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L’AI che serve alle imprese non farà del male alle persone

Dal recente Ai & Robotics conference 2023 gli spunti per considerare l’importanza dell’AI per lo sviluppo delle imprese, fugare i timori per un nuova arrembaggio tecnologico sull’industria europea e sulla vita delle persone

Pubblicato il 02 Ott 2023

Ai & Robotics

Uno scenario che cambierà le nostre vite, ancora da governare, ma del quale non dobbiamo avere paura. Questo è in estrema sintesi quanto emerso dal convegno AI & Robotics conference che si è tenuto nei giorni scorsi a Pavia nell’Aula Magna dello storico Collegio Ghisleri. Un evento organizzato da Assolombarda insieme a SEA Vision e RTA Robotics con il patrocinio dell’Università degli Studi di Pavia e la partnership scientifica dell’Istituto Italiano di tecnologia di Genova, occasione di confronto sulle prospettive dell’AI e della robotica nel mondo industriale e di come assicurare un approccio etico a queste nuove tecnologie per evitarne il rigetto. Questo con la testimonianza di esponenti del mondo civile, dell’industria e delle aziende tecnologiche. Un’occasione di confronto su un cambiamento già avviato e che, accompagnato con buone regole, promette sviluppo e benefici.

Ruolo di AI & Robotics per lo sviluppo delle imprese

AI e robotica sono tecnologie che aiutano a rendere la nostra vita più semplice, sostituendo l’uomo nelle funzioni più pericolose, difficili e alienanti oppure dove le quantità di dati in gioco superano le capacità della nostra mente. Questa l’opinione di Maurizio Marchesini, Presidente del Gruppo omonimo e VP di Confindustria, per cui AI e Robotica “sono strumenti sui quali investire per evitare di trovarsi spiazzati nel domani. Tecnologie che cambieranno in meglio le nostre vite e, come è stato per altre inizialmente accusate di togliere il lavoro alle persone, capaci di creare sviluppo e migliori opportunità d’occupazione”.

Un’occasione da giocare in Italia a fronte di quello che Marchesini descrive come uno scenario negativo per le imprese, di un mondo che si chiude per blocchi, restringendo i mercati e inseguendo un difficile se non impossibile reshoring, di fatto sprecando investimenti su produzioni consolidate invece che sull’innovazione (l’esempio portato sono le decine di miliardi che l’Europa investirà per ottenere un modesto raddoppio della produzione dei chip dal 10 al 20% delle necessità).

Per Stefano Rebattoni CEO di IBM e Vice Presidente di Assolombarda, l’AI con cui abbiamo un po’ tutti giocato nella versione generativa con ChatGPT “è destinata a rivoluzionare il modo di fare business, diventando accessibile non solo alle grandi imprese ma anche alle PMI, migliorando la gestione dei cicli di produzione, delle supply chain, la continuità e resilienza a vantaggio della competitività”.

AI & Robotics Conference – Aula Magna dello storico Collegio Ghisleri, Pavia

Nuove tecnologie, perché non averne paura

Le tecnologie come l’AI non rispettano i confini nazionali e si prestano ad applicazioni aberranti che possono fare giustamente fare paura, per esempio, per il controllo delle persone come sta avvenendo in Cina. Per questo e per garantire lo sviluppo: “E’ importante che l’impiego sia regolamentato da leggi internazionali, non limitate all’Europa o ai singoli Paesi. Leggi che mettano l’uomo al centro, non per guidare senza pilota, ma per avere l’AI come copilota”, spiega Marchesini.

Per Stefano Rebattoni la potenza tecnologica di cui oggi disponiamo è nulla senza capacità di controllo. Le tecnologie esponenziali come AI o supercomputing richiedono strategie a livello nazionale e internazionale e un approccio etico per fare in modo che i risultati non vadano a beneficio di pochi. “Mi aspetto impegno del legislatore su un AI Act, come fatto per il Chip ACT. Gli algoritmi devono essere più trasparenti nel funzionamento. Dev’essere possibile dimostrare le logiche adottate: dalla catena dello sviluppo al fornitore fino alle applicazioni presso gli utilizzatori finali”.

Come fornitore di lungo corso delle tecnologie utili al business e ai consumatori, “IBM è tra i firmatari della Rome Call for AI Ethics, iniziativa per uno sviluppo e uso etico dell’AI nelle imprese”, prosegue Rebattoni. Come neo-vicepresidente di Assolombarda Rebattoni precisa l’impegno nel portare le tecnologie nei territori, attraverso attività di comunicazione, comprensione e formazione “attraverso strumenti e gruppi di lavoro indirizzati all’AI e alla raccolta di use case sul portale Bussola4.0″.

L’uomo al centro e il problema delle regole

All’evento pavese non si è parlato solo di tecnologia. E’ stata significativa la testimonianza di Maurizio Cheli, astronauta ESA, sull’insostituibilità dell’elemento umano, della preparazione delle persone e della dinamica di relazione nei team, anche quando la vita appare affidata alle macchine, come accade in orbita nello spazio. “Le relazioni umane restano fondamentali anche tra persone che lavorano a grandi distanze. In un mondo che cambia, dobbiamo essere pronti a cambiare i nostri schemi, imparare cose nuove e applicare continuamente la conoscenza”.

Oreste Pollicino, Professore di diritto costituzionale all’Università Bocconi e rappresentante permanente italiano UE ha toccato il tema scottante del diritto in campo AI e dell’approccio di USA ed Europa. Un campo dove serve collaborazione e invece si gioca in competizione, persino all’interno degli stessi stati USA. Il passato ci offre delle lezioni in merito: “Il ritardo dell’Europa nel fissare le regole su Internet ci è costato moltissimo in termini di competitività e ha portato all’attuale dominanza da parte delle imprese USA”. Questo non è accaduto con GDPR dove, all’opposto, l’Europa ha precorso i tempi e fissato le linee guida sulle quali si stanno oggi muovendo anche gli USA.

Sul fronte delle regole resta il rischio d’iniziative disordinate che, Oltreoceano, risentono dei compromessi tra le aziende pubbliche e private e di regolamenti suddivisi per settori: per esempio, per la protezione dalla disinformazione in occasione delle prossime elezioni presidenziali USA. “Vedo comunque dei progressi nel dibattito. Le regole non sono più viste come la criptonite per Superman, ma un abilitatore dello sviluppo. Uno sviluppo che non deve riguardare solo le grandi imprese, ma anche le piccole”.

Il rischio per gli USA è quello di ritrovarsi con leggi diverse a livello federale e quindi con una compartimentazione dell’innovazione. “Come cittadini europei è fondamentale e possibile lavorare per ottenere una regolamentazione unitaria e chiara”. Speriamo che l’auspicio del professore si realizzi.

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