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AI nelle aziende: sfide e opportunità secondo i CIO



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Un sondaggio di Salesforce rivela che, nonostante l’importanza riconosciuta all’AI, solo l’11% dei CIO afferma di averla pienamente integrata nelle proprie strutture. I principali ostacoli sono legati alla sicurezza e ai dati

Pubblicato il 16 ott 2024



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L’ Intelligenza Artificiale (AI) è considerata da una larga fetta di CIO aziendali, l’84% per l’esattezza, come un elemento di importanza paragonabile a quella che ha avuto l’ascesa di Internet.

Nonostante ciò, solo l’11% dichiara di averla pienamente integrata nelle proprie strutture, a causa di una serie di ostacoli tecnici e organizzativi, tra cui spiccano le questioni legate alla sicurezza e infrastruttura dei dati.

Un recente sondaggio condotto da Salesforce e commissionato a NewtonX su 150 CIO verificati di aziende con almeno 1.000 dipendenti fornisce uno spaccato della situazione attuale dell’AI nel mondo aziendale, evidenziando le difficoltà da superare per implementare efficacemente strategie basate sull’AI.

L’AI generativa è una delle tecnologie più rivoluzionarie di questo secolo”, ha dichiarato Juan Perez, CIO di Salesforce. “La nostra ricerca dà un’idea di come i CIO dei vari settori e in diverse aree geografiche si stanno preparando per dar vita a progetti di trasformazione aziendale che fanno leva sull’intelligenza artificiale”.

L’AI e quelle aspettative irragionevoli

I decisori aziendali vedono nell’impiego dell’AI una grande opportunità soprattutto in termini di efficienza. Il 77% dei CIO afferma di avere un ottimo o eccellente consenso da parte dei dirigenti sul valore e l’efficacia dell’AI.

La nota dolente riguarda i tempi: il business vorrebbe accelerare ma il 68% dei CIO ritiene che gli stakeholder abbiano aspettative irragionevoli su tempi e ROI.

Diversi executive nei settori delle vendite, del marketing, dell’assistenza e dell’e-commerce ritengono di aver “pienamente implementato” la tecnologia nei propri flussi di lavoro. Il problema è che gran parte di questa adozione non è autorizzata, il che pone rischi significativi per la sicurezza, in quanto i lavoratori inviano dati sensibili attraverso LLM non protetti.

D’altra parte, solo l’11% dei CIO – grazie alla loro maggiore competenza tecnica e alla visione più ampia dell’organizzazione – afferma di aver implementato completamente l’AI, in media un dato tra i 18 e i 38 punti percentuali in meno rispetto alle loro controparti nelle altre linee di business.

Sicurezza, privacy e mancanza di dati affidabili sono i principali timori

La lentezza nell’adozione di strategie e strumenti di AI nelle aziende è spesso dovuta alla meticolosità del lavoro preliminare che i CIO devono svolgere.

Data la natura trasformativa dell’AI, il 67% dei CIO afferma di adottare un approccio più prudente alla sua implementazione rispetto ad altre tecnologie. Tra gli ostacoli da considerare quelli più comuni sono legati alla sicurezza e ai dati.

Anche se ci si può affidare a fornitori con un’infrastruttura robusta e con ottima reputazione, assicurare che i dati utilizzati dall’AI siano aggiornati, di qualità elevata e facilmente accessibili può risultare difficile.

Solo il 47% è sicuro di aver allocato la giusta quantità di budget per l’utilizzo dell’AI.

Le iniziative sui dati non sono nuove, ma stanno raggiungendo un livello di urgenza e di priorità senza precedenti”, ha aggiunto Perez. “Quasi tutte le aziende con cui parlo stanno spostando risorse per garantire che i propri dati siano integrati, accessibili e rilevanti”.

Il disallineamento tra valore commerciale dell’AI, entusiasmo e preparazione

Al di là delle sfide legate al rafforzamento delle loro basi dati, molti CIO riscontrano non poche difficoltà a definire dove e come l’AI dovrebbe essere usata nell’organizzazione. Questo è principalmente dovuto alla natura innovativa dei modelli e alla mancanza di comprensione, o addirittura al timore, di questa nuova tecnologia all’interno delle varie aree aziendali.

E mentre i casi d’uso dell’AI possono essere più evidenti in alcune aree dell’azienda, quei reparti potrebbero non essere i più ricettivi o capaci di sfruttarla appieno. Ad esempio, i CIO ritengono che il servizio clienti abbia il maggior numero di use case, ma anche che sia il meno entusiasta. D’altro canto, il marketing desidera utilizzare l’AI, ma ha meno competenze in merito.

Alcuni CIO stanno scoprendo che questo disallineamento tra il valore commerciale dell’AI, l’entusiasmo e la preparazione richiede un approccio più chirurgico all’implementazione della tecnologia in tutta l’azienda.

In genere risulta efficace lanciare progetti pilota che mettano in mostra le potenzialità dell’AI, al fine di rendere possibile un’implementazione più ampia. Infatti, il 75% degli intervistati descrive le proprie organizzazioni come in fase sperimentale di adozione dell’AI.

“I decision maker hanno l’opportunità di dimostrare ai dipendenti scettici che questa tecnologia può realmente aiutare – e non ostacolare – il loro lavoro. Un’abilitazione efficace è fondamentale per dotare questi dipendenti delle competenze, degli strumenti e delle linee guida necessarie per generare un valore tangibile, in modo che le loro aziende possano iniziare a fidarsi dell’AI e a credere nel potenziale che offre”, ha osservato Jeff Amann, EVP & GM di Salesforce Industries.

Il nodo dell’aggiornamento e delle competenze

Mentre i loro capi si concentrano sulle implicazioni aziendali dell’AI, i CIO sono sottoposti alla pressione dell’operatività del day by day. L’AI non è solo una tecnologia non molto conosciuta, ma anche una tecnologia che si sta evolvendo a un ritmo incessante. Di conseguenza, i CIO devono aggiornarsi, e in fretta.

Tre CIO su cinque ritengono che le aspettative degli stakeholder riguardo alle loro competenze in intelligenza artificiale siano esagerate. E il 61% riconosce di dover dimostrare una conoscenza dell’AI superiore a quella effettivamente posseduta. Tuttavia, i CIO sono consapevoli di non essere gli unici ad avere lacune nella comprensione dell’intelligenza artificiale

Per sviluppare le competenze tecnologiche, i CIO si affidano a fonti di informazione note come società di analisi, fornitori e siti specializzati. Tendono comunque a fidarsi maggiormente delle opinioni dei colleghi in altre aziende, una tendenza che il CIO di Salesforce vede come un’opportunità.

Questa è l’opportunità perfetta per la condivisione delle conoscenze”, ha concluso Juan Perez, CIO di Salesforce. “I CIO di oggi non hanno sperimentato molti cambiamenti tecnologici così importanti nella loro carriera fino ad ora. Stiamo tutti navigando in questa rivoluzione in tempo reale, ed è fondamentale condividere le nostre esperienze gli uni con gli altri, in modo da costruire non solo imprese AI di successo, ma anche un’economia AI di successo”.

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