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Full Stack Developer: chi è lo sviluppatore software tra skill e contaminazioni

Per intraprendere con successo questo lavoro, gli sviluppatori Full Stack devono avere conoscenza di codifica, di database, progettazione grafica e user experience ma altrettanta capacità di progettazione, di saper comunicare ed essere in grado di collaborare.

Pubblicato il 11 Nov 2022

Full Stack Developer

Lo sviluppo tecnologico porta con sé nuova linfa in chiave di innovazione, e allo stesso tempo suggerisce un cambiamento nel modo di lavorare, nei ruoli e conseguentemente nelle professioni stesse. Una delle figure IT che spicca tra le tante è quella del Full Stack Developer, in grado di spostarsi agilmente tra linguaggi e processi di front-end e back-end e una varietà di altre discipline. Non a caso, lo sviluppatore full stack è indicato nel mercato tech tra i ruoli più ricercati dalle aziende.

Definito come una figura multidisciplinare e poliedrica, al full stack non sono richieste esclusivamente competenze tecniche, ma capacità di comunicare e collaborare con i team e in connessione diretta con clienti o stakeholder; coinvolgimento nelle strategie aziendali e particolare attenzione a user experience (UX) e interfaccia utente (UI).

“Tutto questo rende lo sviluppo full stack un’ottima scelta professionale poiché una volta diventati esperti, è possibile monitorare e gestire qualsiasi problema che si presenti durante il processo di sviluppo di un prodotto o di una soluzione, generando valore per se stessi e per l’azienda” spiega Alessio Pavan, Direttore Operativo di Stesi, azienda specializzata in flussi logistici di magazzino e produttivi che ha lanciato un piano di assunzioni biennale per coinvolgere questa figura professionale nel settore della supply chain.

Chi è il full stack developer

Il digitale ha modificato in modo indissolubile e profondo il modo di lavorare aprendo a scenari tecnologici sempre più fluidi. Così, mentre le soluzioni prima esclusivamente di back-end oggi sono implementabili anche lato front-end, la linea di separazione tra i due ambiti diventa sempre meno visibile. “Il full stack developer spazia ampiamente tra i linguaggi di programmazione lato client e lato server” sottolinea Pavan. “Scrive codice non solo per le applicazioni web front-end dell’utente o per le applicazioni mobili, ma anche codice API fino a integrare server e database”.

Conosce framework e librerie, gestisce e supporta database ed elaborazione dati su larga scala. Utilizza tecniche di debugging fino a diventare esperto di progettazione, sviluppo e testing. Ha competenze manageriali per la gestione dei progetti ma anche di system administration per la configurazione di reti e sistemi informatici.

Il ruolo di full stack developer, dalla qualità all’efficienza

Eppure, uno sviluppatore full stack non dovrebbe limitarsi ad alternare solamente funzioni di front e back-end, ma piuttosto comprendere come questi due mondi comunicano tra di loro e come si integrano insieme. In questo senso, non solo si differenzia e si eleva dal singolo ruolo ma partecipa attivamente al processo creativo della progettazione, oltre che tecnico. Riesce a capire le effettive esigenze del cliente e le soluzioni più efficaci. Mentalità creatività, dunque, e problem solving ma anche capacità di leadership e di consigliare i modi per gestire e migliorare soluzioni software affidabili e di qualità.

La personalità full stack

Come spesso avviene per ogni scelta professionale, diventare o affinare le proprie competenze nello sviluppo full stack richiede passione ma anche tanta determinazione. “Oltre alle competenze nel settore IT, hanno grande valore soft skill come saper comunicare in modo chiaro, evitando tecnicismi per i “non addetti ai lavori” e pensare fuori dagli schemi” puntualizza l’esperto di Stesi. “Il pensiero laterale è strettamente legato alla capacità di trovare soluzioni nuove per distinguersi dalla concorrenza e avere sempre una mente curiosa”. Anche capacità come gestire il compromesso e il tempo o saper stabilire le priorità, secondo Pavan, possono caratterizzare o determinare le abilità di un ottimo sviluppatore full stack. Non ultimo e neppure scontato, l’essere proattivo, aperto alla condivisione e alla collaborazione in ogni fase di lavoro.

Interpretare le esigenze delle aziende

Attraverso un percorso di studi in tecnologie e scienze informatiche o post diploma con l’alta formazione degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) fortemente orientati al “learn by doing”, le competenze full stack vanno a coprire l’intero processo di sviluppo di un applicativo e possono essere inserite in tutti i settori e ambiti tecnologici e innovativi. Per questo motivo, le aziende ricercano un profilo così completo.

“Attrarre e formare nuovi talenti ha una grande importanza soprattutto in un settore come il nostro, che ha il compito di accompagnare le aziende nella progettazione dei sistemi di supply chain con soluzioni software in grado di ottimizzare tempi e risorse fino ad apportare benefici in termini di sostenibilità e ambiente”.

Investire nelle persone, dunque, guardando oltre alle competenze tecniche proprio a quelle soft skill così fortemente legate alle attitudini personali.

“Le persone che popolano l’azienda – conclude Pavan – sono una risorsa preziosa e una voce importante in ogni decisione, che si tratti di una figura senior o appena arrivata. Incoraggiamo la continua crescita personale e professionale attraverso momenti di formazione, l’utilizzo di metodologie collaborative ma anche divertendoci tutti insieme”.

Quando è necessario uno sviluppatore full stack?

Il ruolo dei dipartimenti IT, oggi, non è più esclusivamente di supporto, ma è diventato parte integrante dell’intero flusso aziendale. Per questo motivo, si nutre e necessita continuamente di professionalità in grado di mettere in campo progettualità innovative e generare valore. Le aziende oggi hanno bisogno di qualcuno che possa assicurare flessibilità, affidabilità e conoscenza dell’intero processo di progettazione e sviluppo.

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