“Intelligenza artificiale e cognitive computing, Internet delle cose e Industria 4.0: sono questi i macro trend che dettano l’agenda della trasformazione digitale”: esordisce Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato di Ibm Italia, che prosegue: “È la risposta alle esigenze di produttività e di competitività espresse dalle imprese. C’è il delinearsi di opportunità che richiedono lo sviluppo di nuovi modelli di business differenzianti. C’è, infine, un sistema paese che ha di fronte un percorso di crescita obbligata e condizioni ottimali per farlo”.
E se pensiamo all’Intelligenza Artificiale e agli enormi passi avanti che ha compiuto la tecnologia su questo fronte, “in gioco ci sono addirittura le speranze legate alle grandi sfide dell’umanità”, afferma Cereda. “D’altronde ciò che stiamo vivendo oggi è una discontinuità con il passato, una rottura dei paradigmi tradizionali: a dettare le regole è la quantità di dati in cui è immersa la nostra quotidianità. Dati non strutturati per la cui comprensione servono strumenti con un diverso tipo di capacità analitica e di interazione con l’uomo. Quei dati costituiscono la nuova risorsa naturale a disposizione del business. Una ricchezza immensa di conoscenza ancora nascosta, il cui valore ammonta a trilioni di dollari”.
E questo è solo l’aspetto economico della questione: “Se vogliamo, quello meno importante”, è l’opinione del numero uno di IBM Italia che, pensando poi al 2017 come anno di possibile cambiamento di passo per l’Italia, si spinge in queste riflessioni: “Parlare di tempi di adozione conduce a una necessaria premessa: tutto dipende dalla disponibilità alla collaborazione. Sarà questa, insieme allo sviluppo delle nuove competenze, a fare da collante a ogni opportunità di innovazione e quindi di cambiamento”.
Ma c’è un aspetto sul quale Cereda insiste particolarmente: “Il momento è ora!”, è il suo monito, “non potrebbero esistere circostanze migliori”. Il perché di tale convinzione lo dettaglia così: “La tecnologia, che si parli di cloud, analytics, sistemi cognitivi, soluzioni di mobile computing o blockchain, non solo è giunta al suo livello di maturità, ma non è mai stata così accessibile e slegata dalla dimensione dei costi”.
Se il ruolo dell’IT è sempre stato quello di abilitatore del business, oggi più che mai è driver di innovazione e di cambiamento, “occorre solo trovare la migliore sintesi progettuale, a seconda dei casi”, pensa Cereda. “L’alibi dell’assenza di risorse è ormai superato. Prendiamo il tema della Fabbrica 4.0: i 13 miliardi messi a disposizione del Governo, tra iper-ammortamenti e crediti d’imposta, sono un’occasione straordinariamente importante. Tocca dunque alle aziende saper cogliere i frutti, spingendo adesso sul pedale degli investimenti”.
Ma tocca anche ai vendor ‘fare la propria parte’, suggeriamo: “Abbiamo il dovere di supportare le aziende dando concretezza a strategie ed obiettivi mettendo a disposizione luoghi di innovazione collaborativa come il centro ‘Watson IoT’ appena aperto a Monaco”, risponde diretto Cereda.