Competenze: serviranno sempre più “Agile Tester”

Crescono in Italia le certificazioni nell’ambito del testing applicativo con un’alta percentuale di professionisti che prosegue il percorso di formazione anche dopo il primo livello Foundation. Il segnale è chiaro: aumentano le esigenze di business e le nuove tendenze sul fronte mobile app generano nuove sfide; servono dunque nuove competenze. Ita-Stqb risponde presentando all’Stf 2014 i nuovi schemi di certificazione.

Pubblicato il 15 Set 2014

Ricordando i numeri di successo delle certificazioni rilasciate in Italia si sono aperti i battenti dello scorso Software Testing Forum 2014 e ad annunciare i risultati di Ita-Stqb, la divisione italiana dell’International Software Testing Qualification Board [programma di certificazione delle competenze nell’ambito del testing e dello sviluppo software ndr], è il presidente Gualtiero Bazzana: “Sono oltre 1200 le certificazioni di livello Foundation rilasciate in Italia fino ad oggi (336 mila quelle a livello mondiale), con una particolare e significativa penetrazione del livello successivo: oltre il 20% dei professionisti che supera la prima certificazione, infatti, prosegue il percorso e ottiene la certificazione Advanced, risultato, questo, che pone l’Italia in una posizione di prim’ordine rispetto alle altre country in cui opera Istq (sono 40 mila le certificazioni Advanced a livello globale)”.

Gualtiero Bazzana, presidente di ITA-STQB

Risultati certamente incoraggianti che, nelle previsioni di Bazzana, sono destinati a crescere ulteriormente data la costante attenzione su tematiche quali l’Agile e il testing delle applicazioni mobili, ambiti per i quali sono stati introdotti schemi di certificazione ad hoc: Agile Testing e Cmap – Certified Mobile App Professional (vedi anche l’articolo “STF 2014: Agile e mobile, le nuove frontiere della certificazione”). E proprio su questi ultimi due aspetti si sono concentrate le presentazioni di alcuni dei vendor Ict presenti alla conferenza.

Fabio Milanese Senior Consultant Borland Solution di Micro Focus Italia ha parlato di agilità, velocità ed efficacia nel testing: “Per organizzare un team di testing Agile è necessario modificare sostanzialmente il modo in cui si è soliti operare in ambito tradizionale, riducendo di fatto le tempistiche di esecuzione dei cicli di test, aumentando la velocità, ma mantenendo la stessa efficacia dell'approccio tradizionale”. La figura del tester nel team Agile deve essere un professionista che oltre ad avere maturato competenze nell’ambito del testing tradizionale, deve “collaborare con i team di sviluppo e le figure di business, occuparsi non solo della qualità del prodotto, ma anche della qualità del processo e avere grandi doti interpersonali di relazione”, puntualizza Milanese.

“Per avere risultati, soprattutto alla luce delle nuove problematiche generate dalle mobile app”, invita a riflettere Luca Ferro, It Governance & Testing BU Manager di Alten Italia, “servono persone formate, competenti e pronte ad affrontare le nuove sfide imposte da un testing che dovrà essere rivisto tenendo conto di interfacce utente, piattaforme multicanale, tipologia di dispositivo e durata delle batterie, connettività, preferenze degli utenti e loro comportamento, ecc.”.

Perché l’Agile può rappresentare un’opportunità anche nel testing lo evidenzia Paolo Lacchè, Product Manager Application Lifecycle Intelligence di Hp: “La metodologia aiuta a migliorare la qualità del software perché offre l’opportunità di ‘intervenire in corsa’ con correzioni, modifiche, miglioramenti. Usare la metodologia Agile significa portare il testing all'interno di una 'user story' che può dirsi compiuta solo quando tutto risulta allineato: requisiti, accettazione, sviluppo, testing”.

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