Assinter Italia è una “Associazione delle Società per l’Innovazione Tecnologica nelle Regioni” che riunisce aziende a capitale pubblico che operano nel settore dell’informatica per la Pa secondo il modello “in-house providing” (modello per cui una Pa si avvale di una società esterna, soggettivamente separata, che però ha caratteristiche che la rendono qualificabile come una “derivazione” dell’ente stesso, e che è per questo detta “in-house”; è una società in-house, per esempio, Lombardia Informatica); in partnership col Politecnico di Milano e Sda Bocconi, l’Associazione presenta quest’anno la quarta edizione della Assinter Academy, percorso di formazione che si rivolge ai manager delle Ict in-house e delle Pubbliche Amministrazioni con l’obiettivo di sviluppare cultura e competenze per la gestione dell’innovazione digitale nelle Pa e sempre più di sviluppare una rete collaborativa tra le stesse società in-house.
“Dall’essere semplicemente un centro di formazione, Assinter Academy è diventato un osservatorio permanente e un punto di confronto tra le in-house”, spiega Mariano Corso, Comitato Scientifico, Mip-Politecnico di Milano, il quale sottolinea il ruolo strategico che, aggregate sotto il segno di Assinter, possono quindi assumere queste realtà (sono associate Assinter 17 Ict in-house, tutte quelle esistenti a livello regionale) e prosegue: “Nei primi due anni dell’Academy abbiamo formato larga parte del management, quindi l’ambizione è scalata: dal 2016 abbiamo coinvolto nei workshop [parte integrante dei corsi formativi – ndr] rappresentanti del mondo dell’offerta e delle istituzioni; di fatto si è attivato, attraverso il ruolo catalizzatore delle in-house, un dialogo tra i diversi territori sulle grandi sfide della trasformazione digitale”. Come spiega lo stesso Corso, si tratta quindi di riconoscere il valore aggiunto che possono rappresentare le seimila persone (suddivise nelle 17 Ict in-house) che riunisce Assinter: “Messe a sistema tra di loro, lavorando in connessione con gli interlocutori a livello nazionale, possono rappresentare un asset prezioso al servizio della digitalizzazione del Paese”.
Il percorso per la Sanità digitale
Particolare attenzione viene dedicata quest’anno al capitolo Sanità digitale, anche attraverso percorsi formativi sul campo dedicati al tema “Fascicolo sanitario elettronico”: “Saranno attivati dei laboratori in alcuni territori [soprattutto del Sud Italia – ndr] che non dispongono ancora di un fascicolo digitale ‘cittadino-centrico’ con l’obiettivo di portare a sistema le competenze che la nostra rete ha maturato in alcune regioni più avanzate, come la Lombardia”, spiega Clara Fresca Fantoni, Presidente, Assinter Italia.
Sullo stesso argomento prosegue Mauro Moruzzi, Comitato Scientifico, Assinter Italia: “Seguendo le indicazioni dell’Agenda Digitale Italiana, attraverso questi laboratori, vogliamo dare un contributo attivo all’implementazione del fascicolo sanitario inteso come piattaforma di servizi per il cittadino e come terminale di una sanità che è ormai urgente diventi dematerializzata”; l’obiettivo ultimo, come ha ricordato anche Corso, è infatti andare oltre l’eterogeneità dei modelli sanitari diffusi nelle Regioni, spesso nati prima che venissero definiti gli standard necessari a una crescita organica. Il primo Lab, come spiega lo stesso Moruzzi, sarà sviluppato per la Regione Campania in strettissima collaborazione con l’Azienda Sanitaria di Salerno (più in generale Assinter sta collaborando anche con Agid e il Ministero della Sanità): “Produrremo, a livello pre-competitivo, la proposta di un modello di Fascicolo sanitario elettronico che poi la Regione Campania [e altre che in prospettiva saranno coinvolte nel progetto – ndr] potranno rendere operativo. È una cosa che non è mai accaduta in Italia – sottolinea Moruzzi – È la prima volta che partendo dalle competenze [ovvero da una realtà del mondo della formazione come l’Academy – ndr] si cerca di agire così concretamente sul territorio”.
L’esperienza di Assinter è anche, fa notare Corso, un segnale salutare dell’efficacia dei modelli collaborativi: “In affiancamento allo sviluppo ‘verticale’ delle normative, una governance collaborativa come quella che si sta sviluppando con questi percorsi è necessaria per convergere verso modelli riutilizzabili e sviluppare un sistema coerente”.
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