partner, monitorandoli per gestire sia i rischi di fornitura sia quelli di cybercrime che di contraffazione
  4. Raddoppiare gli investimenti in tecnologia per potenziare la pianificazione, rafforzare la visibilità e la sicurezza
  5. Individuare le leve di negoziazione migliori e ottenere il giusto prezzo di acquisto sfruttando il flusso ininterrotto di informazioni su tutta la supply chain
  6. Puntare sulle competenze digitali, non solo dei “white collar” ma anche dei “blue collar” e della Gen Z
  7. Costruire un network per assicurare la business continuity abilitando l’integrazione e la collaborazione cross-funzionale con l’ecosistema dei fornitori

Ciascuna di queste sfide ruota attorno alla condivisione dei dati, condizione necessaria per ottenere una supply chain più agile e resiliente. Non manca la “materia prima” in questo caso, anzi i dati molto spesso sono troppi, ma risultano difficili da raccogliere, oppure da integrare. La maggioranza delle aziende usa sistemi aziendali differenti e memorizza le informazioni con schemi diversi in database separati rendendo difficile o impossibile ottenere un quadro generale coesivo.

Dal digital twin al virtual twin, per disegnare la supply chain del futuro

Quando la raccolta e l’elaborazione di dati sono possibili, la tecnologia permette di ottenere un alter ego digitale di dispositivi, infrastrutture, sistemi, prodotti e processi industriali già in essere: il digital twin. Si tratta una rappresentazione dell’oggetto in tutte le sue caratteristiche funzionali, un simulatore utile ad esempio per replicare le condizioni in cui ci si trova ad operare.

Perché accontentarsi del presente, quando si può guardare nel futuro? Lo si può fare con il virtual twin. Questo strumento permette infatti di navigare tra una molteplicità di futuri possibili e prevedere svariati scenari. Tramite proiezioni basate sul “what if” diventa possibile progettare in modo più consapevole e sicuro, oltre che economico. Con questa evoluzione del digital twin si può finalmente accedere ad un utilizzo intensivo e proficuo dei dati, quello necessario oggi alla supply chain per imboccare la via di una ripresa costante e definitiva.

Perché ciò accada realmente e diffusamente, occorre inserire questa tecnologia all’interno di un approccio olistico e multidisciplinare implementato attraverso un software unico e performante. La piattaforma 3DExperience di Dassault Systèmes ne è un esempio: gli strumenti di collaborazione e di condivisione che offre riescono a far superare l’organizzazione verticale dell’azienda a beneficio della supply chain. Imprese, maker, inventori e start-up: tutti possono usarla per tutto. Dalla progettazione e dalla modellazione 3D al data management, dalla simulazione e dall’indicizzazione dei big data all’ingegnerizzazione delle vendite e alla sperimentazione di nuovi prodotti da lanciare sul mercato.

Diventare una catena del valore grazie alla collaboration

L’implementazione di questa soluzione apre a molte opportunità di miglioramento della supply chain. Permette di ottimizzare l’operatività e la pianificazione di produzione, gestione e consegna ma anche di fornire supporto all’automazione riducendo sprechi di energia, materiali e tempo.

Combinando insight operativi in tempo reale con la cloud collaboration lungo tutta la filiera diventa possibile aumentare la produzione, rispondere rapidamente ed efficacemente a eventi non pianificati e massimizzare flessibilità, visibilità e controllo. Il tutto riducendo inventario, tempi di consegna e costi operativi.

Oltre a questi vantaggi evidenti e immediati, ce ne sono altri più strategici da cogliere con lungimiranza. Il virtual twin permette ad esempio anche una pianificazione delle risorse “a prova di pandemia”, coniugando efficienza e resilienza e minimizzando le interruzioni. Gestire in modo dinamico la domanda sarebbe poi l’ideale in ogni settore ma è già vitale nell’automotive e nella produzione di beni di consumo data le forti sfide a cui sono sottoposti e l’elevata personalizzazione richiesta in entrambi i mercati.

La scarsità di materie prime e i cambiamenti disruptive che hanno scosso il settore auto lo hanno costretto a ripensare alla supply chain in termini di massima flessibilità. Le analisi in real time dettagliate del virtual twin diventano quindi essenziali per prendere decisioni rapide e data driven, realmente basate sulla disponibilità di tutte le risorse. Per i beni di consumo la sfida è invece quella di comprendere, prevedere e stupire l’utente conquistandolo. Anche in questo ambito il virtual twin si dimostra l’alleato ideale, per la sua capacità di massimizzare il valore estratto dai dati e di offrirlo in tempo reale.

Analogo successo di questo twin si riscontra anche nei trasporti, nell’aerospaziale e nelle macchine industriali dove porta reattività, efficienza e agilità, ma anche proattività. Un suo punto di forza, infatti, è l’opportunità offerta di fare innovazione basandosi finalmente su dati scientifici e verificandone l’efficacia. Un altro merito del virtual twin consiste nell’aver trasformato la supply chain da ecosistema a compartimenti stagni in ecosistema lineare. Assicurando il pieno accesso a tutti a qualsiasi conoscenza, competenza, abilità o talento, infatti, consente una effettiva collaborazione in tempo reale tra individui, gruppi o organizzazioni. Trasforma così la catena di approvvigionamento in una catena del valore, l’unico modo per renderla realmente resiliente.

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