Caso Utente

Ducati e NetApp vincere anche grazie alla digitalizzazione

La divisione Ducati Corse ha realizzato in collaborazione con NetApp, sponsor fra l’altro dell’azienda nel Mondiale MotoGP, un’infrastruttura iperconvergente in grado di realizzare ai box l’acquisizione dei dati proveniente dai sensori a bordo della moto durante gli stop e le relative elaborazioni necessarie per la successiva ottimizzazione del setup, realizzando in pratica un sistema completo per una filiale mobile. Questo progetto che, dopo una sperimentazione di un anno, verrà replicato in alcune filiali periferiche è parte di una più ampia collaborazione fra il produttore di moto e il fornitore di soluzioni di storage e data management.

Pubblicato il 08 Nov 2019

foto Netapp Ducati

Fondata nel 1926, attualmente società del gruppo Audi, Ducati è nota a livello internazionale per le sue moto di fascia alta, assemblate con estrema precisione nello stabilimento di Bologna Borgo Panigale, grazie alle quali genera un fatturato di circa 700 milioni l’anno.

La divisione Ducati Corse rappresenta tradizionalmente il luogo privilegiato della sperimentazione innovativa che viene poi trasferita anche nelle moto (oltre 50mila prodotte nel 2018), un mercato dove la rapidità dell’innovazione è strategica.

Su ZeroUno abbiamo già accennato al progetto realizzato da Ducati in collaborazione con NetApp che ha valso al vendor ICT il premio per la categoria tecnologica Big Data Analytics dei Digital360 Awards 2019 , ma in questo articolo entreremo nel dettaglio per capirne caratteristiche specifiche.

Ai box la potenza di un data center

L’attività svolta ai box dal Team Corse è fondamentale sia per il successo della gara sia per mettere a punto innovazioni tecnologiche.

Durante la corsa MotoGP quando la moto si ferma al box vengono raccolte e analizzate grandi quantità di dati real time generati da più di 60 sensori a bordo.

“Grazie alla collaboratore con NetApp abbiamo attuato un completo cambio di mindset – spiega Stefano Rendina, IT manager di Ducati Corse – In precedenza lavoravamo con file server: ci si collegava per inviare i dati alla sede di Bologna e si restava in attesa della risposta degli analisti dalla sede”. Va ricordato che i tempi di elaborazione sono critici visto che l’analisi rapida dei dati può consentire di sfruttare gli insight per una messa a punto della moto fin dallo stop successivo.

La scelta dell’architettura HCI, l’infrastruttura iper-convergente di NetApp in un ambiente virtuale, modifica l’organizzazione precedente: “Abbiamo deciso di dimezzare le attività di chi lavora in sede, mettere in pista macchine virtuali per realizzare l’acquisizione dei dati, che vengono scaricati dalla moto al box, effettuare localmente le simulazioni con gli algoritmi dedicati che si autoalimentano con i dati, prendere le decisioni”, aggiunge Rendina, precisando che l’infrastruttura deve essere particolarmente semplice da gestire visto che l’ingegnere responsabile della struttura sul campo e gli altri tecnici non hanno know-how informatico. Oggi di fatto il team MotoGP Ducati in pista dispone della potenza di un intero data center in uno spazio estremamente limitato.

“I benefici del progetto sono emersi successivamente all’acquisto dell’hardware. Il valore aggiunto del progetto è derivato soprattutto dal supporto ingegneristico di NetApp Professional Services Germania, con cui abbiamo collaborato per mettere a punto script automatizzati, sia per lo startup sia per lo shutdown sicuri, che ci ha permesso di ridurre da 50 a 15 minuti i tempi di accensione e di spegnimento”, aggiunge il responsabile IT sottolineando la criticità dei tempi.

Da filiale mobile a filiale per sedi periferiche

L’infrastruttura è in tutto e per tutto quella di una filiale, una filiale viaggiante che un giorno si accende a Misano, dopo qualche giorno in Tailandia o in Malesia. “Si tratta di un’infrastruttura robusta che ha dimostrato in un anno di utilizzo la capacità di sopportare gli spostamenti e le condizioni esterne critiche e ci ha molto aiutato nella simulazione e nella velocizzazione dei tempi di setup della moto”, precisa ancora Rendina.

Nel confronto con Ducati Motor Holding si è allora deciso che un’infrastruttura, sperimentata per una filiale mobile che sta accesa quattro giorni per spegnersi e poi riaccendersi dall’altra parte del mondo, potrebbe essere replicata anche in alcune filiali periferiche. “Ragionando con il CTO di Ducati abbiamo previsto di replicare l’infrastruttura del Moto GP nel nostro stabilimento in Tailandia e nella nostra filiale commerciale negli Usa – dice Rendina – Si tratta di un progetto ready to go, dopo un anno di sperimentazione, che dovrebbe prendere il via nel 2020”. E in seguito si sperimenterà un’infrastruttura ottimale standardizzata anche per le filiali “normali”.

Ducati e NetApp una partnership in pista e in produzione

L’occasione di incontro fra Ducati e NetApp è stato il consolidamento del data center per renderlo compatibile con i requisiti GDPR, con la creazione di un secondo sito per il disaster recovery strutturato.

La partnership si è ampliata con la sponsorizzazione da parte di NetApp del Mondiale MotoGP che si è rinnovata anche nel 2019. “Ne abbiamo approfittato subito visto che avevamo in mente alcuni adeguamenti infrastrutturali per una trasformazione in grado di dare valore aggiunto che andasse oltre la fornitura di hardware – ricorda Rendina – Ci siamo così confrontati sulle necessità nel day by day della Divisione corse” . Con i risultati sopra esposti e una partnership che proseguirà nel tempo.

La situazione attuale è descritta da Marco Pozzoni, Country Sales Director NetApp Italia.

grafico NetApp Ducati
Figura 1 – Data center Ducati

Nella figura 1 a sinistra è rappresentato l’ambiente di Ducati Motor Holding e Ducati Corse, a destra in alto l’attuale sito di disaster recovery, dove Ducati sta replicando i dati relativi a circa 90 applicazioni considerate business critical che, per come è concepita la tecnologia NetApp, è un ambiente dati attivo, ossia il dato nel sito secondario è allineato a meno di pochi minuti grazie al sistema Snap Mirror. Può dunque essere utilizzato anche per attività diverse dal disaster recovery, come ad esempio le migrazioni. “A dicembre è stato utilizzato per la migrazione di Sap, da fisico a virtuale, che ha comportato la migrazione dati e il passaggio a un nuovo ambiente, con un minimo disagio per gli utenti in termini di prestazioni, senza nessuna interruzione del servizio”, esemplifica Pozzoni.

La parte in basso a destra è quella più sperimentale e riguarda la possibilità di estendere al cloud gli ambienti di Ducati. È il caso di un’app rilasciata lo scorso anno per connettere alcuni modelli di moto a una community. “Possiamo mettere a disposizione di Ducati servizi che consentono la gestione interna anche di dati provenienti da qualunque cloud pubblico (AWS, Azure o Google cloud…), senza alcuna interruzione”, aggiunge Pozzoni.

marco pozzoni netapp
Marco Pozzoni, Country Sales Director NetApp Italia

L’esperienza di Ducati mette in evidenza un modello di elaborazione distribuita, abilitata da una tecnologia iperconvergente, che potrebbe rappresentare uno dei trend del futuro.

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