Storico marchio di distribuzione di prodotti e componenti elettrici ed elettronici, Melchioni è sul mercato da più di 70 anni in un settore che ha visto una trasformazione radicale e nel quale il modello basato sull’e-commerce e, quindi, sulla digitalizzazione del business risulta oggi quello di riferimento.
È interessante ripercorrere, seppur per sommi capi, la storia di un’azienda che, tutt’oggi guidata dagli eredi del fondatore Mario Melchioni, deve la sua fortuna a quell’intraprendenza, inventiva e innovazione tipiche italiane. Siamo nel 1947, l’Italia è ancora semi distrutta dai bombardamenti e dai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, ma ha anche tanta voglia di ricostruire, di lasciarsi alle spalle il passato e, soprattutto, ha voglia di nuovo e Melchioni ottiene la distribuzione esclusiva sul mercato italiano di un prodotto che rappresenta il massimo della modernità: il rasoio elettrico Philishave. “Il successo è tale che Philips deciderà di lasciare a Melchioni la distribuzione per oltre 40 anni”, ci spiega Corrado Malgioglio, IT Manager dell’azienda, che abbiamo incontrato a margine del Richmond IT Director Forum di Rimini, una kermesse di 3 giorni durante la quale si sono confrontati decine di CIO, IT manager, esperti e rappresentanti del mondo dell’offerta.
Corrado Malgioglio, IT Manager Melchioni
Melchioni: pionieri di innovazione
Facciamo un salto di quasi 30 anni, durante i quali l’azienda continua a crescere, si trasforma in SpA e immette sul mercato italiano prodotti innovativi stringendo alleanze con partner internazionali, per arrivare alla distribuzione dei primi Commodore (i “genitori” del mitico Commodore 64), all’inizio della collaborazione con Sharp, agli apparecchi audio-video Toshiba, alla console di videogiochi Atari. Nel frattempo, nasce una nuova divisione Melchioni che stringe alleanze con i maggiori produttori a livello mondiale di componenti elettronici per l’industria (oggi Melchioni Electronics).
“Nel 1980 l’azienda raggiunge l’intesa per la vendita delle calcolatrici Sharp e pocket computer. Mi piace parlare di questi oggi perché danno un’idea dello spirito innovativo di Melchioni, non solo nella ricerca di prodotti da proporre al mercato, ma anche nel suo utilizzo interno”, dice Malgioglio, che prosegue: “Siamo ancora negli anni dove gli agenti di vendita scrivevano i loro ordini su fogli di carta che poi venivano inviati in azienda via fax. In Melchioni, invece, si ideò un sistema alternativo e molto più rapido e funzionale: gli ordini venivano inseriti dall’agente su questi pocket computer e poi, tramite un accoppiatore acustico, inviati via telefono in sede”. Ecco quindi che Melchioni si dota di una struttura IT con sviluppatori in grado di scrivere i programmi via via necessari al funzionamento dell’azienda.
Il consolidamento della vocazione B2B
Ma arrivano gli anni ’90 e anche se l’azienda continua a cercare e proporre sul mercato italiano prodotti nuovi (nel 1997 lancia nel nostro paese il primo televisore al plasma Fujitsu), il settore della distribuzione elettronica di consumo subisce prima il pesante attacco delle grandi catene e dopo qualche anno quello dell’e-commerce. La capacità di resilienza di Melchioni si esprime andando contro tendenza e scegliendo la via dello sviluppo, prima entra nel mondo della fornitura di ricambi per auto, moto, veicoli commerciali e industriali con la nascita nel 1989 di Melchioni Car System, quindi nel mondo delle energie rinnovabili, specializzandosi nel fotovoltaico e poi, con l’acquisizione di 3 aziende, consolida la sua vocazione nella distribuzione business to business: Comprel, dal gruppo Esprinet, specializzata nella distribuzione di componentistica elettronica; Acsel Electronics per la distribuzione di componentistica nel settore illuminotecnico; Autosystem Climatronic, climatizzazione per veicoli speciali. Con l’acquisto di Climatronic, Melchioni acquisisce un’azienda con le carte in regola per vendere a clienti di veicoli industriali in tutto il mondo.
L’azienda si specializza nella distribuzione di componentistica elettronica per l’industria di qualità. Melchioni diventa primo distributore indipendente italiano di componenti elettronici, con forte competenza nell’automotive, industrial, domotica, Avionica e satellitare, White goods, Telecom. Nel 2018 vede la luce la Divisione Motion dedicata alla progettazione, produzione e assemblaggio di sistemi di climatizzazione per veicoli industriali.
Nel frattempo l’azienda, che ha chiuso il 2018 con un fatturato di 150 milioni di euro e occupa oltre 160 dipendenti e 100 agenti di vendita, ha avviato l’espansione all’estero con Melchioni Asia e China che, con i nuovi uffici operativi rispettivamente a Hong Kong e a Shanghai, gettano le basi per un nuovo sviluppo commerciale nel mercato del Far East, iniziando con la distribuzione dei componenti elettronici; Melchioni France a Neuilly Sur Seine, Melchioni Iberia a Madrid sempre per la distribuzione dei componenti elettronici, permettendo così al gruppo ulteriori prospettive di crescita europee; infine con Melchioni Tunisia.
Un portale B2B per la componentistica per l’Industria 4.0
Oggi Melchioni distribuisce più di 60.000 prodotti a oltre 25.000 clienti: “Il lavoro importante è studiare le esigenze del cliente e proporgli il componente giusto perché Melchioni non è un semplice distributore: fondamentale è l’apporto consulenziale per trovare presso i nostri partner, o facendo scouting su nuovi fornitori, la soluzione che risponde alle necessità dei clienti”, spiega Malgioglio.
“Per questo – prosegue l’IT manager – il tema dell’e-commerce, che nel B2B ha comunque un impatto meno dirompente di quanto non sia avvenuto nel B2C, è stato considerato negli anni passati secondario. Lo scorso anno l’azienda, per dare una risposta efficace alle esigenze di quei clienti che volevano accedere a una modalità di acquisto autonoma, ha invece deciso che era venuto il momento di effettuare un investimento importante in questo ambito”. Nasce così Melchioni Ready, il portale interamente dedicato a quella che potremmo definire la “componentistica per l’Industria 4.0”.
“Il nostro portale di ecommerce non poteva ovviamente non essere in linea con la storia innovativa di Melchioni, quindi abbiamo scelto sistemi in grado di garantire un’esperienza moderna e semplice ai nostri clienti. Ogni prodotto è corredato da una scheda tecnica approfondita in modo che i clienti possano comparare i vari prodotti disponibili e scegliere quello più adeguato alle loro esigenze”, spiega Malgioglio. La consegna è assicurata in 24 ore e la gestione della supply chain direttamente in Italia comporta una riduzione delle intermediazioni e, di conseguenza, vantaggi sulla qualità del servizio e le condizioni commerciali.
I progetti futuri
L’infrastruttura IT di Melchioni è on premise con un data center con server Windows, Linux e Unix: “Per il momento – dice l’IT manager – non sentiamo l’esigenza di un passaggio al cloud. Sebbene questa venga indicata come la tendenza che si sta imponendo, nel nostro caso non abbiamo alcune problematiche tipiche del mondo consumer, come per esempio la presenza di momenti di picco in cui è indispensabile poter disporre di un’infrastruttura in grado sopportare carichi di lavoro estremamente variabili. Tanto meno la riteniamo un’opzione interessante a livello di costi dato che, come evidenziano ormai tutti i dati, non è il risparmio la motivazione principale per la quale le aziende scelgono il cloud”.
L’impegno importante nel 2020 sarà invece l’implementazione di uno ERP standard, per il quale l’azienda sta ultimando la software selection: “Al nostro interno c’è sempre stata una grande competenza informatica, come dimostra l’esempio dei pocket computer Sharp, e abbiamo sempre sviluppato internamente le soluzioni, gestionale compreso, che ci servivano; a oggi abbiamo 6 programmatori, 4 sistemisti e una persona che si occupa dello sviluppo dei siti web. Una situazione che ci ha permesso di gestire la complessità di 5 divisioni garantendo sempre elevati livelli di servizio, ma che oggi non è più perseguibile anche perché si tratta di competenze che sono sempre più difficilmente reperibili sul mercato”.
Da qui la decisione di migrare a un sistema standard e di sfruttare le competenze disponibili in azienda per lo sviluppo di nuovi progetti.