Annunciato pochi giorni fa con un tweet dal Ministro Passera, lo Statuto dell’Agenzia, con la firma del presidente Monti, è operativo, in attesa solo della registrazione da parte della Corte dei conti. “Con l’approvazione dello Statuto – hanno dichiarato i ministri Passera, Patroni Griffi e Profumo – l’Agenzia è pronta a svolgere gli importanti compiti sul fronte dell'innovazione che le sono stati assegnati. Ora abbiamo lo strumento necessario per dare continuità all'attuazione delle strategie e dei principali obiettivi contenuti nell’Agenda digitale italiana ed europea, che consideriamo prioritari per la crescita e lo sviluppo del Paese".
Si tratta in effetti del passo preliminare per il nuovo Ente le cui finalità sono chiaramente ribadite nello Statuto. In sintesi dovrà provvedere a realizzare gli obiettivi dell'Agenda digitale italiana e dell'Agenda digitale europea, in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla Cabina di regia (articolo 47 del decreto-legge 9 febbraio 2012, convertito in legge il 4 aprile 2012, e successive le disposizioni del decreto istitutivo). Fra i primi impegni previsti ci saranno l’impulso alla digitalizzazione della PA e la dematerializzazione, l’ottimizzazione delle infrastrutture in un’ottica cloud, la realizzazione della rete a banda larga che superi l’attuale divario fra aree del paese, lo sviluppo delle smart city per ottimizzare la mobilità e rendere efficienti i consumi energetici. Nello Statuto viene inoltre ribadito, fra gli altri, il compito di “coordinamento informatico dell'amministrazione statale, regionale e locale, nel rispetto delle funzioni e dei compiti spettanti alle regioni e agli enti locali”. Si tratta di temi da tempo sul tappeto che dovrebbero finalmente diventare realtà superando la logica dei molti, troppi, progetti pilota.
Per la piena operatività dell’Agenzia manca solo la nomina del direttivo che sarà affidata ai quattro ministeri competenti (Sviluppo economico, Istruzione, università e ricerca, Economia e finanze, Pubblica amministrazione e semplificazione), come ha sottolineato il direttore generale Agostino Ragosa, che ha indicato come impegno immediatamente successivo la relazione al nuovo parlamento, con le linee di attuazione del piano di Ict nazionale.
Il percorso è avviato, ma non mancano criticità
La prima perplessità, evidenziata dai sindacati e da alcune forze politiche, è che uno statuto che definisce la governance di un ente strategico per l’innovazione e l’efficienza della Pubblica Amministrazione, obiettivi con valenza politica, venga varato da un governo a fine mandato. Vengono sollevati dubbi anche in merito alla snellezza e alla flessibilità che dovrebbero caratterizzare l’azione dell’Agenzia. La dipendenza da ben quattro ministeri potrebbe infatti rallentarne l’azione e la tempestività come pure un’organizzazione, indicata all’interno dello Statuto, che rischia di essere ridondante. Sono infatti previste ben 16 posizioni dirigenziali (fra cui 4 direttori generali) e 150 dipendenti, cui si aggiunge la possibilità di contratti di lavoro flessibile e di collaborazione. Mentre, nell’immediato, viene attribuita al direttore Ragosa la possibilità di nomina di sei dirigenti (fra cui al massimo tre direttori generali) a tempo determinato (24 mesi al massimo).
La criticità potrebbe derivare dunque sia dalla scarsa snellezza che dovrebbe caratterizzare un organismo di indirizzo e controllo (che non ha compiti di gestione operativa) sia sui costi che dovrebbero essere estremamente contenuti visto che l’Agenzia ha fra i suoi obiettivi proprio l’ottimizzare le risorse della PA.
Lo statuto completo è disponibile al seguente indirizzo: