I professionisti dell’open source sono richiesti, ben remunerati e soddisfatti del proprio lavoro. Lo certifica un aggiornamento del Rapporto sui Lavori Open Source 2016, l’ultima edizione di una ricerca realizzata in collaborazione fra il sito di orientamento professionale Dice e l’organizzazione no-profit The Linux Foundation. L’approfondimento scompone e analizza alcune delle principali evidenze del report, che per la prima volta, dopo cinque anni, ha allargato il campo di esplorazione alle attività lavorative legate in generale al software open source, e quindi non esclusivamente all’ambiente Linux. Tra gli approfondimenti spiccano quelli relativi al mercato europeo.
“I professionisti europei di tecnologia, le organizzazioni governative e le aziende hanno abbracciato da tempo l’open source”, afferma Jim Zemlin, Direttore Esecutivo alla The Linux Foundation. Tutto questo si traduce in un’accelerazione della domanda di professionalità collegate. “La richiesta di talenti open source è in crescita e le aziende si battono per trovare professionisti esperti”, aggiunge Bob Melk, Presidente di Dice.
Al momento dell’indagine (campione mondiale di 400 responsabili delle risorse umane e 4.500 professionisti), il 60% degli intervistati europei ha affermato di credere che “sia abbastanza o molto facile” trovare un’occupazione nel corso dell’anno. Questo dato si contrappone a un più limitato 50% nel panel globale. Metà degli europei, inoltre, ha riportato di aver ricevuto più di 10 chiamate da reclutatori nei sei mesi antecedenti alla survey, contro il 22% a livello mondiale. Solo il 5% degli intervistati nel Vecchio Continente ha segnalato di non essere mai stato contattato da recruiter (27% nel campione complessivo).
E una volta impiegati cosa succede? Secondo la ricerca promossa dalla community Linux e dal servizio di facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta in ambito tecnologico di Dhi Group, i datori di lavoro in Europa si dimostrano più disponibili a offrire incentivi per mantenere il proprio personale. Il 40% dei professionisti open source europei ha ricevuto un aumento nell’anno precedente (mondo: 31%), il 27% ha segnalato un miglioramento del rapporto vita-lavoro (20% a livello globale) e il 24% ha dichiarato di essere stato inserito in programmi più flessibili.
Un’evidenza importante dell’approfondimento del Rapporto sui Lavori Open Source 2016 è il piacere di lavorare su progetti interessanti, che supera qualsiasi altra motivazione a svolgere l’attività professionale attuale. Ha risposto così il 34% degli europei, più che d’accordo con i colleghi di tutto il mondo (31%, figura 1). Una differenza, minima ma comunque segnalata dagli autori della ricerca, è stata riscontrata fra le motivazioni successive: gli europei pongono al secondo posto (17%) le opportunità di lavoro, seguite con il 16% a pari merito dalla possibilità di lavorare con tecnologie innovative e dalla collaborazione con la comunità mondiale. Queste ultime due voci sono citate invece, rispettivamente, al secondo (18%) e al terzo (17%) dal panel globale.
Le aziende cercano professionisti che hanno un buon bagaglio di education. Per continuare a essere vincenti, gli esperti devono mantenersi continuamente aggiornati. Chi possiede queste qualità e conosce le tecnologie più richieste, viene premiato con un lavoro motivante (figura 2 e 3).