MILANO – Amazon Web Services (Aws), terza divisione Amazon, dal 2006 offre storage e server as a service garantendo in sostanza il continuo adeguamento di capacità e potenza It ai bisogni non solo del business retail originario, ma del business di ogni settore, con un triplice mantra, spiega Nicola Previati, Territory Manager per l’Italia di Amazon: on demand (acquisire se serve, rilasciare quando finito); elasticità (scalare verso l’alto o verso il basso in base ai bisogni business); pay per use (minimi costi capitale; non a caso le prime utilizzatrici sono le Startup).
Previati sottolinea anche l’abbattimento dei costi di test di nuovi progetti: “Provare, fallire presto e a bassi costi e riprovare riduce il rischio e sprigiona innovazione”, ha dichiarato il top manager che evidenzia “la naturale partnership di Aws con ogni azienda che vede nell’It meno una risorsa differenziante il business e più una commodity della cui gestione liberarsi”.
Il data center di riferimento per i clienti italiani è quello irlandese (Amazon non ha data center in Italia), ma in realtà è sempre e solo il cliente a decidere in quale data center intende depositare i propri dati o tra quali spostarlise serve. Aws eroga i servizi attraverso 9 Regioni globali, ognuna composta di Availabilty Zone (Az), ossia location tra loro remote connesse su una rete a bassa latenza che non condividono failure point, la business continuity è garantita da un load balancing dei carichi all’interno di due Az; l’Irlanda ha tre Availabilty Zone. Il Content Delivery Network (Cdn) di Aws ha infine anche Edge Location, o punti di presenza, uno dei quali è a Milano, che consentono di ottimizzare la user experience su storage o server affittato nei data center delle varie Regioni.