La realtà lavorativa sta cambiando velocemente e richiede sempre più flessibilità e rapidità con conseguente penalizzazione del consolidamento del know how in favore di un sempre più spinto approccio al ‘Training on the job’, soprattutto nell’ambito dello sviluppo applicativo, che porta però a una formazione estremamente legata al singolo contesto di riferimento. “Un approccio non errato di per sé ma forse non più sufficiente rispetto alle attuali esigenze applicative che devono rispondere a un business sì sempre più dinamico, ma al tempo stesso che guarda all’innovazione di prodotto/servizio, alla qualità e alla soddisfazione del cliente/utente – commenta Veronica Barbara Seghieri, Istqb Foundation & Advanced Level teacher presso Alten Italia –. La preparazione di skill professionali certificati e riconosciuti sta diventando un’esigenza primaria in realtà dove lo sviluppo applicativo, o meglio il risultato del software development, diventa uno strumento per fare business”.
Tuttavia, spesso, l’esigenza di ottenere dei risultati nell’immediato e la necessità di guardare alla riduzione dei costi come uno dei fattori abilitanti determinate scelte, penalizzano l’analisi di contesto necessaria per impostare una strategia di sviluppo e testing mirata.
“Attualmente le criticità che vengono rilevate dal punto di vista delle competenze software sono legate a una non buona gestione dei requisiti – interviene Cristina Sobrero, senior project manager e Reqb Foundation teacher presso Alten Italia -. Nei report annuali di Standish Group, ad esempio, è chiaramente descritta tale criticità: tre dei cinque motivi di fallimento di un progetto software sono da ricondurre a una inadeguata definizione e gestione dei requisiti; la mancanza di coinvolgimento dell’utente, solo per citare un esempio, porta a requisiti definiti in modo poco accurato e incompleto, causando frequenti modifiche dei requisiti e delle fasi di sviluppo e test”.
Difetti riscontrati nel software, sempre secondo le stime della società di analisi americana Standish Group, sono in una percentuale rilevante (superiore al 50%) dovuti a errori basati sui requisiti; condizione che può portare, secondo le statistiche, a un incremento del 40 % degli sforzi e dei costi all’interno di un ciclo di sviluppo software, dovuto al rework delle attività di progetto.
Per superare tali criticità si rende necessaria la formazione adeguata degli skill, area sulla quale Alten Italia ha investito da tempo focalizzando la sua value proposition sulla Governance It, a partire dalle competenze sul test, Project Management e Process Improvement fino ai nuovi ruoli legati all’Ingegneria dei Requisiti.
“Alten Italia da diversi anni (dal 2007) è l’unico Atp (Accredited Training Provider) italiano per l’erogazione dei corsi propedeutici alla certificazione Istqb (International Software Testing Qualifications Board). La società ha iniziato a credere in questo settore quando ancora non era molto diffusa la cultura del test e le certificazioni non erano conosciute e richieste – ci tiene a sottolineare Seghieri -. Solo negli ultimi anni la popolarità delle certificazioni Istqb e la professionalità nel test sono diventati elementi richiesti e riconosciuti sul mercato italiano. Motivo per cui i corsi erogati sono in costante evoluzione e la società continua a investire per migliorare e arricchire l’offerta formativa al fine di garantire una preparazione che risulti in linea rispetto alle esigenze di mercato; per questo motivo, oltre ai corsi livello Foundation, Alten Italia ha progressivamente ampliato il proprio portafoglio di offerta con inclusione dei corsi di Livello Advanced, declinati secondo le tipologie di figure professionali: Test Manager, Test Analyst, Technical Test Analyst; all’inizio del 2014 verrà inoltre lanciato il modulo formativo dedicato al Testing in contesti Agile, fortemente richiesto dal mercato”.
Ed è proprio seguendo questa strada che dal 2013 la proposta di Alten Italia si è arricchita con i percorsi formativi Reqb (Requirements Engineering Qualifications Board), lo schema di certificazione internazionale che ha l'obiettivo di definire uno standard per la disciplina dell’ingegneria dei requisiti, “permettendo di definire in modo corretto e accurato il perimetro e, conseguentemente, la pianificazione di attività, tempi e costi di ogni progetto di sviluppo software – spiega Sobrero -. Alten Italia ha ricevuto da pochi mesi da parte di Ita-Stqb l’accreditamento come Training Provider per lo schema Reqb e lo scorso giugno è stata svolta la prima sessione formativa”.
“Lo schema di certificazione Reqb permette di aumentare e/o consolidare le competenze nel campo dell'identificazione, definizione e analisi dei requisiti, nei processi di gestione, tracciabilità e modifica dei requisiti fino alla gestione dei rischi di progetto – puntualizza Sobrero -. Seguendo questo schema, molti problemi comuni relativi ai requisiti possono essere evitati. Investire in professionalità legate all’ingegneria dei requisiti, inoltre, permette di poter ridurre i costi totali di un progetto”.
Sul fronte complessivo dell’ingegneria del software, “l’esperienza, accompagnata da uno studio teorico del test quale quello proposto da Istqb, fornisce la possibilità di innestare un processo di miglioramento dell’attività di test”, aggiunge Seghieri. “Una conoscenza teorica delle potenzialità del processo di test permette di utilizzare al meglio questo strumento nei progetti gestendone le sue fasi nel miglior modo per traguardare gli obbiettivi a breve e lungo termine”.
Formazione e certificazione di questi tipi di competenze (ingegneria dei requisiti e testing) si rendono oggi sempre più necessarie. “Education e certificazione permettono di formare competenze e professionalità specifiche secondo gli standard internazionali, creando un linguaggio comune per tutti i professionisti in quell’area – sottolinea Sobrero -. Certificare le competenze vuol dire arricchire i progetti di figure professionali che sono in grado di svolgere il proprio ruolo secondo schemi ben delineati, contribuendo in modo significativo al livello qualitativo del prodotto finale e all’ottimizzazione dei costi di progetto”.
“La formazione può essere il momento in cui si può consolidare quanto appreso durante l’attività lavorativa e nello stesso tempo permette di affacciarsi a nuove possibilità che possono essere un valido spunto per migliorare il processo di test – aggiunge la collega Seghieri -. La certificazione permette di dimostrare la preparazione nel testing a livello internazionale e quindi apre le porte a contesti anche più ampi rispetto al solo mercato Italiano”.