Accenture (system integrator) e Avanade (join-venture tra Accenture e Microsoft), hanno collaborato con Coop per realizzare il “Supermercato del Futuro”, situato all’interno del Future Food District di Expo 2015. Il progetto è frutto della visione dell’architetto Carlo Ratti, direttore del Mit Senseable City Lab di Boston, che ha poi lavorato fianco a fianco con la stessa Coop per sviluppare e realizzare l’idea. “Abbiamo scelto di creare un supermercato vero, con prodotti reali, usando tecnologie del presente: soluzioni avanzate ma già oggi fruibili” dice Gabriele Tubertini, Cio di Coop Italia, che ha guidato i giornalisti durante la visita organizzata per la stampa.
Il Supermercato “del futuro”, ma perfettamente replicabile nel presente, si estende su 2.500 metri quadri, e vi si accede dall’alto per poter da subito avere sotto gli occhi l’intera offerta, definita “valle dei prodotti”. Questa prima area rialzata ha un’altra funzione importante: “Le merci qui sono stoccate, oltre il livello del pavimento, subito sotto i banconi che le espongono: è così possibile riuscire a rimpiazzare facilmente il venduto, e tenere i tavoli meno carichi e più bassi, come quelli degli antichi mercati medievali, luoghi di ritrovo e dialogo, dove si parlava anche del cibo che si aveva di fronte”, dice Tubertini.
Questa dimensione sociale e di scambio d’informazione viene esaltata grazie alle nuove tecnologie: i banconi sono infatti interattivi e, semplicemente indicandoli, è possibile visualizzare su un monitor dati su provenienza del prodotto, tracciabilità, presenza di allergeni e impatto ambientale della sua produzione (sul piano tecnologico ciò è possibile grazie a 200 sensori Microsoft Kinect che, integrati con un Cms in cloud, attraverso meccanismi di body detection, individuano le abitudini gestuali del cliente). Possibilità che risponde tra l’altro a una esigenza assolutamente attuale: “I consumatori sono assetati di informazione – ha detto Stefania Filippone, Consumer Goods and Retail Lead di Avanade Italia – Sono evoluti, attenti e curiosi”. Dal canto loro, le aziende si sono attrezzate per rispondere a questa esigenza di trasparenza: “Tutti i fornitori hanno dato a Coop le informazioni necessarie e i più restii si sono adeguati vedendo che altri avevano accettato la sfida”. Accanto ai tavoli interattivi, scaffali verticali con funzionalità simili e alcuni robot antropomorfi collaborativi capaci di svolgere lavori meccanici a basso valore aggiunto: “I commessi – dice Tubertini – possono così tornare a essere quello che erano una volta: qualcuno che dialoga e consiglia il cliente”. A chiudere il percorso, un Data Visualization Wall: 120 mq di proiezione che fornisce dati real time quali il numero dei visitatori, i banconi con cui stanno interagendo, la top ten dei prodotti più venduti (il flusso di informazioni è gestito dai servizi cloud di Microsoft Azure).
Non poteva infine mancare il fronte mobile app: i dipendenti Coop dispongono un’applicazione per il management dei prodotti; i visitatori presto ne avranno una per guidarli, dopo una breve profilazione, in base ai loro gusti, in un percorso personalizzato all’interno del negozio.