“Si tratta di un ‘forte attacco’ al mercato europeo delle infrastrutture Ict”, esordisce senza mezzi termini Stefan Ried, VP and Principal Analyst di Forrester, commentando l’apertura di due data center in Germania da parte di Amazon Web Services (AWS). “D’altra parte, Amazon ha la necessità di essere maggiormente percepita come ‘local player’, ed è proprio in questa direzione che vanno gli investimenti annunciati”.
AWS, infatti, ha recentemente annunciato l’apertura di due nuovi data center in Germania, precisamente a Francoforte, che diverrà una vera e propria ‘Region’ aziendale (la seconda in Europa, dopo quella in Irlanda, e l’undicesima a livello globale). Nel comunicato ufficiale di Amazon si leggono, tra le caratteristiche annunciate dei data center caratterizzati da reti a bassa latenza e sistemi di sicurezza fisica, alimentazione e raffreddamento separati, anche la conformità a standard internazionali quali Iso 27001, Soc 1 , Pci Dss Level 1 nonché alle attuali norme europee riguardanti la protezione dei dati.
“Un più elevato livello di sicurezza con l’aderenza agli standard e alle normative europee sicuramente era un ‘passo doveroso’ per Amazon, ma questa operazione rappresenta qualcosa di più perché consente all’azienda di guadagnare maggior credibilità e fiducia da parte delle aziende”, analizza Ried. “Con la presenza irlandese, Amazon già forniva servizi al mercato europeo ma con la scelta di ‘stabilizzarsi’ anche in Germania segna un passo in avanti nella propria strategia di crescita e consolidamento indirizzando la propria offerta alle aziende. Le normative tedesche sul fronte della sicurezza e della protezione dei dati sono decisamente più restrittive rispetto a quelle irlandesi e questo consente anche ai Cio ‘più conservativi’ di avere più fiducia verso il cloud, in generale, e verso Amazon nello specifico”.
Finora la strategia di Amazon è stata quella di offrire servizi infrastrutturali in modalità public cloud raggiungendo il maggior numero di ‘geografie’ attraverso il minor numero possibile di infrastrutture fisiche (ossia data center). Quest’ultima decisione segna dunque un ‘cambio di rotta’ importante. “I clienti europei avevano come unica possibilità l’accesso ai data center irlandesi – spiega l’analista di Forrester -; un’opzione che in molti casi ha rappresentato per le aziende europee un limite all’accesso ai servizi cloud di Amazon, non solo per questioni di privacy e sicurezza (come accennato, le leggi irlandesi sono meno restrittive), ma anche per ‘questioni tecniche’ da non sottovalutare, come le problematiche di connessione e di latenza”.
La scelta della Germania è strategica non solo per questioni geografiche, “essendo al centro dell’Europa, le problematiche di latenza sono ridotte al minimo e il paese offre un efficace network connectivity”, ma anche perché, ci fa intendere Ried tra le righe, i Cio tedeschi sono quelli più ardui da convincere a ‘portare fuori’ i propri workload ma, soprattutto, la Germania è una della nazioni con più elevato potenziale di crescita e innovazione. Non è infatti un caso che qui stiano facendo investimenti Ict importanti, con la costruzione di data center tecnologicamente all’avanguardia specifici per l’offerta in cloud, aziende quali Ibm, VMware, Salesforce, Oracle, Deutsche Telekom,… solo per citarne alcuni. Tutti, adesso, in fibrillazione.