ZeroUno: Qual è la sua visione dello scenario competitivo attuale del settore bancario. Quali sono le principali tendenze e come queste impattano sulle strategie It?
Massimo Milanta: L’andamento del settore bancario è stato pesantemente condizionato dall’andamento dell’economia mondiale in questi ultimi due / tre anni.
La via che le banche italiane – che peraltro hanno dimostrato buona stabilità e capacità di tenuta nel periodo – devono intraprendere è quella dello sviluppo sostenibile.
Una recente indagine presentata da Abi evidenzia che un cliente bancario su tre accede ai servizi bancari anche via Web, manifestazione di una crescita che ha visto quasi triplicare il numero degli utenti (dal 12% del 2005 al 34% del 2010). Circa 10 milioni di italiani utilizzano l’Home Banking, ma, nello stesso tempo, frequentano anche i classici “sportelli”. Tra l’altro stiamo assistendo a un’ulteriore trasformazione nei canali bancari diretti, che stanno evolvendo da strumenti eminentemente transattivi a veri e propri canali di vendita, uno shift verso l’e-commerce dei prodotti bancari.
Questi dati prefigurano quella che, a mio avviso, dovrà essere la banca del futuro: multicanale, trasparente, attenta ai costi e innovativa. In tale scenario l’Ict diventerà sempre più leva abilitante del business, mettendo a disposizione servizi in grado di esaudire le richieste di un mercato che ha già iniziato a mutare radicalmente i propri comportamenti di acquisto.
ZeroUno: Oggi la figura del Cio si caratterizza per una molteplicità di ruoli (referente della domanda di servizi It delle altre funzioni, governance dei sistemi informativi, promotore di un’innovazione tecnologica capace di generare valore di business, referente dei fornitori It,…). Quali criticità e opportunità vive oggi, a suo avviso, la figura del Cio e quale evoluzione si profila per questo ruolo strategico?
Milanta: È vero, nella figura del Cio si sono stratificate nel corso del tempo diverse responsabilità: da puro It manager tecnologico, a contributore alla riduzione dei costi sino a stratega per l’innovazione dei processi/prodotti aziendali. Ciò si traduce, se vogliamo, nelle pressanti richieste di fornire soluzioni e risultati realizzando molti progetti contemporaneamente, in tempi brevi, e potendo far affidamento su budget e risorse limitate.
D’altra parte, a mio avviso, la più grande opportunità è quella di poter contribuire, insieme al top management, alla strategia aziendale, indicando soluzioni in grado di contribuire alla trasformazione del business e al suo successo in un mercato sempre più difficile.
Il Cio deve cambiare la propria prospettiva, il proprio background culturale, assumendo maggior coscienza del proprio ruolo in azienda, che ZeroUno ha giustamente definito strategico.
Saper “parlare” la lingua del business, interpretandone e comprendendone i bisogni, saper innovare, ma sempre avendo presente il supporto al business, avere una capacità di vision di medio lungo periodo e sviluppare partnership con clienti e fornitori, dovranno essere, a mio avviso, le principali attività del futuro Cio. E poi l’opportunità forse più affascinante sarà quella di poter influire sul cambiamento della nostra professione in termini di qualità, contribuendo a plasmare una nuova modalità di concepire e agire l’Ict.
ZeroUno: Come sta cambiando la funzione sistemi informativi in UniCredit in termini di competenze e processi per affrontare al meglio lo scenario di cui abbiamo parlato finora?
Milanta: Parlare di “funzione sistemi informativi” in UniCredit è riduttivo. Il Gruppo ha sempre potuto contare su di un’azienda completamente dedicata alla fornitura dei servizi Ict a 360 gradi. Non un semplice service provider, ma un partner strategico, che, sin dal 1997, ha sempre avuto un ruolo nelle grandi decisioni strategiche e negli avvenimenti che hanno portato alla costituzione di quello che oggi è UniCredit.
Per venire alla domanda, dopo un periodo durante il quale abbiamo supportato il Gruppo nelle strategie di espansione, agendo principalmente come system integrator – basti ricordare i grandi progetti di integrazione dei Gruppi Capitalia e HVB o, più recentemente, One4C – ora dobbiamo focalizzarci maggiormente sull’innovazione, sulla qualità del servizio e sulla semplificazione dei nostri processi interni. Per questo abbiamo recentemente lanciato un programma che ha come principale traguardo la soddisfazione dei nostri clienti interni [le aziende del Gruppo ndr] basato da una parte sulla semplificazione dell’infrastruttura informatica e dall’altra sulla rivisitazione della nostra organizzazione basandoci sul paradigma della lean It. Gli obiettivi principali saranno il contenimento dei costi e dei rischi, l’incremento della produttività e della qualità e la riduzione del time to market.
Per raggiungere questo traguardo utilizziamo il competence management per individuare gli skill presenti in azienda e sanare eventuali gap con adeguate azioni formative; abbiamo inoltre iniziato a riconsiderare l’intero ciclo dei processi aziendali, dal demand management al delivery management per adeguarlo ai nuovi scenari.
ZeroUno: Secondo molti osservatori, il cloud computing e il concetto di ‘It as a service’ impatteranno pesantemente su tutti i settori economici, non solo a livello di It ma di modelli di business e posizionamento competitivo. In questo nuovo scenario, come si colloca il Cio e quali le competenze che gli saranno necessarie per svolgere al meglio il suo ruolo?
Milanta: Anche a mio parere il cloud computing potrà avere impatti notevoli sul modo di fornire i servizi It. Potrebbe scatenare una seconda rivoluzione, dopo l’avvento di Internet e delle tecnologie ad essa collegate. Occorre però fare molta attenzione perché il cammino verso una IaaS veramente tale comporta un insieme di problematiche non indifferenti, la prima delle quali è la sicurezza dei dati e la disponibilità delle applicazioni trasferibili nel cloud.
In UniCredit stiamo sperimentando da tempo le tecniche tipiche del cloud. Abbiamo iniziato con la virtualizzazione, poi con il grid computing e, passo dopo passo, contiamo di arrivare ad una “nuvola” di tipo “private” per le core application, alla quale potremmo affiancare anche applicazioni pubbliche per le commodities. È un cammino ancora lungo che desideriamo però percorrere, certi che si tratti del futuro dell’It.
Il cloud computing contribuirà certamente a migliorare l’efficienza, l’efficacia e il time to market dell’Ict, e, proprio in tale ottica, rappresenterà un’opportunità epocale per i Cio, che potranno diventare, come ho già accennato prima, i catalizzatori del cambiamento aziendale.