Nel 2011 le vendite di e-reader sono cresciute del 719% (!!), del 92% quelle di Smart Tv, del 125% quelle dei tablet. Numeri del genere sembrerebbero indicare un mercato in grande spolvero, ma stiamo parlando del nostro Paese, e infatti si tratta di piccoli barlumi (ma significativi; ne riparleremo più avanti) in uno scenario che, anno dopo anno, si fa sempre più buio e a minor valore. Infatti i dati di consuntivo del 2011 forniti da Assinform mostrano un’It in calo del 4,1%; è calato l’hardware (con un tonfo del -9%) e sono calati il software (-1%) e i servizi (-2,6%).
Se a questi numeri aggiungiamo le previsioni sull’economia italiana che indicano come probabile per l’anno in corso un calo del Pil di 1,5-2 punti percentuali, è facile prevedere che il ciclo negativo dell’Ict nazionale continui anche per il 2012. E infatti Assinform prevede un calo del 2,2% del mercato anche per quest’anno.
Decrescita inevitabile?
E’ possibile uscire da questa situazione? E come? Non certo con il solo ottimismo della volontà. Occorre invece puntare su una serie di leve che Assinform, per bocca di Giancarlo Capitani, presidente e amministratore delegato di NetConsulting, elenca: anzitutto dare seguito a quell’Agenda Digitale su cui il governo si è impegnato, e che al di là degli obiettivi specifici, dovrebbe dare impulso, insieme alle Agende Regionali e altri ‘cantieri’ già programmati, a una sorta di effetto ‘palla di neve’ con benefici risultati sul complesso dell’industria Ict. Altri fattori di spinta per una progressiva fuoruscita dalla difficile situazione potrebbero venire da un deciso ricorso delle Pmi al modello cloud, e dal consolidamento della domanda di outsourcing.
Nuovi prodotti, tecnologie e mercati
Ma c’è anche un altro aspetto di novità che potrebbe caratterizzare ancora più in positivo il prossimo futuro del mercato. Parliamo dei prodotti e dei servizi nati con i nuovi mercati digitali, con l’Internet delle cose, con la mobilità e la convergenza sempre più spinta tra tecnologie e persino settori industriali. Si tratta di tecnologie ancora in fase adolescenziale e che si fanno largo in modo quasi sotterraneo e difficilmente percepibile alle analisi, anche perché crescono spesso a scapito di tecnologie e settori più maturi ; tipico il caso di tablet e smartphone che crescono a doppia cifra ma almeno in parte cannibalizzando le vendite di pc desktop e portatili.
La crescita di queste nuove categorie di prodotti e servizi è recente e si è espressa in nicchie applicative spesso ai confini tra l’Ict classica e altri settori di industria (per esempio nelle reti domestiche, nelle connected car e negli oggetti ‘smart’ connessi nelle reti ospedaliere). Per questi motivi la nuova realtà è in passato sfuggita alla lente di Assinform, che oggi ha deciso di ‘cambiare occhiali’, sostituendo la classica categoria di ‘mercato Ict’ con quella di ‘Global Digital Market’ che promette una più puntuale classificazione e valorizzazione dei nuovi prodotti, servizi e nicchie applicative. E a volte più che di nicchie si tratta di veri e propri segmenti del mercato; basti pensare alla cosiddetta ‘Internet delle cose’ che comprende già oggi svariati milioni di ‘oggetti’ resi intelligenti e comunicanti grazie a specifici dispositivi, software e connessioni web.
Vale già il 20% del mercato
I nuovi mercati digitali comprendono spesso tecnologie talmente nuove e ibride (spesso un mix di componenti meccaniche ed elettroniche, oltre che Ict) da rendere complesso classificarne e misurarne nel dettaglio l’articolazione e la consistenza; e tuttavia a una prima valutazione generale Assinform ha stimato le dimensioni globali di questo nuovo mercato in un valore di 11.200 miliardi di euro. Una cifra che equivale già oggi a circa il 20% del mercato globale ma destinata a crescere, auspica l’associazione, con “il rafforzamento delle infrastrutture di rete e le spinte di sistema alla digitalizzazione”.
Inoltre Internet delle cose, social networks, nuove forme di comunicazione e collaborazione, mobile impattano fortemente sulla crescita più che esponenziale di dati e informazioni che l'azienda deve gestire, archiviare e recuperare. È indipensabile che questa mole di dati sia utilizzabile quando serve e che la loro estrazione avvenga in tempo reale garantendone l'integrità e rispettando tutti i requisiti di sicurezza. Questo significa l'utilizzo di tecnologie e soluzioni di archiviazione, deduplicazione e compressione dei dati sempre più sofisticate accompagnate da tecnologie di virtualizzazione dello storage. Idc, infati, segnala che le vendite di software per lo storage nel 2011, a livello mondiale, hanno prodotto ricavi record di oltre 14 miliardi di dollari con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Dei diversi segmenti di software per lo storage monitorati dalla società di ricerca, quelli che segnalano la crescita più interessante sono: Data Protection & Recovery, Data Replication e Archiving software.
Il nuovo c’è e comincia a pesare |
La valorizzazione del ‘Global Digital Market (oltre 11mila miliardi) porta il valore complessivo del mercato nel 2011 a circa 70mila miliardi, attenuandone la tendenza negativa a 2,2 punti percentuali rispetto al 2010. I segmenti di mercato che più risentono della nuova realtà sono quelli del ‘software e soluzioni Ict’ grazie ai contenuti digitali e alla pubblicità online che cresce di oltre il 7%. Tra le tecnologie che valorizzano il web e i contenuti, crescono del 92% le vendite di smart Tv, raddoppiano quelle dei tablet ed esplodono quelle degli e-reader (+719%). Il segmento del software applicativo cresce complessivamente dell’1,7% grazie alla spinta delle piattaforme web e dell’Internet delle cose (+11,9%), mentre nei servizi It – complessivamente in calo – spicca la crescita del 34,6% della voce cloud computing, che a fine 2011 registra un valore di 175 milioni di euro. |