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Competenze per Industry 4.0: il ruolo delle istituzioni

Mancanza di competenze, rischio di obsolescenza delle professioni e altro ancora. Tutte le iniziative di formazione in merito a Industria 4.0 presentate da Francesco Cuccia, Capo della segreteria Tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico. Il ruolo dei Punti Impresa Digitale, degli Innovation Hub e dei Competence Center Nazionali. L’offerta formativa di Regione Lombardia

Pubblicato il 27 Set 2017

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Nel corso del Convegno “Industria 4.0: la grande occasione per l’Italia” due interventi istituzionali hanno indicato quanto si sta facendo per creare, a livello centrale e regionale (in questo caso si parla di Regione Lombardia), le condizioni per lo sviluppo di industria 4.0.

Francesco Cuccia, Capo della segreteria Tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico, ricordando i successi del Piano Industria 4.0 (che ha contribuito a generare un incremento dell’11% negli investimenti per macchinari e attrezzature industriali nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016), ha indicato nell’assenza di competenze il principale freno all’attuazione.

“È in atto un piano con sinergico fra associazioni di categoria, Camera di Commercio e Competence center per supportare le imprese nella generazione graduale di competenze”, ha sottolineato illustrando i diversi livelli coinvolti:

  1. I Punti Impresa Digitale, per la diffusione locale della conoscenza di base sulle tecnologie in ambito Industria 4.0.
  2. Gli Innovation hub per la formazione avanzata su tecnologie e soluzioni specifiche per i settori di competenza, con il coordinamento delle strutture di trasformazione digitale e dei centri di trasferimento tecnologico.
  3. I Competence center nazionali per fornire alta formazione e sviluppo di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, utili per toccare con mano i reali benefici.

L’obiettivo è accelerare l’avvio di progetti di trasformazione basati su tecnologie esistenti, accessibili anche alle PMI che, con investimenti contenuti, potranno utilizzare quanto già c’è, con eventuali adattamenti alle proprie esigenze, per massimizzare il ritorno e ridurre i tempi di realizzazione.

Cuccia ricorda anche il Tavolo avviato su Lavoro 4.0. Su questo tema si sta lavorando per valutare il rischio di obsolescenza delle professioni, attraverso una mappatura delle attività maggiormente impattate dalla transizione tecnologica in atto. Si sta al tempo stesso analizzando la variazione della domanda di lavoro per individuare delle nuove competenze richieste e quantificare la domanda di nuove professioni e avviare, di conseguenza, processi di formazione e ri-formazione. Importante anche fare un benchmarking internazionale sulle politiche del lavoro collegate alla quarta rivoluzione industriale, verificando cosa stiano facendo paesi più avanti dell’Italia sulla via di Industria 4.0, ma con un tasso di disoccupazione inferiore.

“La disoccupazione tecnologica è un rischio da gestire e contenere, ma tenendo conto anche delle nuove professioni che si creeranno e delle nuove opportunità”, sottolinea Terzi.

Valentina Aprea, Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Lombardia, nel suo intervento ha ricordato che un’analisi commissionata dalla Regione ha stimato un incremento del fabbisogno di competenze sul territorio: “Industria 4.0 determinerà l’incremento della richiesta del numero di professionisti con elevate conoscenze tecniche e specialistiche – dice Aprea – Nel 2020-21 si prevede un incremento di 237mila posti di lavoro ad alta qualificazione, che rappresentano il 42% di tutti i posti di lavoro generati”.

Regione Lombardia si sta attrezzando per rispondere a questa richiesta affiancando alla formazione universitaria un’offerta formativa professionalizzante, con la formazione per ‘supertecnici’, grazie a 20 Fondazioni ITS (il numero più alto in Italia), con finanziamento ministeriale e regionale che copre la maggior parte dei costi (gli ITS sono Fondazioni di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, in stretto raccordo con l’apparato produttivo, nati nel 2010 per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia). Il nuovo bando in uscita a settembre prevede una diversificazione formativa dedicata a Industria 4.0 e il rafforzamento delle reti di partenariato con la presenza di enti di formazione, università, imprese e una maggiore diffusione dell’apprendistato, assegnando anche agli stessi studenti (attraverso stage e progetti di scuola-lavoro) il ruolo di trasferimento tecnologico verso le imprese.

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