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GenAI e futuro del Made in Italy: opportunità, sfide e investimenti



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L’intelligenza artificiale generativa promette di rivoluzionare settori chiave dell’industria italiana, con un incremento del PIL italiano fino a 312 miliardi di euro. Ma è richiesto un significativo aggiornamento delle competenze e una strategia d’investimento coordinata. L’analisi di TEHA in collaborazione con Microsoft

Pubblicato il 9 set 2024



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L’intelligenza artificiale generativa sta trasformando il panorama industriale italiano, promettendo di rivoluzionare settori che vanno dalla moda alla manifattura. Mentre offre una straordinaria opportunità per incrementare la produttività e rinvigorire il tradizionale marchio del Made in Italy, la GenAi pone anche nuove sfide in termini di formazione e sviluppo delle competenze necessarie per sfruttarne appieno le potenzialità.

In questo contesto di profonda evoluzione tecnologica, l’Italia si trova di fronte alla necessità impellente di accelerare gli investimenti in intelligenza artificiale per mantenere la propria competitività su scala globale. Affrontare queste sfide richiederà un approccio coordinato e strategico, capace di integrare innovazione e tradizione nel cuore dell’industria nazionale.

Impatto economico dell’AI generativa sul Made in Italy

L’intelligenza artificiale generativa si sta rivelando un potente catalizzatore per l’economia italiana, promettendo di infondere nuovo vigore nel segno distintivo del Made in Italy. L’analisi dettagliata fornita dallo studio “AI 4 Italy: from theory to practice – Verso una politica industriale dell’IA Generativa per l’Italia“, condotto da TEHA Group in collaborazione con Microsoft Italia, evidenzia un potenziale aumento del PIL fino a 312 miliardi di euro nei prossimi quindici anni, stimolato principalmente dalla diffusione dell’AI nelle PMI, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia nazionale. In particolare, le piccole e medie imprese potrebbero beneficiare di un incremento di 122 miliardi di euro in valore aggiunto

Gli analisti di TEHA prevedono che l’AI generativa avrà un impatto profondo sui margini di esportazione dell’Italia, con proiezioni che indicano potenziali aumenti dei margini fino 121 miliardi di euro, corrispondente al 19,5% dei ricavi totali dell’export manifatturiero italiano. Settori chiave come l’ingegneria meccanica e la farmaceutica potrebbero vedere espansioni sostanziali dei margini, con incrementi rispettivamente di 20 miliardi di euro e 13 miliardi di euro.

Incremento della produttività grazie all’AI generativa

L’avanzare dell’intelligenza artificiale generativa nel tessuto imprenditoriale italiano sta modificando radicalmente le metriche di produttività. Secondo i dati raccolti, il 47% delle imprese riferisce aumenti della produttività superiori al 5%. Un’azienda su due prevede nei prossimi due anni un aumento di produttività di oltre il 10%. E la totalità delle aziende intervistate ha già adottato o prevede di adottare soluzioni di IA Generativa nel prossimo futuro (contro il 78% dello scorso anno).

La trasformazione digitale abilitata dall’AI non si limita a incrementare la velocità di produzione ma ottimizza processi, riduce gli sprechi e personalizza l’offerta in modo preciso e mirato. Questo paradigma non solo migliora la qualità del lavoro ma permette alle aziende di rispondere con maggiore agilità alle richieste sempre più pressanti del mercato globale, mantenendo al contempo un rigido controllo sui costi operativi.

Sfide e opportunità nella formazione delle competenze AI

Il panorama competitivo globale impone un urgente ripensamento delle strategie formative relative all’AI in Italia: il 63% degli imprenditori afferma che le competenze dell’AI generativa non sono ancora diffuse. L’Italia, pur avendo istituzioni accademiche di eccellenza, deve implementare rapidamente programmi che integrino profondamente l’intelligenza artificiale nei curricula universitari e nei percorsi professionalizzanti. Il nostro Paese occupa il settimo posto in Europa per i programmi di studio dedicati all’AI, e anche l’intera Europa risulta in ritardo rispetto a Stati Uniti e Regno Unito in questo campo. Investire in educazione significa non solo colmare un gap formativo ma anche attrarre e trattenere talenti nel nostro paese, innescando un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo tecnologico che beneficerà l’intera economia nazionale.

Accelerare gli investimenti in IA: una necessità per l’Italia

Nonostante l’evidente impatto positivo che l’AI generativa può avere sulla competitività nazionale, l’Italia mostra un ritmo di investimento in questo settore notevolmente inferiore rispetto ai leader globali. Occupando il 20° posto mondiale per gli investimenti in startup e scale-up focalizzate sull’AI, emerge la critica necessità di una strategia d’investimento più aggressiva e coordinata fra istituzioni pubbliche e settore privato.

In particolare, secondo lo studio, sono tre le aree chiave su cui l’Italia deve concentrare i propri sforzi: competenze, innovazione e governance.

  1. Competenze: è necessaria l’implementazione di un Piano Nazionale di Alfabetizzazione IA, per diffondere la conoscenza di base sull’Intelligenza Artificiale a tutti i livelli scolastici, dalle scuole primarie alle università, e tra i cittadini. Parallelamente, è prioritario ampliare l’offerta formativa, in particolare quella universitaria. Allo stesso modo, è cruciale promuovere programmi di formazione aziendale e attrarre talenti digitali dall’estero, così da creare una forza lavoro altamente qualificata.
  2. Innovazione: viene proposta l’adozione di una Strategia AI per l’Industria 5.0, con risorse adeguate, che favorisca l’integrazione dell’AI Generativa nel settore manifatturiero. Si propone di creare le AI factory nei territori e distretti industriali, sfruttando infrastrutture già esistenti come i Competence Center.
  3. Governance: è fondamentale assegnare un ruolo strategico alle istituzioni esistenti incaricate del coordinamento e dello sviluppo dell’IA, integrandole nella programmazione economica e industriale di medio-lungo periodo.

In un panorama in cui l’Intelligenza Artificiale Generativa si configura sempre più come un catalizzatore di cambiamento, l’Italia si trova di fronte a un bivio cruciale. Le prospettive economiche legate al Made in Italy, arricchite dall’aumento di produttività che questa tecnologia promette, delineano uno scenario promettente. Tuttavia, affrontare le sfide relative alla formazione e allo sviluppo delle competenze necessarie diventa imprescindibile per capitalizzare appieno queste opportunità. In questo contesto, accelerare gli investimenti in IA non solo appare come una scelta logica, ma si rivela una necessità imperativa per mantenere la competitività del tessuto industriale italiano sul palcoscenico globale.

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