In un momento in cui l’economia mondiale, e quella americana in particolare, non lascia molto spazio all’ottimismo (scriviamo all’indomani del fallimento della Lehman Brothers e del ‘lunedì nero’ delle Borse mondiali) il comparto Ict pare, invece, in buona salute. Sintetizzando i dati provenienti da due indagini recentemente rese disponibili, Gartner ha annunciato poche settimane fa di aver stimato una previsione di crescita del settore, nel 2008, dell’8% rispetto al 2007. In termini assoluti, si parla di oltre 3.400 miliardi di dollari rispetto ai 3.151 registrati alla fine dello scorso anno. Di questo mercato, la fetta di gran lunga più grossa è quella delle Tlc (1.983 miliardi tra prodotti e servizi), seguono i servizi It (819 miliardi) e poi hardware e software, con 408 e196 miliardi rispettivamente.
Attenzione, la notizia è certamente buona, ma non è che si debbano suonare le trombe e battere le mani. Intanto, l’8% di crescita resta comunque inferiore alla crescita a due cifre che si è registrata nel 2007 sul 2006. Poi, nell’estensione del forecast al 2009 Gartner prevede un ulteriore rallentamento del tasso di sviluppo, che stante un volume del mercato globale stimato a 3.600 miliardi, risulta circa del 6%. Infine, ed è la cosa più importante, tutti questi valori, assoluti e di crescita, sono calcolati in dollari, e come sappiamo il dollaro non gode di ottima salute (né è prevedibile migliori a breve, stante l’indebitamento Usa). Ricalcolato in valuta costante, il nostro tasso di crescita si riduce quindi attorno al 4,5%.
Raffreddato l’entusiasmo, resta il fatto, come dicevamo prima, che si tratta comunque di una crescita. E per niente trascurabile, specie, come si è detto, nel momento attuale. “Anche se negli anni a venire il tasso di sviluppo scenderà ancora – ha detto Jim Tully, Vp e distinguished analyst di Gartner – il comparto rimane sostanzialmente forte, con una crescita che sarà guidata dal mercato dei paesi emergenti, dalla sostituzione dei vecchi sistemi e da alcuni nuovi indirizzi tecnologici”.
In effetti, quello che è più interessante dell’analisi Gartner è la stima dell’impatto che alcuni fattori evolutivi nell’uso dell’It avranno sul mercato, in particolare con il passaggio da un modello di acquisto delle tecnologie hardware e software, ad un modello di servizio pay-per-use. Di questo cambiamento di modello fa parte anche il cloud computing, la cui adozione (vedi anche ZeroUno 313) porterà grandi sviluppi in alcune aree dell’offerta ed altrettanto nette perdite in altre. “In generale – conclude Jim Tully – gli asset It verranno usati con maggiore efficienza, con l’effetto di una crescita neutra del mercato”. In altre parole: sfruttando meglio quello che hanno le imprese potranno portare avanti i loro progetti senza fare nuovi investimenti in sistemi.
I comparti It che segnano lo sviluppo maggiore sono, come sappiamo, quelli del software e dei servizi, i quali hanno tra loro un effetto sinergico, nel senso che le nuove soluzioni software richiedono sovente servizi di consulenza e system integration per essere implementate con successo. Inoltre, osserva Joanne Correia, managing Vp di Gartner, “L’aggiornamento dei sistemi software che la maggioranza delle società ha iniziato negli anni dal 1997 al 2001 (e che in Italia, aggiungiamo noi, è iniziato un paio d’anni più tardi) ci pone nel mezzo di un ciclo di upgrading che dovrebbe durare oltre la fine del decennio”. Anche qui, però, non è che questo farà automaticamente crescere in modo parallelo il mercato. Fattori come il software open source, il SaaS (software-as-a-service), il cloud computing, la Soa e il Web 2.0 concorrono tutti a sostituire gli asset software con la fruizione di nuovi servizi, con un effetto ammortizzante sulla crescita del comparto.
Quanto al mercato dei servizi It, le sue previsioni di sviluppo, sono sostenute da due fattori concomitanti. Dal lato degli utenti, le aziende investono per migliorare i processi interni che possono portare ad una riduzione dei costi, cercando però spesso di mantenere nello stesso tempo alcuni dei precedenti interessi e progetti, specialmente se indirizzati all’innovazione. Ciò porta, come si è detto, a una maggior richiesta di servizi di consulenza e supporto tecnologico. D’altra parte, sul lato dei fornitori, vi è stata, ed è tuttora in corso, una riduzione evidente delle tariffe. Questa è dovuta in parte a questioni di concorrenza e di revisione dei modelli di relazione (sempre più improntata alla partnership, con contratti che prevedono compartecipazione e assunzione di rischio), e in parte al fatto, come osservato da Gartner, che la globalizzazione permette loro di operare in più mercati riducendo il rischio di cadute locali della domanda.
Per finire con l’hardware, il settore che cresce meno di tutti (ma che comunque cresce), il suo sviluppo resta legato a quello dei Pc, che rappresentano, sempre secondo Gartner, il 60% della spesa hw totale. Un peso superiore alle previsioni e che non mostra segni di voler diminuire. Come è intuibile, il motore dello sviluppo è l’Europa e soprattutto l’area Asia/Pacifico, mercati che oltre ad essere meno saturi degli Usa usufruiscono degli effetti della debolezza del dollaro. Anche il netto passaggio dai desktop ai portatili, che sono macchine più costose, ha spinto in alto il valore globale del mercato.
Buona crescita e cambiamenti in vista per l’Ict del 2009
In un momento in cui l’economia mondiale, e quella americana in particolare, non lascia molto spazio all’ottimismo il comparto Ict pare, invece, in buona salute. E’ quanto sostiene Gartner, nell’analisi di Jim Tully, Vp e distinguished analyst della società di ricerca
Pubblicato il 17 Set 2008
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