Roberto Dolci è Cio di un’azienda medio grande italiana e lavora negli Usa. Osserva, per conto di ZeroUno, le evoluzioni più interessanti del fenomeno Ict d’oltreoceano.
BOSTON – Come un mantra che si ripresenta periodicamente, negli ultimi mesi ha ripreso vigore il dibattito sul rischio estinzione del Cio e specialmente su come dobbiamo cambiar pelle in modo da restare una professionalità importante e al centro delle decisioni aziendali.
Consigli, raccomandazioni e studi si sprecano, sia da parte dei “fornitori” disinteressati, sia da parte di Università sempre pronte a dare un contributo a tutto quanto sia innovazione e tecnologia, specie ora che le due parole hanno un significato importante per acquisire fondi di ricerca.
Ritrovandosi con una ventina di colleghi del manifatturiero, bio-farma e pubblico, e grazie all’opera di una delle principali Università di Boston, abbiamo individuato alcuni aspetti che si possono considerare fondamentali per la nostra sopravvivenza e crescita in azienda.
- Cloud, Byod, consumerizzazione ed in generale la semplificazione di applicazioni ed infrastrutture impongono rapide inversioni di tendenza all’Ict in azienda. Non possiamo più concentrarci su governance e rispetto (compliance) di norme e linee guida, perché nel far ciò lasciamo ad altri le possibilità di portare maggiori ricavi o maggiori profitti in azienda. Altri che così agendo contribuiscono a limitare il valore strategico dell’Ict aziendale. In altri termini, dobbiamo esser sempre i primi propositori in azienda del valore che le nuove tecnologie possono portare per migliorare produttività e risultati di business.
- Il mondo è notevolmente connesso ed è fondamentale saper trovare le risorse migliori in qualsiasi angolo del pianeta. Tenendo conto che ora gli sviluppatori It italiani sono considerati eccellenti in termini di qualità/prezzo, che le piattaforme di acquisto sono sempre più aperte e da noi ben conosciute, tocca a noi mostrare cosa sia possibile ottenere anche sul piano degli acquisti, al di là dei confini dell’Ict.
- Lo sviluppo professionale del Cio deve necessariamente passare per ampie job rotation, o responsabilità parallele, come persone “di business” che quindi operano e portano risultati di bilancio. Su questo aspetto, come VP Operations & Customer Care e dopo aver già avuto le responsabilità di Marketing ed Organizzazione, posso assicurare che l’esperienza è anche “divertente”. Scegliere ed implementare un Crm con i due cappelli di Cio e Marketing, oppure un Cad con quelli di Cio ed Operations, consente ampi spazi di manovra e tempi rapidi.
- La capacità di connettere, raccogliere informazioni, e quindi fare intelligence sono fortemente basate sulle nostre tecnologie ed è quindi naturale che si guardi al Cio per trovare nuove metriche e nuove modalità di analisi dei dati. Il Cio (come il Ceo) è nella fortunata posizione di osservatore in grado di leggere tutti i fenomeni aziendali e tutti i contatti con l’esterno; deve quindi dare valore aggiunto proprio con la qualità delle informazioni che presenta.
- Last but no least, la capacità di leggere il futuro, intesa nel senso di interpretare in chiave aziendale gli ultimi sviluppi tecnologici e proporre soluzioni anche per il medio e lungo periodo. “Vedere” quello che può capitare con le prossime evoluzioni del cloud, ad esempio, ci consente di preparare l’azienda a nuovi scenari su smart grid e machine-to-machine.
Il leit motif di questo weekend di studi è la necessità di capire meglio rischi ed opportunità dell’Ict e rendersi “intra-prenditori”, rischiando. E tu, cosa pensi del futuro?