Cloud: in Italia benefici per 151 miliardi

Nel nostro Paese il cloud computing genererà 456mila posti di lavoro e rispetto ad altri paesi europei il più alto numero di start-up, ma…

Pubblicato il 09 Mar 2011

In Italia lo scenario macroeconomico rimarrà debole, con crescite sotto lo 0,5% per i prossimi cinque anni, per cui il cloud computing può rappresentare un fattore ancora più critico che nel resto dell'Europa occidentale. Secondo lo studio 'Cloud Dividend' del Centre for Economic Business Research, che ha effettuato un’analisi circa la prospettiva di utilizzo del cloud computing nei cinque principali paesi europei, Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna, nel nostro Paese il cloud computing potrà generare benefici per 151 miliardi di euro nel periodo 2010-2015, di cui 24 miliardi in miglioramenti d'efficienza delle aziende esistenti, 43,3 miliardi in creazione di nuove aziende, 28,5 miliardi di risparmi di costi IT, e 55 miliardi di benefici indiretti (aumenti di stipendio dei lavoratori, opportunità per i produttori di materie prime e semilavorati, ecc.).
Circa il 36,7% di questi 151 miliardi proverrà dall'uso di cloud private, il 34,4% da progetti cloud ibridi e il 28,9% dall'uso di public cloud. Quanto ai settori economici, per ora l'adozione è alta soprattutto nel manufacturing (cloud privato e pubblico) e nel pubblico (cloud ibrido e pubblico), mentre entro il 2015 anche retail e finance, per ora più prudenti, arriveranno a tassi d'adozione rilevanti. Il pubblico è il comparto che può risparmiare più costi IT, seguito da banche e manufacturing, mentre per quanto riguarda i miglioramenti di efficienza il manufacturing avrà i maggiori benefici in termini di migliore gestione della stagionalità della domanda, e retail e finance i settori che meglio sfrutteranno la capacità di rispondere più velocemente ai cambiamenti di mercato.
Particolarmente interessante per l'Italia è l'aspetto della nascita di nuove aziende, che saranno ben 81.000 entro il 2015, la maggior parte delle quali nei settori commercio, retail e immobiliare. Per il CEBR però le start-up italiane avranno il più basso indice di valore aggiunto per impresa tra i cinque Paesi considerati, soprattutto a causa di bassi tassi di produttività.
Infine gli impatti sul mondo del lavoro. Secondo l'analisi, il cloud computing favorirà la creazione in Italia di 456mila nuovi posti di lavoro. “Questo può essere considerato un guadagno netto almeno in un primo periodo – conclude il CEBR –, tuttavia man mano che il cloud computing contribuirà a ridurre le distorsioni nel mondo del lavoro che impediscono il raggiungimento della piena produttività, il suo contributo netto di nuovi posti di lavoro calerà nel tempo”.

Tabella – Italy: Cumulative Economic Benefits 2010- 2015
(cliccare sull'immagine per visualizzarla correttamente)

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