Nelle due giornate del Consiglio europeo, il tema Agenda Digitale è stato in parte oscurato da altre emergenze, come il dramma dell’immigrazione e la crisi diplomatica fra Europa e Usa a causa delle intercettazioni telefonoche; è stato però un fatto importante, come ha ricordato nel suo blog la commissaria europea Neelie Kroes, che “i leader dei diversi Paesi arrivati da tutta l’Europa si siano incontrati per discutere del ruolo dell’innovazione digitale nella nostra economia e abbiano dato la loro approvazione alla creazione di un mercato unico delle telecomunicazioni”. Con il mercato unico delle Tlc non ci sarebbero più distinzioni fra operatori nazionali che opererebbero tutti nello spazio europeo. La prima conseguenza pratica del mercato unico sarebbe l’eliminazione dei costi di roaming (per voce e dati), che farebbe diventare l’Europa come un unico grande paese dal punto di vista delle Tlc, aumentando anche la concorrenza fra operatori, favorendo le aggregazioni, facilitando gli investimenti in infrastrutture. Questo provvedimento troverà presumibilmente fiere resistenze proprio da parte degli stessi operatori.
Anche il premier italiano Enrico Letta, nella conferenza stampa a fine lavori, ha sottolineato come quest’ultima sia stata la novità più rilevante: “L’Europa ha abbattuto le frontiere, ma il digitale, per via del roaming, le ha ricreate con un forte aumento di costi per le relazioni fra paese e paese – ha sottolineato il Presidente del Consiglio -. L’Italia si è battuta per questo risultato; avevo già confermato qualche giorno fa a Neelie Kroes a Roma poi alla Commissione, il nostro grande impegno in questa direzione, ma dobbiamo farcela prima della fine della legislatura europea [le lezioni europee son previste per maggio 2014 ndr]”. Il Consiglio ha condiviso la necessità di maggiore integrazione, che può favorire la nascita di “grandi campioni europei che siano in condizione di ‘giocarsela’ con i loro competitor giapponesi, cinesi e americani principalmente”, ha sostenuto ancora Letta.
Nel documento conclusivo viene anche esplicitata la volontà di dare impulso all’innovazione digitale in tutti i settori dell’economia e di ridurre il divario digitale tra Stati membri. Non sono solo parole: è stato definito un impegno per investimenti adeguati e un quadro normativo, necessari per sfruttare le potenzialità dell’economia digitale, incentivare la produttività e creare nuove attività economiche e nuovi posti di lavoro qualificati. Andrà, di conseguenza, dedicata alla formazione in ambito Ict una parte significativa dei fondi strutturali e d’investimento europei (2014-2020). Un particolare significativo è anche l’ipotesi di revisione dell’Iva, differenziando fra prodotti fisici e digitali. Un impegno che si prevede di concretizzare nel Consiglio di dicembre che discuterà di fiscalità dell’economia digitale.
“Ho trovato molto importante e positivo per l’Italia che il presidente Van Rompuy ci abbia chiesto di fare uno degli interventi introduttivi e che sia stato apprezzato il lavoro fatto in questo breve periodo come Digital Champion per l’Italia da Francesco Caio”, ha detto Letta.
Questa volta sembra che anche l’Italia sia riuscita a portare un contributo significativo, come dimostra il fatto che molte delle priorità recepite nel documento conclusivo coincidano con quelle dell’Agenda Digitale italiana che Caio ha indicato anche nell’intervista rilasciata a ZeroUno (vedi correlata dal titolo "Francesco Caio, la "mia" Italia Digitale").
I temi indicati, per i quali accelerare il processo legislativo perché possano essere adottati entro fine legislatura, coincidono infatti con le priorità identificate dall’Agenda Digitale italiana, come l’identità elettronica, la fatturazione elettronica e i servizi di pagamento. Viene inoltre posta in evidenza la necessità di eleminare le barriere che si frappongono all’accesso digitale, lavorando per l’interoperabilità e la portabilità di contenuti e dati.
Si può dunque concordare con la commissaria Kroes che il 24 ottobre è stata una bella giornata per l’Europa. Ma si tratta di un processo da completare entro maggio 2014 e per questo sono utili le pressioni che arriveranno dai singoli paesi e dalle comunità del mondo Ict.