Innovare attraverso le competenze

Il processo di innovazione e cambiamento nel quale imprese e Pubblica Amministrazione sono coinvolte richiede la disponibilità, nei sistemi informativi, delle competenze adeguate sia dal punto di vista tecnologico (con specializzazione sui nuovi trend dell’Ict) sia di business. Dal confronto tra Cio e vendor alcune riflessioni su una tematica strategica per la competitività d’impresa

Pubblicato il 07 Nov 2013

Puntando i riflettori sulle leve per stimolare l’innovazione e sulla necessità di intervenire sul piano organizzativo e delle competenze, i Cio e i vendor, presenti alla Tavola Rotonda “Quale governance delle tecnologie e dei processi” organizzata da Finaki-ZeroUno-NetConsulting, concordano sul fatto che servano nuove prospettive, nuovi punti di vista e competenze diverse: “Non necessariamente prese dall’esterno, ma anche spostando le risorse interne in nuove posizioni e ruoli dove possono capitalizzare l’esperienza precedente portando innovazione, nuovi punti di vista e idee in un contesto diverso”, suggerisce Federico Alker, Direttore Relazioni Istituzionali di Consip.
“Cambiare le persone non significa solo dare spazio ai più giovani: non è affatto una questione generazionale, ma di approccio all’idea. A volte è sufficiente un cambio di visione e prospettiva grazie all’interazione tra più team che, generalmente abituati a lavorare in contesti e situazioni diverse, stimolati ‘dal nuovo’ possono generare idee e contribuire attivamente al processo di innovazione e cambiamento”. Naturalmente, sottolinea Alker, questo non deve avvenire come una “rotazione di persone” fine a se stessa, ma inserirsi in un disegno organizzativo strategico, finalizzato cioè a favorire la creazione continua di innovazione.

Verso la contaminazione di cervelli
Riprendendo le riflessioni di Gianni Camisa, Amministratore Delegato di Dedagourp Ict Network sul fronte del cambiamento della matrice culturale dell’Ict (vedi Innovazione frugale: lavorare sul riassetto organizzativo), Stefano Tomasini, Direttore Centrale, Responsabile del Sistema Informativo di Inail, sottolinea quanto “la conoscenza e la preparazione in ambito Ict siano indispensabili, ma se è vero che deve essere il Dipartimento It a guidare la trasformazione, servono anche creatività e idee che inneschino meccanismi di innovazione”.
Il cambiamento, allora, parte dalla ‘contaminazione dei cervelli’, dall’introduzione nelle strutture organizzative di team multidisciplinari in grado di portare idee nuove, capitalizzando stimoli che provengono a doppia via sia dall’interno dell’azienda sia dall’esterno (dal mercato, dai clienti e dai vendor Ict). “A volte vanno fatte scelte coraggiose – riflette Tomasini – spostando le competenze meno produttive in altri ambiti lavorativi altrimenti si innesca un meccanismo che non solo non genera più valore, ma frena e blocca l’intera macchina produttiva e innovativa”.

Il valore delle competenze interne
Queste dinamiche accendono i riflettori su un altro importante obiettivo dei Cio: riportare in casa il valore delle competenze. La qualità delle risorse interne ha un peso rilevante, anzi determinante per il successo o meno di un progetto, sia esso innovativo o più tradizionale, volto all’efficientamento dei sistemi.

Figura 1: Valutazione delle risorse umane Ict interne da parte del Cio. I Cio ritengono le proprie competenze interne ‘di medio livello’: benché siano riconosciute e consolidati gli skill sul fronte delle funzioni tecniche, sul piano delle competenze più strategiche si rende necessario un riassetto organizzativo. Risultano infatti scarseggiare competenze di pianificazione strategica, creatività e pensiero laterale nonché la capacità di indirizzare efficacemente l’innovazione tecnologica.
Fonte: web survey Finaki-ZeroUno-NetConsulting – maggio 2013 – campione 72 aziende

Dall’indagine svolta lo scorso maggio in preparazione alle Tavole Rotonde e al Convegno Finaki 2013, emerge chiaramente che i Cio ritengono le proprie competenze interne ‘di medio livello’ (figura 1), anche se con alcune importanti differenziazioni. Sono giudicate positivamente nelle funzioni tecniche ma molto meno nelle funzioni più a valore: pianificazione strategica, creatività e pensiero laterale come supporto individuale alla creazione di un bene collettivo, supporto all’innovazione, supporto a utenti interni. La capacità di indirizzare efficacemente l’innovazione tecnologica è giudicata in modo positivo solo dal 30% dei Cio. “Un quadro non certo confortante, sul quale diventa fondamentale intervenire, anche con misure drastiche e scelte difficili”, commenta Alker.

Anche i vendor devono rifocalizzarsi….
E se tutto ciò che abbiamo detto vale per i Dipartimenti Ict aziendali, è innegabile che il percorso di trasformazione travolga inevitabilmente anche i vendor, i quali dichiarano di essere anch’essi toccati da diversi processi di cambiamento finalizzati a supportare/indirizzare al meglio le aziende utenti (figura 2).

Figura 2: Processo di cambiamento che, secondo i vendor, dovranno essere intraprese per supportare i clienti. Per tornare a generare valore sul fronte dell’innovazione e degli investimenti Ict, anche i vendor devono intraprendere misure correttive sul fronte dell’assetto organizzativo e delle competenze. Le risposte date dai vendor indicano come le azioni da intraprendere si basino su più assi: il rispristino di una relazione fiduciaria; la proattività; l’innovazione di prodotti e servizi; la velocità di risposta; il miglioramento della capacità di interloquire con le Lob.
Fonte: web survey Finaki-ZeroUno-NetConsulting – maggio 2013 – campione 72 aziende

In particolare, i big player sembrano interessati a muoversi nella direzione di un cambiamento di approccio sia nelle modalità di relazione con i Cio sia nei confronti delle Lob. E come abbiamo già avuto modo di commentare, non stupisce che tra le priorità di cambiamento, nelle dichiarazioni dei vendor, vi sia anche l’intervento sulla propria revisione organizzativa (per migliorare la qualità dell’offerta) e sul piano delle competenze, sia tecnologiche sia commerciali. Su quest’ultimo punto, Michele Cutillo, Vice President Hp Enterprise Services Italia, ammette che anche tra le aziende dell’offerta esistono problemi di resistenza al cambiamento, esattamente come nelle altre realtà industriali. “Tuttavia è fondamentale intervenire per rifocalizzare la value proposition (‘non è possibile che tutti facciano tutto’, dice provocatoriamente) e riportare l’attenzione sui differenziali”, conclude Cutillo. “Solo su queste basi si riuscirà a costruire un dialogo di qualità e a ‘produrre’ davvero innovazione di valore”.

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