“La digital transformation e la disponibilità crescente di informazioni – ha affermato Stefano Ciccione, Sales Consultant di OverNet Education – stanno cambiando le modalità di gestione dei dati. Condivisione e accesso rapido diventano fondamentali, mentre l’evoluzione del data management permetterà di lavorare con database di qualità migliore. Nel nuovo scenario big data, inoltre, si va verso l’analisi predittiva (la misurazione dello storico non basta più per soddisfare le richieste del business)”. Come ha evidenziato il consulente, oggi la roadmap verso processi data-driven è mandatoria per le imprese di qualsiasi dimensione, pena la stessa sopravvivenza sul mercato. “Le aziende più virtuose coglieranno la sfida per reinventarsi e adattare i business model alle esigenze emergenti, sfruttando i nuovi strumenti. In Italia, i settori che investono maggiormente in big data sono Finanza, Trasporti, Retail e Pa. Il mercato cresce e avrà un impulso ulteriore nei prossimi anni”.
Ma con l’aumentare della complessità tecnologica, cresce anche la necessità di figure competenti per governare le informazioni. “I gestori di dati dovranno sedere al tavolo dei dirigenti di alto livello, far parte di quel gruppo di manager definito “C-Suite”) – ha dichiarato Ciccione -. Tra i ruoli emergenti, il Chief Data Officer (Cdo) è incaricato dell’information strategy generale: secondo Gartner, nel 2017 sarà presente nel 50% delle aziende mondiali, con totale responsabilità sui data asset, soprattutto per gli aspetti legali ed etici. Il Data Scientist, invece, si occupa di data intelligence e value, riunendo conoscenze in matematica, statistica, programmazione, database relazionali e logiche aziendali, insieme a skill verticali. Tra le sue funzioni rientra il compito di colmare il divario It-business per accelerare il decision making, obiettivo a cui concorre in maniera determinante anche l’adozione di piattaforme avanzate per il data management”.
Con la richiesta di nuovi professionisti, aumentano le necessità formative. Tuttavia, come ha sottolineato Ciccione, “le imprese italiane, soprattutto piccole e medie, vedono ancora la formazione come un costo in termini di risorse umane ed economiche, non un investimento”. “OverNet – ha precisato il consulente – ha sempre voluto elevare la formazione a leva competitiva per i propri clienti, anticipando le esigenze del mercato. In ambito big data, siamo partiti con corsi base sulla gestione dei dati e la piattaforma Hadoop, arricchendo nel tempo l’offerta con corsi pratici per l’estrazione dei dati e l’utilizzo di analytics descrittivi e predittivi, che utilizzano tecnologie di data mining e machine learning. Oggi organizziamo corsi su temi molto specifici e academy per la formazione completa delle nuove professionalità digitali. Tra le novità per il 2017, saranno avviati percorsi formativi su Business Intelligence per i big data e sulla transizione da datawarehouse a data lake”.