Fare rete per trarre forza delle esperienze condivise, mettendo a fattore comune obiettivi e iniziative: nasce nel gennaio 2013 Ciosl, l’associazione nazionale dei Cio della Sanità Locale, con l’intento di riunire i professionisti dell’Ict che operano nelle strutture pubbliche e accreditate del servizio sanitario. Proprio in un momento in cui l’Information Technology viene a rappresentare un fattore trainante di efficienza e trasformazione per l’Healthcare, i responsabili e i team informatici devono fare i conti con la complessità tecnologica e le peculiarità strutturali del comparto: “Per chi opera nel nostro settore – racconta Claudio Ingravalle, Consulente Ict, tra i soci fondatori e membro del consiglio direttivo di Ciosl – le criticità principali sono da ricercare nella progressiva riduzione e carenza di risorse, in termini sia di personale sia di budget. Un tema che affligge in generale le aziende di ogni industry, ma che da noi è sentito in maniera particolarmente forte. Poi c’è ovviamente la necessità di affrontare l’evoluzione tecnologica, anche in un’ottica di compliance, per rimanere al passo con le nuove normative che vogliono una pubblica amministrazione molto più digitalizzata rispetto al passato [non a caso, il fascicolo sanitario elettronico è tra i principali argomenti di discussione all’interno del gruppo – ndr]”. A tutto questo, si aggiunge l’urgenza e la difficoltà per il Cio di evolvere dal proprio ruolo: “Bisogna superare l’implementazione delle tecnologie di base – sostiene Ingravalle – per avvicinarsi di più al management, declinando le necessità di business sotto il profilo It in un progetto che garantisca continuità”.
Il confronto diretto tra colleghi attraverso l’associazione permette, secondo Ingravalle, sia di accelerare la risposta a singole problematiche aziendali, facendo tesoro del vissuto altrui e generando circoli virtuosi di innovazione, sia di portare avanti iniziative e interessi comuni nei confronti delle istituzioni e all’interno dell’Ict di settore. “Ad esempio – dice il Cio -, si apre la possibilità di promuovere una maggiore standardizzazione dei processi estesa a livello di comparto, non solo a livello regionale, ma addirittura sovranazionale (a mio avviso la Sanità è destinata a diventare un ente su scala europea)”.
Tra i temi cari all’associazione, l’open source (così come gli Open Data) gioca un ruolo di punta, da ricondurre alla più ampia questione della riusabilità del patrimonio informatico: “Il software libero, non gratuito – specifica Ingravalle – è una grande opportunità, ma va calato all’interno di una progettualità di lungo corso. Le soluzioni e le pratiche messe a punto per un ente pubblico dovrebbero entrare a fare parte di un bacino di conoscenze collettivo”.
In quest’ottica, l’associazione intende favorire la collaborazione con i vendor e l’industria del software, pur nella prospettiva di una piena indipendenza e del libero confronto pubblico-privato.
“Il 2014 – dichiara Ingravalle – è dedicato all’ampliamento geografico dell’associazione. Poiché vengono gestiti a livello regionale, gli enti sanitari presentano caratteristiche differenti a seconda della localizzazione: l’associazione, nata spontaneamente dal basso, si propone come momento di sintesi e dialogo tra esigenze diverse, nonché portavoce nei confronti delle altre istituzioni che influenzano gli aspetti informatici del nostro Paese. Ci piacerebbe essere considerati come referenza all’interno dei tavoli di lavoro dell’Agenda Digitale: solo quando c’è collaborazione si possono superare le difficoltà”.