Anche se a volte non ci si pensa, nell’ambito domestico sono diversi i prodotti che basano il funzionamento su micromotori elettrici. Si va, per esempio, dalle serrature elettroniche che non richiedono l’uso della chiave ai sistemi di apertura dei forni con comando vocale, fino alle vetrocamere in cui delle veneziane poste tra due vetri sono movimentate in salita e discesa.
Sono tutte soluzioni che impiegano motori di ridottissime dimensioni, ma con un’elevata coppia e con caratteristiche molto particolari che li destinano a impieghi specifici. Perciò la scelta di un micromotore piuttosto che un altro, anche se sembrano differire di poco, può far cambiare drasticamente le prestazioni all’interno della medesima soluzione.
Ed è proprio perché si parla di soluzione, e non solo di singolo componente, che oltre al micromotore un ruolo fondamentale per il rendimento lo rivestono anche l’elettronica che gestisce il micromotore stesso e la riduzione meccanica che trasmette il movimento.
È l’insieme di questi tre elementi che permette di ottenere il massimo in termini di rendimento, ovvero le più alte prestazioni con i consumi più bassi e quindi il più lungo ciclo di vita. Micromotore, elettronica e meccanica vanno quindi scelti con oculatezza e con caratteristiche tali da ottenere il massimo per quel determinato impiego.
Claudio Ferè è General Manager di F&C Solutions, azienda con esperienza trentennale nel settore, e spiega quali sono i fattori fondamentali da considerare per le imprese che desiderano realizzare prodotti per la domotica (e non solo) all’interno dei quali è centrale il ruolo del micromotore.
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