Parte dai dati (ma non dai “soliti” dati) la storia che Paola Falcone, Client Manager di Avvale, vuole raccontare in occasione dei Digital360 Awards, edizione 2023, l’ottava. Anche quest’anno si svolge a Lazise, in concomitanza con il CIOSumm.it. Anche quest’anno si svolge in un clima caldo, che da un lato concilia un informale networking, ma dall’altro denuncia un’emergenza climatica sempre più marcata. Quella con cui apre l’intervento Falcone, prendendo spunto dai numeri “freschi” diffusi dal WWF sulla plastica gettata per sottolinearne i tempi di utilizzo e di smaltimento. Rifiuti che restano per secoli nell’ambiente e che in oltre la metà dei casi derivano da prodotti con ciclo di vita di massimo 5 anni.
Onnipresente sul palco, oltre che nell’agenda di molte organizzazioni innovative, l’intelligenza artificiale può trovare spazio anche nel contesto che Falcone delinea davanti agli occhi della platea, e lo fa ancora una volta da protagonista. Secondo la Client Manager, infatti, questa nuova tecnologia può e deve diventare uno strumento per unire la profittabilità con la sostenibilità agli occhi di qualsiasi azienda che sia convinta di dover scegliere tra le due. Lo dimostra con alcuni esempi pratici, dal vino a emissioni zero grazie a un’AI che guida l’orientamento dei pannelli fotovoltaici, fino agli algoritmi che catturano i difetti dei tessuti per minimizzare gli sprechi. Ne esistono molti altri, soprattutto in ambito aziendale, forse meno immaginifici ma altrettanto efficaci e importanti da proporre e valorizzare.
La mission di Avvale sembrerebbe essere proprio questa: dal palco dei Digital360 Awards il messaggio che arriva è una sorta di appello a chi fa innovazione tecnologica, perché sia funzionale a contrastare la crisi climatica in corso. “È necessario passare da modelli lineari a modelli circolari e cambiare le logiche del business, senza però sacrificare la produttività. Solo con la tecnologia è possibile effettuare questa transizione, è l’unico strumento possibile. Allo stesso tempo, da sola, l’intelligenza artificiale non va da nessuna parte – conclude Falcone – serve l’ingegno e l’impegno umano, serve chi la sa e la vuole applicare per aiutare le aziende ad essere profittevoli e sostenibili allo stesso tempo, evolvendo”.